"Tutti possiamo dare una mano" è il titolo dell'incontro che si è tenuto, ieri pomeriggio, all'auditorium del Gran Sasso Science Institute per presentare e diffondere la nuova figura del Tutore volontario di un minore straniero non accompagnato, prevista da una legge dello scorso aprile.
L'iniziativa, organizzata da numerose associazioni all'Aquila, ha avuto uno straordinario successo, con circa 150 persone in sala, segno - hanno sottolineato gli attivisti - che "esiste una L'Aquila solidale, che vuole una città più bella, accogliente, aperta, sprovincializzata". Ed in effetti, sono tante le persone che hanno manifestato la volontà di diventare tutori, in tanti si sono informati nel corso del pomeriggio e hanno ritirato il vademecum stampato dalle associazioni che, nelle prossime settimane, provvederanno a diffonderlo in modo più ampio.
Il cosiddetto "genitore sociale" può assumere un ruolo fondamentale nella crescita di bambini e ragazzi soli, arrivati e cresciuti in Italia; sono i cittadini di domani, e l'aiuto del tutore può essere importante anche per favorire un'integrazione reale. Il professor Luigi Gaffuri, tra gli ospiti dell'iniziativa, smentendo - dati alla mano - il falso teorema dell'invasione di migranti, in Italia e in Abruzzo, ha sottolineato come 92 minori sbarcati su 100, nell'anno 2016, fossero in effetti soli, non accompagnati.
Come aiutarli, come cambiare la vita di una persona, di un giovane cittadino di domani? E' molto semplice: basta candidarsi all'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. Prima di diventare tutore, si dovrà seguire un corso di formazione gratuito di circa 30 ore. Dunque, il volontario verrà inserito in un elenco del tribunale per i minorenni e, così, il giudice potrà indicare un tutore per ogni minore, senza la presa in carico domiciliare o economica. Possono diventarlo tutti i cittadini e le cittadine in possesso dei requisiti di legge:
- compimento del venticinquesimo anno di età;
- godimento dei diritti civili e politici;
- non avere riportato condanne penali e non avere in corso procedimenti penali;
- assenza di condizioni ostative previste.
Per minore straniero non accompagnato, si intende il "minorenne non avente cittadinanza italiana o dell'Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano". I dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali indicano che l’83% dei minori non accompagnati ha un’età fra i 16 e i 17 anni; il 92,9% è di sesso maschile. La maggior parte di loro arriva da Gambia, Egitto, Albania, Nigeria, Guinea e Costa d’Avorio.
Per loro, il tutore non esercita soltanto una rappresentanza giuridica, ma è attento alle relazioni umane ed educative, ai loro bisogni e problemi, ai loro interessi ed alle loro potenzialità. Il tutore non è necessariamente anche affidatario; i minori non accompagnati, infatti, possono essere affidati a strutture di accoglienza, oppure ad affidatari diversi dal tutore volontario. In questo caso, affidatario e tutore collaborano nel reciproco rispetto delle proprie competenze. Per chi desideri diventare la famiglia affidataria, il riferimento è ai servizi sociali del Comune di residenza.
La tutela volontaria cessa con il raggiungimento della maggiore età del minore non accompagnato. Tuttavia, in ragione del fatto che attraverso questo istituto si vuole instaurare e diffondere un sistema di 'genitorialità sociale' incentrato sulla cura della persona, l'auspicio è che anche dopo il compimento dei 18 anni proseguano i rapporti di affettività tra gli ex tutori e i ragazzi.
Ma quali sono le attività più importanti che un tutore volontario può essere chiamato a svolgere? Le attività sono molteplici. Le più importanti sono:
- presentare la richiesta di soggiorno per minore età;
- presentare l’eventuale richiesta di protezione internazionale;
- dovere di informare il minore che in un procedimento giurisdizionale può essere assistito da un difensore e può avvalersi del gratuito patrocinio;
- partecipazione alla fase di identificazione del minore;
- fornire parere in caso di rimpatrio assistito o volontario ai sensi dell’art. 8, comma 1, della legge n. 47 del 2017;
- richiedere l’avvio delle eventuali procedure per le indagini familiari e per il conseguente ricongiungimento familiare;
- richiedere all’EASO l’inserimento nell’elenco del minore al fine del ricollocamento negli Stati membri dell’UE;
- mantenere rapporti con i servizi sociali e le comunità residenziali che hanno in carico il minore;
- essere referente nell’ambito delle procedure scolastico/formative;
- richiedere l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale ai sensi dell’art. 14, comma 2, della legge n. 47 del 2017;
- prestare consenso informato nelle decisioni e interventi sanitari;
- monitorare le scelte di accoglienza per il minore;
- richiedere accesso al programma specifico ai sensi dell’art. 17 della legge n. 47 del 2017 per i minori vittime di tratta.
Al partecipato evento di ieri pomeriggio, hanno presenziato anche l'avvocata Stefania de Nicolais, la psicologa Arianna Sirolli, Massimiliano Ettorre dell'Ordine degli assistenti sociali e l'assessore al sociale Francesco Bignotti che ha ribadito la volontà dell'amministrazione di avviare un progetto Sprar anche per i minori non accompagnati. Più volte è intervenuta anche Cecilia Angrisano, presidente del Tribunale dei minori dell'Aquila che patrocinava l'iniziativa insieme al Comune dell'Aquila e all'Ordine regionale degli assistenti sociali. Angrisano ha fornito alcuni dati interessanti: in particolare, i minori stranieri non accompagnati in Abruzzo sono circa 180, ad ora, però, le domande per fare da tutore sono soltanto 52, di cui 15 a L'Aquila. Significa che per un rapporto uno ad uno mancherebbero ancora 130 tutori. Attualmente, a L'Aquila la figura del tutore per i minori soli è svolta dal Sindaco, che ha affidato la delega all'assessore Bignotti che, tuttavia, non può certo seguire e dare attenzione a tutti i ragazzi, alle loro esigenze.
Ecco perché è importante si facciano avanti più cittadini possibile.
Il lungo pomeriggio di incontro e dibattito è stato anche l'occasione per presentare film, video e corti di produzione locale e diffusione nazionale. E' stato proiettato il cortometraggio "Il Guastafeste" di Giuseppe Tandoi, recentemente premiato a Venezia; a concludere l'iniziativa, la proiezione de "L'ordine delle cose" di Andrea Segre, apprezzato da pubblico e critica anche nel corso dell'ultimo Festival di Venezia. Prima della proiezione, il regista ha regalato il suo saluto via Skype.