Seicento unità archivistiche che documentano sette secoli di storia dei luoghi da cui provengono. E' il patrimonio custodito nel monastero Agostiniano di Sant'Amico, il cui archivio storico e monastico è stato inaugurato oggi alla presenza di autorità cittadine civili e religiose. Una cerimonia breve ma molto partecipata a cui hanno partecipato Sabrina Di Cosimo,assessore alla cultura del Comune dell'Aquila, Alessandra Vittorini, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l'Abruzzo, l'Arcivescovo Emerito dell'Aquila Giuseppe Molinari, l'Arcivescovo Giuseppe Petrocchi, Paolo Muzi, segretario della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi, e Marco Fanfani, presidente della Fondazione Carispaq, il cui intervento ha reso possibile l'apertura e la consultazione dell'archivio storico.
Il materiale documentario, di proprietà ecclesiastica ma da oggi aperto alla fruizione pubblica di storici ed appassionati (su prenotazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ), si compone di atti amministrativi, notarili e atti di cancelleria pontificia vescovile redatti dalla prima metà del trecento -il più antico documento risale al 1336- fino alla prima metà del novecento. Un tesoro dallo straordinario valore giuridico storico e civile recuperato nel 2001, grazie al lavoro dell'archivistica e paleologa Alessia Di Stefano, che ha curato tutte le fasi d'intervento necessarie a rendere possibile la fruizione dell'archivio e l'apertura della sala consultazione, dallo studio dei documenti, passando per il censimento fino alla dichiarazione di interesse storico, nel 2015, da parte della Soprintendenza Archivstica e Bibliografica dell'Abruzzo e Molise. Un lavoro durato quasi vent'anni e che, nella fase di ordinamento delle signole unità archivistiche, ha portato alla luce due fondi che si consideravano perduti: quello del Monastero di Santa Lucia e dell'Ospizio dell'Addolarata, inglobati nell'archivio storico e monastico inaugurato oggi. Tra gli oggetti conservati spicca la lettera del vescovo aquilano Paolo di Rinaldo da Bazzano per l'isitutizione di una chiesa e monastero datata 7 dicembre 1350.
"Dopo quasi venti anni dal recupero ordinamento ed inventariazione - ha spiegato l'archivista Di Stefano - sarà possibile fruire di una nuova porzione di fonti archivstiche uniche ed inedite, efficaci per la ricostruzione storiografica obiettiva e scientifica, ad integrazione di fonti ufficiali, a vantaggio dell'offerta culturale locale. Trascurare le testimonianze più umili di fatti minuti della vita quotidiana e nello specifico di una istituzione ecclesiastica che dal 1375 ancora agisce sul bacino culturale aquilano, porta al venir meno di quel senso logico di continuità tra passato e futuro di tutta la comunità laica, civile ed ecclesiastica della città".