Rompere i tabù, il silenzio sulla depressione giovanile affinché chi vive un disagio possa comprendere che si tratta di una condizione assolutamente normale.
E' lo scopo dell'Associazione Veronica Gaia di Orio che si è costituita nel ricordo della giovane ricercatrice di storia d'arte comtemporanea, scomparsa prematuramente; il 'battesimo' stamane, alla presenza del coordinatore scientifico e portavoce Massimo Casacchia, della coordinatrice per la ricerca Maria Grazia Cifone e del coordinatore per l'assistenza Enzo Sechi, tra i componenti del nucleo promotore dell'associazione che ha aderito alla proposta del professore Ferdinando di Orio di realizzare iniziative concrete finalizzate alla prevenzione, alla identificazione dei segni precoci e alla lotta della depressione giovanile.
"In analogia ad altre associazioni nate dopo il terremoto dell’aprile 2009 - ha spiegato Casacchia - questa Associazione rappresenta una dimostrazione tangibile di come un dolore lacerante possa diventare la motivazione per ispirare azioni meritevoli finalizzate, in questo caso, ad intercettare la depressione giovanile, che si esprime con linguaggi diversi e spesso insidiosi".
I giovani non sempre vivono la loro età in modo spensierato, è stato spiegato stamane: eventi personali traumatici (sconfitte sentimentali, difficoltà scolastiche, frustrazioni laceranti, umiliazioni insopportabili a volte proprio da parte dei loro pari, incomprensioni da parte del mondo degli adulti) possono spingere all’isolamento e a pericolose modalità comportamentali reattive. "La dipendenza da Internet con i 'trabocchetti' della rete (come, per esempio, quello della 'balena blu' che induce il giovane a sfidare la morte), la propensione al ricorso alle sostanze di abuso (soprattutto all’alcol), la tendenza alla violenza, (attraverso il bullismo e il cyberbullismo), denotano una profonda incapacità di esprimere la sofferenza in linguaggio accettabile - ha aggiunto Casacchia - privilegiando quello della violenza e del sopruso".
A ciò si aggiunge un fenomeno nuovo e preoccupante, definito Hikikomori che, nato in Giappone e in crescita anche in Italia, "rappresenta una depressione che cambia volto, in cui ragazzi decidono di tagliare i ponti con il mondo esterno".
Le azioni che l’Associazione vuole intraprendere si articolano su quattro linee: innanzitutto, l’informazione e divulgazione; in questo senso, il primo passo verrà compiuto il 16 marzo prossimo presso l'aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane con un pomeriggio incentrato sulle tematiche della depressione giovanile. Il seminario - con appuntamento alle ore 14 - è aperto ai giovani, alla cittadinanza, al mondo della scuola ed ai professionisti di settore come momento di incontro sui vari aspetti della depressione e sulle modalità più efficaci di intervento e di assistenza con particolare attenzione anche all'età giovanile in cui questa patologia si può manifestare in modo insidioso. Parteciperanno Valter Marola, Stefano Necozione, Enrico Perilli, Domenico Passafiume, Rita Roncone, Laura Giusti, Anna Salza, Donatella Ussorio, Maria Cristina Giambruno, oltre a Maria Grazia Cifone, Enzo Sechi e lo stesso Massimo Casacchia.
Altra linea su cui si articolerà il lavoro è, ovviamente, la prevenzione: "le azioni riguarderanno interventi in alcune scuole campione, in cui i giovani studenti diventeranno protagonisti attraverso una discussione tra pari, d’intesa con gli insegnanti, anche attraverso proiezioni di film; tali riflessioni dovrebbero esitare in elaborati, come disegni, frasi significative, fumetti e poesie, che potranno rappresentare uno stimolo per tutti gli studenti ad affrontare e a condividere situazioni di tristezza e solitudine.
Alla tematica della solitudine come elemento fondante della sofferenza radicale che può esprimersi in forme apparentemente lontane ma, al contrario, espressive della depressione giovanile, nell'ambito della così detta identificazione precoce è in programma l'apertura di una linea telefonica che, in alcune ore del giorno, potrà presentare una voce amica ed accogliente per giovani e famiglie che volessero avere un contatto per essere indirizzati ai servizi dedicati alla cura e all'assistenza. Altro progetto è relativo all'apertura di uno spazio d'incontro non sanitario.
Infine, la ricerca scientifica: l’erogazione di borse di studio universitarie rappresenta una prima iniziativa finalizzata ad incentivare gli studi sul tema della depressione giovanile.
"La presenza di soci che rappresentano diverse competenze scientifiche nel campo della ricerca biologica e clinica costituisce un’occasione preziosa per mettere insieme progetti di ricerca, anche in collaborazione con rilevanti centri di ricerca italiani e europei - ha aggiunto Casacchia - per affrontare in un’ottica olistica il problema della depressione giovanile sulla base del modello delle neuroscienze sociali".
Un problema che non deve essere sottovalutato o, peggio, sottaciuto. Il professor Enzo Sechi ha tenuto a sottolineare come, da studi scientifici condotti in città, sia emersa la rilevanza dei disagi psicologici vissuti dagli adolescenti aquilani: "circa il 30% di bambini e adolescenti che vivono una vita familiare, scolastica e sociale più o meno normale - il dato va preso con cautela - presenta dimensioni legate alla depressione e, tra loro, il 40% ha mostrato dei quadri depressivi".