Il piacere di giocare con il vino e divertirsi con una degustazione alla cieca, nel tentativo di individuare annate, gradazioni, piacevolezza, provenienze e curiosità, svolta da anni in modo intimo e privato all’interno di una abitazione, esce dalle mura domestiche per celebrare la venticinquesima edizione.
Era già avvenuto altre tre volte (2008 – Ristorante Reale Rivisondoli, 2013 – Ristorante Reale/Casadonna Castel di Sangro, anno della conquista della terza stella Michelin da parte dello chef Niko Romito e 2015 – Ristorante Mammaròssa Avezzano); allargando il numero dei partecipanti a 35, rispetto agli abituali 16, le nozze d’argento del gioco sono state festeggiate all’Osteria Corridore, antica locanda aquilana densa di storia e testimone di mille incontri, in attività fin dal 1964, gestita per decenni dal conosciutissimo Mario, quest’anno purtroppo venuto a mancare e più recentemente portata avanti dall’intraprendente imprenditore Francesco De Matteis (in cucina l’esperta, competente ed eccellente Serena Deli).
Protagonista assoluto della serata il Montevetrano, uno dei vini più affascinanti presenti nel panorama enologico nazionale e internazionale, con una degustazione verticale di 5 differenti annate. Un blend di cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot prodotto a sud di Salerno, all’interno del Parco dei Colli Picentini.
Invitati da Pierangelo Valente, organizzatore dell’evento, hanno partecipato alla serata i due geniali ideatori di questo vino, coloro che hanno immaginato, pensato, sognato, realizzato e condiviso fin dall’inizio il “progetto Montevetrano”: la raffinata, colta, estroversa Silvia Imparato, definita la “principessa del vino italiano”, proprietaria dell’azienda, fotografa professionista di talento che a un certo punto della sua vita si è appassionata al vino e Riccardo Cotarella, enologo dell’azienda, presidente mondiale di Assoenologi e solo due mesi fa insignito a Parigi del titolo di cavaliere dell’ordine del merito agricolo.
Silvia e Riccardo hanno amabilmente conversato con i presenti raccontando la storia di questo vino seducente, una vera e propria avventura, cominciata a metà degli anni '80 quasi per gioco, per sfida e per l’amore di una terra, sottolineando come la grandezza del Montevetrano fu intuita prima negli Stati Uniti, grazie a Robert Parker, il più importante e temuto critico enologico in circolazione e solo successivamente in Italia. Parker quando lo provò per la prima volta nel 1995, in occasione di una degustazione di grandi vini italiani a Baltimora, dove ne vennero proposte tre annate da Riccardo Cotarella, arrivò al punto di ritardare l’uscita della sua celebre rivista The Wine Advocate proprio per dedicare ampio spazio e rilevo al Montevetrano. Quel momento ha segnato indubbiamente l’inizio della straordinaria storia internazionale di questo vino ed è stato anche decisivo per la carriera dello stesso Cotarella, considerato oggi ormai tra gli enologi più stimati, qualificati e autorevoli del mondo.