Venerdì, 21 Dicembre 2018 14:45

L'Aquila, a Spazio Rimediato va in scena "Storia di Anna la Pazza"

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Prosegue con un nuovo appuntamento la stagione "Tutto il superfluo necessario" di Spazio Rimediato.

Appuntamento sabato 22 dicembre alle ore 21:00 con Marco Valeri e il suo spettacolo Storia di Anna la Pazza.

"Storia di Anna la Pazza" si legge in una nota "è una storia contadina, in cui l'autore si confronta col filone teatrale dei narratori puri che, in Italia, si è sviluppato ed è esploso nel corso degli anni '90, e si basa sul semplice ma ricco immaginario delle favole di estrazione popolare".

"Lo spettacolo inizia con la perdita di una persona. Il narratore come d'incanto dà vita al racconto in una situazione particolare: gli astanti sono venuti a dare l'ultimo saluto al defunto e si trovano ora insieme a condividere tale emozione. L'attore in scena, senza mai esplicitare l'avvenimento in questione, cerca la verità del contatto con chi ha di fronte, e nel qui e ora crea un'atmosfera attraverso la sola rievocazione, cioè il racconto di quei ricordi che ci rendono presenti coloro che non ci sono più".

"Nella Storia di Anna la Pazza la realtà e la fantasia si danno la mano, e creano una tela multitonale. Ci si trova di fronte ad un quadro, in cui, nella struttura della vicenda, l'elemento principale e di base di fatti concreti e reali, è immerso e fuso in un mondo colorato e colorante, dove tutto sembra possibile perché proprio nell'insieme prende forma e vita".

"Le figure che incontriamo nella vicenda è come se le conoscessimo da sempre, e ciò permette un incontro fra narratore e pubblico, in cui sembra quasi che ognuno dei presenti diventi scrittore di alcune parti della vicenda, se non di tutta la storia".

"Abbiamo il taccagno, il frate, il padrone che è padrone di ogni cosa, e quelle persone semplici poi, i contadini che dialogano col mondo, col cielo, coll'acqua, i frutti ecc. Ritorna così l'elemento forte e caratterizzante della terra che dà all'uomo e alla donna, cioè a coloro che la lavorano, un'identità fortissima. La comunità, all'interno della quale si stabiliscono legami importanti, anche se spesso contrastati e sofferti, e all'interno della quale può avvenire anche il ribaltamento di valori che sembrano ormai accettati da tutti. Tale genere ha origine nella tradizione orale, e richiama il mondo di quelle piccole comunità all'interno delle quali, colui che raccontava "le storie" delle persone comuni e dei fatti popolari, rendeva quelle stesse semplici e umili persone, dei "personaggi", e da quelle storie creava una storia unica, quindi un immaginario vivo e vivente , un collante, un sentimento nel quale riconoscersi e unirsi. Nella tradizione orale tramandata nel tempo dai cantori, dai pastori, dai contadini, e in seguito ancora da figure specializzate, chi narrava la vicenda aveva a disposizione un ampio bagaglio di fatti, e una vasta memoria di avvenimenti che, di volta in volta, ricuciva fra loro, e alternava a proprie creazioni immaginifiche, nella ricerca di un effetto specifico, che andasse a toccare le corde della sensibilità degli astanti".

"La narrazione permette un incontro molto speciale, un legame che si stabilisce durante tutto il flusso di parole, di gesti, immagini, suoni. Poi c'è la voce, gli occhi, l'ascolto, la voglia e il piacere, se il miracolo riesce, di stare tutti, nello stesso momento, all'interno della stessa impensabile storia. Se tacessimo per un attimo, sentiremmo che stiamo respirando all'unisono...".

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