Si è riunito stamane il Consiglio comunale, in seduta straordinaria aperta, riunito dal presidente Roberto Tinari su proposta del capogruppo Pd Stefano Palumbo, sottoscritta anche da altri consiglieri, per discutere del "contrasto all'abbandono e al degrado del territorio".
Una iniziativa, quella di Palumbo, nata a seguito di un flash mob che un cartello di associazioni - Fr.azioni Fra.intese, Paesi nostri, Italia Nostra, Slow food, Circolo Legambiente, Pronatura L'Aquila, Rifiuti zero Abruzzo, Circolo Querencia, Casematte 3.32, Comitato Oltre il Musp, Amiternum onlus, Osservatorio Nord-ovest, Archeoclub, Pro loco Coppito - aveva organizzato in novembre nella frazione di Sassa, "per mantenere viva l'attenzione dell'amministrazione sul degrado urbano, paesaggistico e socio culturale del territorio".
A seguito del flash mob, era stato sottoscritto un documento collettivo di indirizzo, contenente il prospetto delle criticità rilevate sul territorio e l'invito ad affrontarle attraverso una politica di ascolto e di concertazione con le comunità locali [puoi leggerlo qui]
"Il degrado ambientale-urbano-paesaggistico-socioculturale, che ogni giorno viviamo, appare presente su tutto il territorio, ma in forme e tipi non sempre simili", si legge nel manifesto. "Per questo vogliamo cominciare da un luogo in particolare, Sassa, per poi toccare altri punti significativi del territorio. Certo degrado è presente da anni, ma col passare del tempo è cambiato, peggiorando e aumentando di forma e tipo". In ogni parte del territorio in cui il degrado si manifesta, va considerato e affrontato nel suo contesto e condividendo le istanze locali - viene spiegato dalle associazioni - intervenendo successivamente con azioni a breve e lungo termine. Purtroppo, "preme rilevare che manca qualunque forma di ascolto e partecipazione, mancando le amministrazioni ogni invito in tal senso. E così le frazioni soffrono di tutti i problemi della marginalità e dell’abbandono, amministrativo e sociale", la denuncia.
In sostanza, le associazioni propongono - e l'hanno fatto anche stamane, in Consiglio comunale - di "adottare la partecipazione, vera e autentica, come metodo privilegiato di gestione del territorio, di recupero del degrado sociale e del disagio territoriale. I metodi di pianificazione e progettazione partecipata coltivano la cultura dell’ascolto, della condivisione, dell’integrazione e della cooperazione: promuovono la fiducia, che è alla base di un rapporto interrotto da decenni".
Di questo si è discusso nell'assise civica, in un clima, però, di sostanziale indifferenza da parte della maggioranza di centrodestra e, in particolare, del sindaco e della Giunta comunale, che hanno fatto mancare la loro presenza, chi per l'intera seduta, chi per una parte di Consiglio.
Sia chiaro: non si tratta di un problema 'solo aquilano'; inoltre, il degrado e l'abbandono che vivono le frazioni, e il problema è sentito anche in ampie zone del centro storico non ancora oggetto di ricostruzione completa, è responsabilità che non può attribuirsi soltanto all'attuale amministrazione ma viene da lontano. Su questo, il capogruppo del Pd Stefano Palumbo è stato piuttosto chiaro: "Sarei disonesto se dicessi che con la giunta Cialente la situazione era migliore di quella di oggi. Non c’è dunque, da parte mia, l’intenzione di fare strumentalizzazione politica su questo argomento, né mi aspetto all’esito del consiglio comunale di oggi chissà quali miracolose risposte da parte della Giunta rispetto ai tanti problemi che verranno posti; vorrei però che ci fosse una presa di coscienza da parte di tutti noi sulla situazione e un impegno ad affrontare il problema che non si esaurisca, come spesso accade, con la discussione in Consiglio".
Palumbo ha invitato i consiglieri ad una riflessione, questa sì, che attiene all'Aquila del post terremoto: "più che il degrado in sé, ciò che maggiormente dovrebbe preoccuparci è la pericolosa tendenza ad abituarsi al progressivo abbandono del decoro che si va consolidando nel tempo", ha sottolineato. "Il sisma del 2009, con i suoi effetti, ha accentuato senza dubbio questo sentimento di indifferenza nei confronti del degrado che ci circonda, una condizione di convivenza con l’abbandono che ormai ci siamo abituati ad accettare con rassegnazione. Un degrado dovuto certamente alla maleducazione di alcuni cittadini, con rifiuti ingombranti portati via dalle case in ristrutturazione accumulati ovunque o a causa dei muri imbrattati dai ragazzi, ma anche, e questa è una colpa più grave, all’inefficienza degli enti locali, con erba ed arbusti lasciati crescere lungo i cigli stradali riducendo la carreggiata e la visibilità o peggio ancora se parliamo di parchi pubblici, scuole o cimiteri, oppure marciapiedi e strade in alcuni tratti impraticabili, pensiline degli autobus da terzo mondo e così via".
Si riparta, dunque, dalle proposte delle associazioni, dalla loro richiesta di partecipazione attiva, reale, per la cura del nostro territorio: "se da un lato le criticità da affrontare sono tante e diffuse su tutto il territorio comunale, dall’altro sappiamo anche di poter contare sulla preziosa iniziativa di tanti cittadini, che sostituendosi alla pubblica amministrazione agiscono in prima persona per contrastare il degrado e l’abbandono del territorio. È una collaborazione preziosa che va incentivata e strutturata", ha ribadito Palumbo. Tuttavia, l'amministrazione non può pensare che i cittadini possano sostituirsi all'Ente locale: "ben venga l’attenzione e la cura alle piccole cose, che l’attuale amministrazione è stata particolarmente brava soprattutto a comunicare, ma a fronte di una fontana alla villa comunale (centrale e quindi visibile a tutti) ripulita e riempita simbolicamente di barchette, quante sono quelle abbondonate nelle frazioni? È solo un esempio per dire che non bastano interventi spot pubblicizzati sui social, ma serve un’azione strutturale che questa amministrazione non è stata né capace né interessata a mettere in campo", l'affondo del capogruppo dem.
Che ha aggiunto un'ultima riflessione: "la condizione di degrado che viviamo è una conseguenza della scarsa qualità urbana, amplificata dagli effetti ancora oggi evidenti del sisma, ma rispetto alla quale occorre intervenire subito e con coraggio; altrimenti, rischiando di assistere ad un peggioramento lento ed inesorabile delle condizioni di marginalità di intere zone della città, a partire evidentemente dalle frazioni. Mi auguro che l’amministrazione sappia cogliere questo invito ad una riflessione più profonda del problema".
In questo senso, al termine della discussione, cui hanno partecipato alcuni esponenti delle associazioni firmatarie del documento, è stato approvato un ordine del giorno, che vede come primo firmatario lo stesso consigliere Palumbo, con il quale si impegnano il sindaco e la giunta ad affrontare le criticità emerse e a demandare alla Commissione consiliare "Gestione del territorio" il monitoraggio e l'indirizzo per affrontare tali problematiche.
Staremo a vedere se agli intendimenti verrà dato un seguito fattuale e, finalmente, concreto. Le associazioni si sono dette soddisfatte "per l'assunzione di responsabilità con cui il Consiglio ha fatto proprio il documento collettivo di indirizzo e le proposte in esso contenute". Per questo, porteranno l'iniziativa anche sulle altre aree urbane del territorio. "Abbiamo ottenuto un grande risultato per la città e in particolare per le frazioni e le periferie: vediamo formalmente accolto il nostro documento e le proposte di intervento, che sono anche un metodo di lavoro inclusivo di progettazione e di monitoraggio. Siamo soddisfatti perché ciò avverrà attraverso un calendario ed una road map partecipati, seguiti da vicino dalla Commissione Territorio, ed anche da tutti noi".
Nonostante la scarsa attenzione registrata durante la discussione dei punti, "e spiace dirlo ma ci vuole rigore, specie fra alcuni consiglieri e assessori (banchi vuoti, chiacchiere, cellulari, etc... la sede del consiglio comunale e le istituzioni meritano il giusto rispetto e buoni esempi)", le associazioni si augurano che i commissari e il consiglio manterranno alta l'attenzione e fede all'impegno preso.