Martedì, 13 Agosto 2019 13:00

L'Aquila, in scena a Casematte il monologo "I Buchi Bianchi"

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Il prossimo Giovedì 22 Agosto, alle 19:30, presso il Parco della Luna di Casematte (zona Collemaggio) verrà presentato per la prima volta all’Aquila il corto teatrale “I Buchi Bianchi” di e con Massimo Sconci, con le musiche di scena di Josè de la Paz.

Il monologo è vincitore del Premio Selezione e del Premio come Miglior Testo per CortinScena 2018 (Teatro Vascello, Roma).

Lo spettacolo

I Buchi Bianchi è la storia di un bombardamento in una guerra silenziosa vissuta da un giovane ragazzo siriano. E’ una serie di racconti vissuti oppure mai accaduti. I Buchi Bianchi è l’ironia del protagonista, in tutta la sua fragilità e la sua forza d’animo. Con un monologo teatrale è possibile cambiare il Mondo in pochi minuti?

Questo monologo non ha una durata superiore ai 30 minuti. Tutto ciò che abbiamo voluto raccontare poteva essere espresso in poco tempo, gli stessi minuti che utilizzano oggi i cittadini siriani per poter prendere decisioni che ogni giorno mandano avanti la loro sopravvivenza. Un simile racconto si basa, per sua stessa natura, su un bioritmo veloce e scandito.

Il racconto vuole essere uno spunto di riflessione sulla condizione di guerra silenziosa in cui si trova oggi il nostro mondo. La messa in scena è ridotta all’essenziale, con Massimo Sconci in veste di autore e narratore che ci racconta la storia di Ahmir, un ragazzo capace di ancora di osservare e di guardarsi attorno. Una vicenda che è quella di tanti altri individui del Mondo, personaggi ironici e amari, in una condizione umana che non cede e continua a resistere.
 
“Ho scelto personalmente la forma del teatro di narrazione, che si avvale come unico strumento tecnico (oltre alle musiche) di una sedia di legno, decontestualizzata e utilizzata, assieme al corpo, all'energia e alla voce dell'attore, come elemento narrativo e rappresentativo -afferma Massimo Sconci - Questa forma espressiva di comunicazione, in tutto il suo minimalismo, è per me la più adeguata a trasmettere le giuste emozioni di un'esperienza vissuta in prima persona. E' un percorso indipendente che spero vada a confluire nella finalità di un nuovo modo di vivere e raccontare la Siria, con l'intento di ricostruire una memoria collettiva attorno alla quale recuperare il concetto e la forza di una comunità”.

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