Giovedì, 12 Settembre 2019 15:00

Festival degli Incontri, Biondi è una furia: "Altro che censura, non si sta parlando di cultura libera ma delle marchette di Barbagallo e De Simone con i soldi del decennale"

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“Una storia di presunzione, arroganza e pressappochismo”.

Stamane, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha tenuto una conferenza stampa per rispondere alle accuse della direttrice artistica del Festival degli Incontri, Silvia Barbagallo, e dell’ideatrice dell'evento, Annalisa De Simone, che hanno parlato esplicitamente di “censura” del primo cittadino che si sarebbe messo di traverso alla prevista presenza di Roberto Saviano e Zerocalcare.

Accuse rispedite al mittente da Biondi che, anzi, ha lanciato pesantissimi strali a Barbagallo e De Simone.

“Con Legge di Bilancio è stato stanziato 1 milione di euro per il decennale del sisma e non per finanziare il loro luna park; 300mila euro sono stati dirottati al Munda per le attività relative a ‘L’Aquila città d’arte’, 700mila euro, invece, sono rimasti in capo alla Direzione generale dello Spettacolo dal vivo del Mibac che avrebbe dovuto utilizzarli per il Festival degli Incontri” ha spiegato il sindaco, ripercorrendo la genesi dell’evento.

“E’ stato sottoscritto un accordo, firmato da me e dal sottosegretario Gianluca Vacca: ebbene, all’articolo 2 è scritto che la funzione di indirizzo politico e strategico del programma del decennale sarebbe stata esercitata dal Ministero e dal Comune dell’Aquila. E’ evidente, dunque, come il sindaco abbia un ruolo nella definizione del programma del Festival degli Incontri”.

Tra l’altro, Biondi ha svelato di aver chiesto al sottosegretario “di tener fuori il Comune dall’organizzazione dell’evento poiché avrebbe complicato l’iter di procedimenti di per sé lunghi e complessi. Tuttavia, la Direzione generale non ha voluto assumere la responsabilità del Festival e ha voluto che fosse il Comune a fare da coordinamento”.

Ebbene, “Ho chiesto diverse volte, informalmente, che mi venisse fornito il programma del Festival e il piano dei costi, ma non ho mai avuto risposte; alla metà di luglio ho ricevuto una bozza del cartellone, assolutamente incompleta. Ho chiesto che il programma fosse in linea con le attività del decennale, che fosse plurale e condiviso: nessuno si è fatto vivo, però”.

Almeno fino a qualche giorno fa: “Ho chiesto di nuovo il programma ed era allegata anche una bozza di bilancio: mi sono accorto, così, che dell’Aquila si parla soltanto di striscio, che i luoghi individuati per le manifestazioni non sono stati ancora prenotati. Per dire della ridicolaggine di certi personaggio, la richiesta di occupazione del suolo pubblico in Piazza Duomo ci è stata recapitata stamattina; sono previsti momenti alla Basilica di Collemaggio e a San Silvestro ma la Curia non ne è ancora a conoscenza, altri al Ridotto del Teatro comunale sebbene sia oggetto di interventi di manutenzione. Inoltre, ad un mese dall’evento deve essere ancora definito il programma, soltanto 2 dei 10 ospiti previsti hanno confermato la presenza, Simone Cristicchi non è a conoscenza di dover fare uno spettacolo nell’ambito del Festival”.

Non solo.

“Il programma e il bilancio di previsione non sono stati ancora presentati all’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il soggetto attuatore del Festival; non si conoscono i cachet degli artisti, non ci sono lettere d’incarico, preventivi sulla comunicazione, sul service e sul resto. Per fortuna, l’Isa – vista l’intenzione di dirottare i soldi per l’assistenza alla produzione su Roma – ha fatto presente che ci sono eccellenti società aquilane che si occupano di service, servizi palchi e così via. Sappiamo che 132mila euro ‘ruotano’ intorno alle attività del direttore artistico, 385mila euro circa sono stati stanziati per l’ospitalità, 110mila euro per la comunicazione e la promozione dell’evento, 22 mila euro sono destinati, invece, a non meglio specificate attività di consulenza, 100 mila euro sono a bilancio per palchi, service e altri servizi. E al Comune dell’Aquila, intanto, è stata richiesta la concessione gratuita dell’Auditorium del Parco, del Palazzetto dei Nobili, l’esenzione della Cosap e del costo per le affissioni oltre alle dotazioni tecniche”.

Biondi è un fiume in piena: “L’ineffabile Annalisa De Simone, presidente pro tempore del Teatro Stabile d’Abruzzo – a lasciar intendere che verrà chiesta la sua ‘testa’ – ha dichiarato di non ricevere compensi: ebbene, nella riunione che si è tenuta il 10 aprile scorso presso l’Isa, De Simone ha chiesto venisse inserita una voce di spesa per l’ideazione del festival, pari a 20mila euro. E’ stata la Direzione generale a rigettare la richiesta: dunque, se non percepisce compensi non è perché ci ha rinunciato ma perché le sono stati negati. De Simone aggiunge che la direttrice Barbagallo, fino ad ora, ha lavorato senza ricevere il becco di un quattrino: non è affatto vero, alla direttrice artistica è già stata riconosciuta una anticipazione di 10mila euro sul suo compenso, sostanzialmente per non aver fatto ancora nulla, e una fattura per ulteriori 21mila euro è stata presentata proprio questa mattina. Come al solito, Annalisa De Simone è fuori luogo e male informata: risibile, poi, che sostenga che la politica dovrebbe star fuori dalla cultura, proprio lei che da presidente del Tsa è stata ospite della Leopolda di Matteo Renzi”.

D’altra parte, “il programma che siamo riusciti ad ottenere qualche ora fa è completamente divergente dalla bozza che mi era stata presentata da De Simone nel dicembre 2017: si parlava di convergenze con il Tsa, con l’Accademia di Belle Arti, con il Centro sperimentale di Cinematografia, con le scuole del territorio e, invece, non si è fatto nulla di tutto ciò”.

Il sindaco dell’Aquila ha inteso ribadire, dunque, che dal giorno della designazione “Silvia Barbagallo non ha mai richiesto un appuntamento, non è mai venuta in Comune, non ha mai chiesto all’amministrazione che cosa intendesse fare con gli eventi per il decennale: ieri mattina sono riuscito a trovare il suo numero e l’ho chiamata, aveva il telefono staccato – si sa che gli artisti si svegliano tardi, la stoccata – ovviamente non mi ha mai richiamato: ha preferito, piuttosto, rivolgersi all’Ansa”.

Biondi lo ripete più di una volta: “Non ho mai parlato con la direttrice artistica Barbagallo, non sapevo chi fosse; ieri, ho semplicemente fatto chiamare dalla segretaria generale Annalisa De Simone per farle spiegare che la Giunta non avrebbe deliberato lo stanziamento dei fondi se non si fosse presentata in Comune per discutere del programma; non intendiamo prendere un pacchetto a scatola chiusa, non ancora deliberato dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese, senza che siano quantificati i cachet degli ospiti, i contratti, le procedure amministrative e così via. E sul programma, ho chiesto semplicemente che il confronto fosse plurale, aperto, che ci fosse una opportunità di discussione a 360 gradi”.

Nessuna censura, insomma: a domanda precisa, il primo cittadino ribadisce di non avere alcuna simpatia per Roberto Saviano e Zerocalcare, “ma non ho mai posto veti: volete far venire Saviano, benissimo, ma facciamolo confrontare con Pietrangelo Buttafuoco, per esempio, cultore di Leonardo Sciascia, per discutere magari dei professionisti dell’antimafia”, l’affondo velenoso. Altro che censura, prosegue il sindaco dell’Aquila, “mi pare si voglia esercitare la censura di tutto un pezzo di cultura che non aggrada la direttrice artistica”. Insomma, “si sarà trattato di una suggestione della Barbagallo, forse di un sentito dire…”.

Dunque, l’ennesima stoccata: “Se Barbagallo e De Simone pensano che gli aquilani abbiano l’anello al naso, si sbagliano di grosso: troveranno in me un fermo oppositore. Non c’entra nulla con la censura: non ho mai segnalato un nome, un concerto, un service, un grafico, un facchino sebbene il Comune programmi e distribuisca milioni di euro per la cultura. Chiedete alle Istituzioni aquilane se ho mai messo becco nei programmi: ricordo che i Cantieri dell’Immaginario si sono chiusi con il concerto di Goran Bregovic che ha suonato ‘Bella Ciao’: sapevo perfettamente che fosse nel suo repertorio, ma non ho alzato un dito. Non è nel mio costume. Purtroppo, qui non stiamo parlando di cultura libera ma delle marchette che Barbagallo e De Simone vorrebbero fare con i soldi degli aquilani. Non lo permetterò”.

E non si ferma qui, il sindaco dell’Aquila: “Barbagallo, guarda caso, è presidente dell’associazione Minimondi che ha nel suo portfolio clienti il gruppo editoriale L’Espresso: non è un caso che tra gli ospiti del Festival fossero previsti molti giornalisti di Repubblica e dell’Espresso. La stessa Barbagallo ha prodotto una mostra di Zerocalcare al Maxxi di Roma e, da direttrice artistica, avrebbe voluto portarla all’Aquila. D’altra parte, Barbagallo conosce da tempo Zerocalcare”. Biondi mostra un post sui social, condivisa dalla direttrice artistica, con un’opera dell’artista che ritraeva un estintore e la scritta ‘Genova 2001’: “Nella città che ha riconosciuto la cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri, mi sembra veramente eccessivo”, le sue parole.

Che cosa succederà ora, non è dato sapersi: “Il direttore generale dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese starà fuori per un paio di giorni, cercheremo di capire che cosa fare al suo ritorno; intanto, vediamo chi sarà il nuovo sottosegretario: voglio capire anche qual è la volontà del Ministero”. In realtà, Vacca e Franceschini si sono espressi assai duramente nei confronti del primo cittadino, intimando all’amministrazione comunale di non esercitare ingerenze sul programma: “E’ chiaro che il Mibac sta avendo un atteggiamento ostile nei nostri confronti; Vacca non è stato ancora confermato, sebbene gli abbia augurato la riconferma giusto qualche giorno fa. Franceschini non credo abbia già avuto modo di studiare la vicenda, sebbene sia un professionista della politica, e delle giravolte politiche in particolare”. Altra bordata.

Di fatto, “cercheremo di trovare un modo per utilizzare i soldi e non perderli, e per evitare, soprattutto, che possa rimetterci l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, una delle migliori realtà culturali del nostro territorio. Di fatto, il marchio Festival degli Incontri non è registrato”; a lasciar intendere che la volontà, a questo punto, è di ‘dirottare’ altrove i fondi stanziati per l’evento e che, tuttavia, “non sono vincolati”.

Ora, riportata fedelmente la ricostruzione del sindaco dell’Aquila, così come ieri avevamo dato spazio alla denuncia di Silvia Barbagallo e alla presa di posizione di Annalisa De Simone, un paio di considerazioni sono d’obbligo.

Biondi nega di aver esercitato una censura esplicita nei confronti di Saviano e Zerocalcare: dunque, Barbagallo si sarebbe inventata tutto. Stante le polemiche scatenate dalle parole della direttrice artistica, con la vicenda che è finita sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali, da Repubblica al Giornale, dal Fatto Quotidiano alla Stampa, ci si aspetterebbe una presa di posizione forte del primo cittadino, una querela, magari, per diffamazione, anche a tutela dell’immagine del Comune dell’Aquila, ma il sindaco ha dichiarato di non voler procedere in questo senso: “Non appartiene alla mia cultura politica”.

E ha poi aggiunto: “Non avrei tenuto questa conferenza stampa se Barbagallo non fosse uscita pubblicamente”. E come avrebbe affrontato la situazione, dunque?

Qui sta il punto.

Ci si domanda: come si è arrivati alla rottura di queste ore? Il sindaco dell’Aquila ha rivendicato che il Comune ha funzione di indirizzo politico e strategico sulle attività del decennale: ebbene, è possibile che si sia accorto di quanto stava accadendo soltanto in queste ore, a pochi giorni dall’inizio del Festival? Come mai l’Ente non ha esercitato alcun controllo su un evento da 700mila euro a valere su fondi del decennale? Non ci si può nascondere dietro il denunciato atteggiamento reticente della direzione artistica che non avrebbe risposto alle sollecitazioni: dinanzi al diniego di un incontro, l’Ente avrebbe dovuto convocare una riunione urgente alla presenza del sottosegretario Vacca. D'altra parte, Biondi ha ribadito di non aver mai parlato con Barbagallo: possibile che non si sia trovato un modo per rintracciarla?

Al di là del merito, se il sindaco avesse voluto esercitare la funzione di indirizzo, anche nella scelta degli ospiti, per assicurare, così, un cartellone “plurale” – una pretesa poco condivisibile, sia chiaro – avrebbe dovuto e potuto intervenire prima, non aspettare fino alla metà di settembre. In realtà, è davvero difficile credere che Barbagallo si sia davvero inventata tutto, considerato pure che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha rivendicato le scelte del primo cittadino: "Io sto con il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. È intollerabile che i soldi destinati per il decennale del terremoto siano utilizzati per costruire l’ennesima passarella per personaggi come Roberto Saviano, il cui unico talento è quello di essere amico della sinistra. È vergognoso che per il Pd e l’intellighenzia il sindaco Biondi, che è stato eletto dai cittadini, non abbia nemmeno il diritto di dire che non è d’accordo", le sue parole affidate a Facebook. "Fuori dal mondo le parole del ministro Franceschini, talmente sfacciato e presuntuoso da pretendere di impartire lezioni sulla libertà della cultura da pressioni e interferenze politiche. L’unica lezione che la sinistra può dare è su come usare i soldi degli italiani per finanziare amici intellettuali, scrittori, attori, film che non vede nessuno e le immancabili coop. Da queste sanguisughe non accettiamo lezioni: portate rispetto agli aquilani e se vi piace tanto la compagnia di Saviano invitatelo a cena. E pagate voi".

Che poi, stando alle parole del primo cittadino – oltre alla richiesta di affiancare a Saviano e Zerocalcare altre ‘voci’, di diversa estrazione culturale mettiamola così – ciò che viene denunciato è un pasticcio contabile e amministrativo che chiama in causa, in primis, il soggetto attuatore, e cioè l’Istituzione Sinfonica Abruzzese che, a poche settimane dal Festival, non ha ancora approvato il programma, né un bilancio di previsione, non si è preoccupato di sbrigare le questioni formali e, di fatto, è rimasta con le mani in mano.

Insomma, le responsabilità sono enormi e diffuse.

Chiamano in causa il Comune dell’Aquila che, da accordo sottoscritto con il Mibac, avrebbe dovuto esercitare una funzione di indirizzo mai esercitata, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese che non ha esercitato il ruolo di soggetto attuatore e anche la direzione artistica del Festival che, ad un mese dall’inizio, non ha ancora un programma completo e definito, una ‘colpa’ grave se è vero che l’evento ha (aveva) una dotazione finanziaria di 700mila euro ed era stato pensato per dare risonanza nazionale a L’Aquila. Vale il discorso fatto per la Perdonanza: come si può dare ampio respiro ad un appuntamento se, ad un mese dall’inizio, non c’è ancora un programma, non si è ancora iniziata una campagna di promozione efficace e capillare, se non se ne conoscono i dettagli, neanche a L’Aquila?

Di certo, non si sarebbe dovuti arrivare a questo punto, con la città che, nell’anno del decennale, è tornata sulle prime pagine dei quotidiani per motivi nient’affatto edificanti. Anzi.

Ultima modifica il Giovedì, 12 Settembre 2019 16:10

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