Giovedì, 09 Gennaio 2020 09:59

D'Ascenzo (AISM): "Rimuovere barriere architettoniche dovrebbe essere la consuetudine"

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"Da bambino mi avevano descritto il 2020 come l’anno in cui le macchine avrebbero volato. Mi avevano descritto un futuro in cui tecnologia e scienza avrebbero risolto i problemi della vita quotidiana. In quel futuro i gradini non erano neanche menzionatati. Ora, giunto in quel lontano 2020, sento ancora parlare di abbattimento di barriere architettoniche come fosse il traguardo principale da raggiungere. Questo mi rattrista un pò".

A scriverlo è il presidente provinciale dell'AISM, Marco D'Ascenzo.

"Nella miriade di problemi legati alla disabilità oggi parliamo ancora di gradini. La tristezza non è legata al fatto che se ne parli per risolvere il problema. Risolvere un problema di dislivello, come quello di accesso alla Basilica di Collemaggio, dovrebbero essere la banalità, la normalità. Eliminare quel tipo di barriera architettonica dovrebbe essere la consuetudine. Alla stregua di andarsi a prendere un caffè. Le leggi che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche sul territorio italiano sono ormai datate. Quello che ancora non sboccia è la mentalità legata al superamento dell’handicap".

Aggiunge D'Ascenzo: "Non ho capito se per paura di riconoscere l’handicap o per disinteresse: fanno tristezza entrambe le alternative. Superare l’handicap non è questo, o almeno non è solo questo. L’handicap è qualcosa che ti stravolge la vita, modifica completamente le tue abitudini, le tue aspettative, i tuoi progetti. Gli ostacoli che debbono essere tolti in un paese civile sono ben altri. Riuscire a togliere queste limitazioni non è immediato perché richiede un cambiamento culturale. Non è immediato ed è sicuramente impossibile se oggi parliamo così tanto di spianare due gradini. Permettere un accessibilità universale almeno degli spazi pubblici deve essere la norma".

Tanto si è fatto e tanto si deve ancora fare, l’importante che questo si faccia con naturalezza e spontaneità. "L’intervento su un opera d’arte italiana, simbolo aquilano e simbolo mondiale di pace, solidarietà e riconciliazione deve rappresentare la pietra miliare su cui poggerà la nuova cultura di inclusività, intesa come cultura capace di rendere le persone con disabilità tasselli di una società coesa. Recentemente si è creata un’intesa, tra gli attori coinvolti, che ha visto scendere in campo le Associazioni di volontariato, gli Ordini Tecnici e le Istituzioni. Collaborazione che sta portando i suoi frutti e che deve essere alimentata costantemente. Il cambiamento culturale, l’unica forza che può portare al cambiamento nel mondo della disabilita, nasce dalle Persone e dalle loro idee". 

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