“Si tratta di un intervento decisivo per dare una speranza agli aquilani. Con il terremoto, abbiamo perso i luoghi che raccontano della nostra identità. Ricostruirli significa restituire fiducia, aspettative. Da oggi, inizia il conto alla rovescia per il recupero della Basilica di Collemaggio: il primo tassello di una città che ha davanti a sé la grande sfida di recuperare la storia e le tradizioni, con lo sguardo proiettato al 2050, ad un modello di respiro europeo”.
Un progetto da 14milioni di euro: dodici destinati alla Basilica, i restanti due al Parco. "Oggi possiamo partire e dare concretezza al desiderio di aggiungere un tassello importante al complesso lavoro di ricostruzione della città", aveva sottolineato Salvatore Sardo, Chief corporate Operations Officer Eni. Obiettivo: completare i lavori entro il 31 dicembre 2016, con la speranza che l’edizione 2017 della Perdonanza possa celebrarsi in un edificio restaurato e sicuro.
"Le caratteristiche principali del nostro intervento", aveva poi chiarito Angelo Caridi, Program Manager Eni, "sono l’innovativo schema di collaborazione nella definizione dell’investimento, la metodologia impiegata e l’ampiezza, niente affatto consueta, degli obiettivi che ci siamo prefissati".
A qualche mese dalla conferenza stampa di fine agosto, l'intervento inizia a prendere forma: "Eni ha messo a disposizione del progetto i suoi tecnici e le sue competenze - si legge sul sito 'Un giorno a Collemaggio' - costituendo un team di eccellenza che si è occupato della progettazione, formato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo e da tre prestigiose università italiane: il Politecnico di Milano, la Sapienza di Roma e l’Università degli Studi dell’Aquila".
"Gli studi preliminari sull’intervento di recupero dell’edificio - viene spiegato - hanno preso in considerazione tutti gli aspetti di natura storica, culturale, strutturale e funzionale, di cui la Basilica è così ricca. Proprio per questo, si è scelto di adottare una metodologia che limita gli interventi di restauro alle sole zone degradate, lasciando inalterate, ove possibile, le rimanenti parti dell’edificio che hanno resistito ai numerosi eventi che negli anni hanno tormentato questo simbolo dell’Aquila. Gli interventi di restauro strutturale si concentreranno quindi sulla copertura, le piliere e le arcate, le colonne, la zona absidale, le murature d’ambito e il transetto".
Per poter creare il progetto di recupero, "sono state svolte simulazioni mediante un sofisticato modello a elementi finiti che hanno portato a valutare come più praticabile e sicura la scelta di una concezione strutturale che vede agire separatamente il corpo delle navate, vincolato dalla facciata e da piliere ricostruite come particolarmente performanti sotto sisma, nonché solidarizzato da una copertura rinforzata con una pannellatura di legno lamellare, e il corpo absidale, ulteriormente irrobustito mediante connessioni tra le pareti ortogonali e un bendaggio estradossale delle volte con fibre resistenti alla trazione".
Insomma, un progetto di recupero ambizioso, creato da un team di eccellenza a cui Eni ha chiesto di recuperare la bellezza e la solidità di un monumento che deve essere restituito a tutta la comunità.
'Un giorno a Collemaggio', www.ungiornoacollemaggio.it, su Twitter @acollemaggio