Le pratiche di mutualismo solidale ed ecologico, nate come risposta all’aumento delle disuguaglianze, economiche, sociali e di riconoscimento, della povertà e dell’esclusione sociale e come argine alla penetrazione della criminalità organizzata nei territori, al centro del progetto “La pienezza del vuoto” sviluppato da Rete dei Numeri Pari, Forum Disuguaglianze Diversità e Gran Sasso Science Institute e presentato oggi nell’ambito del Festival della Partecipazione.
L’incontro ha visto fra gli altri la partecipazione in modalità telematica dei partners e delle associazioni centinaia di realtà sociali diffuse in tutta Italia.
Dopo l’apertura di Francesca Moccia, Vice-Segretario di Cittadinanzattiva dal Festival della Partecipazione di Bologna, sono seguiti gli interventi di Eugenio Coccia Gran Sasso Science Institute, Giuseppe De Marzo, Rete dei Numeri Pari, Fabrizio Barca, Forum Disuguaglianze Diversità; Alessandra Faggian, Area di Scienze Sociali Gran Sasso Science Institute, Margherita Grazioli, Gran Sasso Science Institute; Elisa Sermarini, Rete dei Numeri Pari; Silvia Vaccaro, Forum Disuguaglianze Diversità.
L’obiettivo del nuovo progetto è duplice: rafforzare la consapevolezza, la qualità e la robustezza delle esperienze di mutualismo già in corso nel nostro Paese e diffondere le pratiche come strumento di coesione sociale e territoriale in altre aree, indagando il ruolo del mutualismo sociale all’interno delle comunità, anche come risposta all’aumento delle disuguaglianze, economiche, sociali e di riconoscimento, della povertà e dell’esclusione sociale e argine alla penetrazione della criminalità organizzata nei territori. Un lavoro di indagine che sarà condotto dai ricercatori del Gran Sasso Science Institute.
“La nostra Scuola è nata dalla sete di conoscenza”, ha ricordato Eugenio Coccia, rettore del GSSI, “ma anche per andare alla radice delle trasformazioni che stiamo vivendo. Siamo molto attenti all’impatto sociale delle nostre ricerche. Per questo non ci occupiamo solo di onde gravitazionali, matematica applicata ai sistemi biologici e algoritmi, ma promuoviamo anche la causa dello sviluppo sostenibile e della riduzione delle disuguaglianze”.
Il punto di partenza dello studio saranno le realtà alleate nella Rete dei Numeri Pari, Associazioni, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati, presidi antimafia, scuole pubbliche, fattorie sociali e fabbriche recuperate che “nonostante la loro diversità - spiega Giuseppe De Marzo - lavorando insieme tematizzano e politicizzano questioni che sono fuori dall’agenda politica e attraverso il loro agire stanno ridefinendo l’immaginario, il linguaggio e le pratiche della partecipazione, costruendo una “Geografia della speranza” che attraversa tutto il Paese. Sono vecchie e nuove soggettività che mettono in campo risposte concrete che partono dall’esigenza di contrastare la crisi, le tensioni sociali e la crescita del potere delle mafie ma hanno caratteristiche nuove: la reciprocità, la ricerca della giustizia ambientale e non solo lo scambio differito e la solidarietà che sono elementi classici del mutualismo dell’900. Con questa ricerca vogliamo capire in che modo queste realtà hanno ridefinito attraverso il mutualismo forme di democrazia più efficaci e nuovi concetti di cittadinanza”.
“La reciprocità tra comunità, ma anche tra singoli individui che non si conoscono è uno strumento fondamentale per poter intraprendere una rotta diversa rispetto a quella seguita finora che ha portato a un aumento delle disuguaglianze”, ha spiegato Fabrizio Barca. “C’è una ricchezza di esperienze innovative che sono mosse da una genuina vocazione al sociale, molto più diffuse di quello che pensiamo, ma spesso sono ignorate e non vengono messe a sistema. Sbagliando metodologie e tempi di narrazione, finora non siamo forse riusciti a raccontare tali realtà di frontiera che tengono in vita il Paese. Ora i saperi di una rete di auto-organizzazione di cittadinanza attiva, come quella della Rete dei Numeri Pari, incontra la ricerca accademica. Il nostro comune obiettivo è di fare emergere questo universo di esperienze. E’ un passo affinchè esse possano concorrere alla svolta radicale oggi necessaria nelle politiche, volgendole a rimuovere gli ostacoli a queste espressioni di socialità”.
Il lavoro si articolerà in un’indagine sul campo condotta su 112 esperienze della Rete dei Numeri Pari identificate in tutta Italia, affiancata da seminari e attività di formazione di capacità. Un ruolo fondamentale lo avrà l’area Scienze di Sociali del GSSI, guidata dalla prorettrice Alessandra Faggian: “Oggi se si va a cercare nella letteratura economica non si trova uno studio sistematico sulla geografia del mutualismo”, ha sottolineato Faggian. “Su questo argomento c’è un vuoto cognitivo che noi vogliamo colmare con uno studio rigoroso che monitori le iniziative di mutualismo sul territorio. Quindi sarà una ricerca sul campo, con l’obiettivo di avere alla fine un quadro rigoroso da mettere poi a disposizione di altri ricercatori o dei decisori politici”.