Mercoledì, 11 Giugno 2014 21:00

Il potere della cultura e il futuro del libro. Intervista a Marino Sinibaldi e Giorgio Zanchini

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La casa editrice Laterza ha da poco pubblicato Un millimetro in là, un libro costituito da una lunga intervista di Giorgio Zanchini a Marino Sinibaldi.

Sinibaldi, 60 anni, è giornalista, critico letterario e autore radiofonico. Tra le decine di programmi di cui è ideatore, c'è la storica trasmissione Fahrenheit, in onda tutti i giorni su Rai Radio 3, rete di cui, dal 2009, è anche direttore.

Anche Giorgio Zanchini è un giornalista radiofonico e dal 2010 lavora a Radio 3 proprio con Sinibaldi.

Il libro è stato presentato il 10 giugno presso l'aula magna del Gran Sasso Science Institute. Sul palco, insieme agli autori, anche il direttore dell'istituto Eugenio Coccia e, nelle vesti di moderatrice, Cinzia Corridore. Presenti, tra il pubblico, molti docenti e dottorandi del GSSI e alcuni studenti delle scuole superiori.

Il titolo del libro è tratto da una delle pagine iniziali: "Quella parte di vita che puoi cambiare, quel pezzo magari piccolo di destino che puoi spostare: la cultura è la condizione necessaria per autodeterminare la propria vita e per liberarla".

Ma, si chiedono i due autori, "cosa accade quando tecnologie, linguaggi, modalità di creazione e di trasmissione cambiano così rapidamente e in profondità? Emergeranno forme di produzione e comunicazione della conoscenza e delle emozioni del tutto nuove".

"Abbiamo a disposizione strumenti e linguaggi che l'umanità prima d'ora aveva solo sognato" dice Sinibaldi nell'intervista a NewsTown "tecnologie che rendono l'accesso alla cultura e la sua circolazione infinitamente più semplice e democratica. Quest'occasione va colta sia sul piano teorico che pratico".

"Dobbiamo mettere davanti alle nuove generazioni lo scenario di libertà e le potenzialità che le nuove tecnologie contengono. Un ragazzo che voglia costruirsi le proprie conoscenze, accedere al sapere, provare emozioni, ha a disposzione più strumenti rispetto al passato. Questa cosa contraddice il senso di pessimismo provato da molti giovani; non lo cancella, certo, perché ci sono delle ragioni - materiali, economiche, strutturali - che ci e li rendono insicuri e incerti rispetto al futuro. Ma ci sono degli strumenti di conoscenza, di partecipazione che non abbiamo mai avuto. Sta a noi usarli. Il problema è politico: perché questi mezzi di conoscenza siano davvero a disposizone di tutti occorre fare delle battaglie collettive: per la democrazia della rete, le biblioteche scolastiche, contro il divario digitale. Però occorre anche investire su se stessi, mettersi alla prova, adoperare tutta questa libertà".

"Io credo" afferma Giorgio Zanchini "che il tema più interessante sia questo: che forme assume il nuovo dibattito pubblico grazie agli strumenti emancipatori che ci ha fornito la rivoluzione digitale negli ultimi 20 anni? C'è chi saluta il mutamento che c'è stato come un fattore di crescita e libertà. Io sono tendenzialmente più sospettoso perché mi chiedo quali siano gli esiti reali di questi processi, se c'è stata maggior inclusione o se ci sono invece nuove esclusioni. Abbiamo, a mio avviso, ancora bisogno di mediazione e di selezione. Ma poiché il campo si è fatto molto più complesso e articolato rispetto a prima, la legittimazione, da parte di chi voglia diventare un'autorità nella verifica e nell'autenticazione delle notizie, deve avvenire su scala più ampia".

Il libro si interroga anche sul futuro del libro come oggetto di trasmissione e diffusione del sapere e sul pericolo o la possibilità (dipende dai punti di vista) che, in questa sua funzione, possa essere scalzato dalle nuove tecnologie: "Il libro" spiega il direttore di Rai Radio 3 "è perfetto ma per un'epoca diversa dalla nostra. Non voglio mettere un mezzo contro un altro, penso che sia il loro sommarsi a rendere ricco il nostro panorama. Che i libri siano cacciati dalla nostra vita quotidiana, dipende da noi, possiamo benissimo impedire questo destino. Se ciò sta accadendo, è perché l'impulso e il desiderio di conoscenza e incontro con gli altri è soddisfatto da altri strumenti. Dobbiamo capire questa realtà, non demonizzarla, preoccuparci per gli elementi di rischio che contiene ma non dare per scontato che rappresenti di per sé un impoverimento".

Nel video interviste a Marino Sinibaldi, Giorgio Zanchini e Eugenio Coccia.

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 12 Giugno 2014 15:23

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