First Supper, la “prima cena”, in piazza Gemona, nel villaggio post-sismico di Fossa, in provincia dell’Aquila, offerta a tutta la cittadinanza, assieme a momenti di poesia e musica, per ritrovare, in sicurezza, un momento di convivialità a lungo negata dalla pandemia, che ha obbligato a sospendere la storica sagra della Bistecca, giunta alla 42esima edizione. Per mettere in scena l’esperienza artistica intesa come fermento di comunità, enzima di relazione. Ricordando che in un immaginario o reale simposio del filosofo Platone emersero parole immortali sulla bellezza.
Con un momento corale e di festa si è concluso l’intervento dell’artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi, nell’ambito del progetto “Riabitare con l’arte”, residenze artistiche internazionali nell’Area Omogenea 8 del Cratere sismico 2009”, realizzato da Carsa, con la compartecipazione dei Comuni di Barisciano, Fontecchio, Fossa ed Ocre e con il sostegno dell'Usrc, l'Ufficio speciale per la ricostruzione del Cratere.
Saleh Mohammadi, 47 anni, ha iniziato la sua carriera artistica all'Art university di Teheran, perfezionandosi presso l'Accademia di Brera di Milano e ha raggiunto la notorietà con opere pittoriche che hanno sostituito alle tele i tappeti mediterranei. Alla cena hanno partecipato, assieme ai compaesani e altri artisti coinvolti nel progetto, anche il sindaco Danilo Boccabella e il parroco don Gaetano Chibueze, ed è stata preparata dalla Pro loco di Fossa, di cui è presidente Danilo Bonanni.
Serviti ai tavoli fumanti spaghetti all’amatriciana, salsicce alla brace, bruschette aglio e olio e cicoria ripassata. “L’idea di organizzare cene collettive - spiega l’artista - è nata nel 2014 a Milano, nello spazio espositivo e residenza d’artista Spazio Nour, che ho contribuito a fondare, in un contesto molto problematico come viale Bligny. 'Nour' significa nella mia lingua luce che si accende, ed è questo per me il ruolo che l’arte deve assumere nella società odierna: favorire l’incontro, coinvolgere le persone, non riesco a pensare ad un’arte separata dalla convivialità, dal condividere il pane e l'acqua”.
“Riabitare con l’arte – le parole del sindaco Boccabella – ci ha dato la possibilità di conoscere e confrontarci con artisti come Mahmoud, e ancor prima con la pittrice Martina Riescher, di Berlino. E’ stato un reciproco arricchimento. Riabitare con l’arte ha portato una carica vitale ed è importante poi questa serata in piazza, la prima dopo i lunghi mesi di emergenza pandemica. La viviamo come la prova generale della sagra, che siamo stati costretti a sospendere negli ultimi due anni, e che se tutto andrà per il verso giusto torneremo a celebrare l’anno prossimo”.
Ha aggiunto don Gaetano: “serate come queste confermano che la vita va avanti, che la pandemia non ha distrutto nulla. Anzi ci ha aiutato a capire il valore delle cose importanti: tra queste lo scambio tra culture diverse, ma unite nella ricerca del bene comune”.
“Riporterò a casa un ricordo indelebile di Fossa e della sua straordinaria gente - la chiosa dell'artista iraniano - le tante cose imparate qui, dagli anziani in particolare. Ho provato dolore nel vedere un paese meraviglioso come Fossa ferito così in profondità dal terremoto del 2009, e che con grande difficoltà viene ricostruito. Paese ben visibile dal villaggio Map, a disegnare l’orizzonte, di una nostalgia, ma anche di un futuro ritorno”.
Nel progetto Riabitare con l’arte sono coinvolti 11 comuni: Acciano, Barisciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Tione degli Abruzzi e Villa Sant’Angelo. Fino a ottobre il progetto offrirà l’opportunità a 13 artisti internazionali multidisciplinari, provenienti da Costa Rica, Argentina, Stati Uniti, Perù, Spagna, Germania, Egitto e Iran, di trovare nei borghi abruzzesi nuova ispirazione.