Più auto in circolazione e un crollo quasi uniforme nell’utilizzo del trasporto pubblico. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti.
Poche note positive, che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili.
Nel 2020 segnato dall’emergenza pandemica, i capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali: se è vero, infatti, che il Covid-19 colpisce anzitutto le città, modificandone contorni, regole e indirizzi, le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione e best practice cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala nazionale.
È il quadro che emerge dal rapporto Ecosistema Urbano 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e presentato questa mattina in diretta streaming sui siti di Nuova Ecologia e Sole 24 Ore, sul canale YouTube e sulla pagina LinkedIn di Legambiente.
Il report, pubblicato sul Sole 24 Ore di oggi, prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori raggruppati in 5 macroaree (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città: a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione.
In Abruzzo, Teramo entra nella top 20 (con il 62,62%) mentre L’Aquila, seconda in regione, si attesta al 56esimo posto nella classifica generale con il 53%. Salgono Chieti (63esima) e Pescara (76esima).
Analizzando i parametri riferiti a ognuna delle cinque componenti, L’Aquila registra pessimi risultati se si guarda alla superficie stradale pedonalizzata, risultando 97esima, e alla percentuale di rifiuti differenziati sul totale dei rifiuti urbani prodotti, piazzandosi penultima in classifica per quest'ultimo parametro.
Performance negative emergono anche nel capitolo dedicato alla mobilità. L’Aquila, infatti, figura al 100esimo posto per quanto riguarda il tasso di motorizzazione, indicatore che fa riferimento alle auto circolanti ogni 100 abitanti. Ad incidere negativamente sulla pagella dedicata alla mobilità, anche il parametro che tiene conto dei metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti: L’Aquila, con un valore pari allo 0,429, si piazza al 96esimo in Italia.
Il capoluogo non brilla nemmeno per l’uso efficiente del suolo (89esima posizione) che tiene conto del rapporto consumo di suolo/residenti e di quello livello di urbanizzazione/residenti; modesto anche il punteggio relativo alla capacità di depurazione delle acque, con L’Aquila che occupa il 77esimo gradino nella classifica per il singolo parametro.
A registrare una nota positiva sono i punteggi ottenuti nel capitolo dedicato alla qualità dell’aria (L’Aquila è prima in Italia per la bassa concentrazione di polveri sottili PM10). Il capoluogo d'Abruzzo, inoltre, è settimo se si guarda all’offerta di trasporto pubblico, cioè ai chilometri percorsi annualmente dal complesso delle vetture divisi per abitanti, anche se per quanto riguarda l’utilizzo dei mezzi scende al 36esimo posto. Un dato che, tuttavia, risulta 'drogato' dalla estensione del territorio comunale rispetto ai residenti.
Sul fronte energie rinnovabili, L’Aquila è 30esima in Italia per diffusione di solare termico e fotovoltaico installato nelle strutture pubbliche.
“Ecosistema Urbano fotografa un Paese in buona misura fermo, che torna addirittura indietro su alcuni indicatori ambientali: già nello scenario pre-pandemico, il rapporto descriveva capoluoghi che faticavano a decollare nelle politiche di sostenibilità, contribuendo a conflitti con l’Europa e a procedure d’infrazione, come per la depurazione delle acque o la qualità dell’aria. Il periodo pandemico, al netto di alcuni miglioramenti, ha complicato le cose – dichiara il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco – Ora, però, nell’ambito del PNRR si apre una possibilità per invertire la rotta: sono i bandi pubblicati dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare alla differenziata e alla costruzione di impianti di riciclo, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque. Essenziale sarà la capacità degli uffici tecnici delle città di sottoporre progetti adeguati che rispettino i criteri ambientali stringenti imposti dall’UE, ma anche un loro affiancamento da parte di strutture tecniche pubbliche centrali, per sopperire alla carenza cronica di personale e competenze delle amministrazioni locali”.
“Ancora una volta le nostre analisi confermano che, anche in un’annata particolarmente difficile come quella evidenziata dai numeri, l’Italia del buon ecosistema urbano è quel Paese che riesce a pianificare e a spendere bene le proprie risorse. Anche l’Abruzzo prova ad evolversi, pur in mancanza di risposte o di indirizzi nazionali chiari – aggiunge Silvia Tauro, responsabile Youth4planet Legambiente Abruzzo – Per uscire davvero dall’emergenza urbana serve però una strategia nazionale che sostenga e finanzi le buone scelte per rendere le nostre città più vivibili e adattabili alle necessità dell’ambiente e dei cittadini. In tal senso, un utilizzo oculato del PNRR a partire dalle città, puntando sul buon lavoro dei Sindaci, può essere un’opportunità concreta di rilancio per l’intera Regione, con meno auto e mezzi meno inquinanti, più infrastrutture intelligenti e ultra-connesse”.
Oltre i numeri, le buone pratiche
Ecosistema Urbano dedica spazio a quelle realtà che, a Nord come a Sud, presentano buoni esempi di sostenibilità non sempre visibili guardando ai soli numeri e alle sole statistiche. Diciotto le buone pratiche premiate e inserite nell’edizione 2021 del rapporto. È il caso, ad esempio, della rivoluzione partita dalla periferia est di Napoli, quartiere di San Giovanni a Teduccio, dov’è stata avviata la prima comunità energetica rinnovabile e solidale del Paese; del Distretto dell’Economia Civile della provincia di Lucca, nato in piena pandemia; dei tre milioni di nuovi alberi che entro il 2030 saranno piantumati nell’ambito del progetto “ForestaMI” o del primo parcheggio per biciclette, aperto alla stazione Cordusio, linea 1 rossa della metropolitana, a Milano. E ancora, il caso di Cagliari, dove un progetto ha consentito il recupero delle acque reflue in uscita dai depuratori, un tempo lasciate defluire a mare e oggi impiegate per annaffiare i giardini pubblici. O del progetto della Superciclabile che collegherà Firenze con Prato: 15 chilometri che daranno una svolta all’intero sistema di mobilità in un quadrante molto congestionato dal traffico e tagliato in due dall’Autostrada del Sole.
Il rapporto Ecosistema Urbano 2021 è scaricabile su www.legambiente.it (contenuti interattivi disponibili su https://ecosistemi.legambiente.it) ed è consultabile anche su https://lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano