Domenica, 01 Maggio 2022 22:18

In esposizione la mostra “Il lavoro: storia fotografica della fabbrica nell’Aquilano”

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E' stata inaugurata sabato 30 aprile, presso il cortile di Palazzo Bonanni, in Piazza Regina Margherita all’Aquila, la mostra “Il lavoro, storia fotografica della fabbrica nell’Aquilano”.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 7 maggio prossimo, dalle 10 alle 12.30 e dalle 18 alle 20, è curata da Tommaso De Benedictis, giovane ricercatore nell’ambito della storia contemporanea, e da Riccardo Lolli, studioso di storia sociale, in collaborazione con l’Archivio di Stato dell’Aquila, con il sostegno dello SPI CGIL della Provincia dell’Aquila e dietro impulso di Edoardo Caroccia.

La mostra ripercorre la storia dall’inizio del Novecento fino a lambire gli anni duemila, anni del declino del polo elettronico dell’Aquila.

Attraverso l’esposizione di riproduzioni di documenti provenienti dall'Archivio di Stato e da archivi privati, viene ricostruita la storia degli insediamenti industriali e manifatturieri all’Aquila, non solo lo stabilimento noto come Italtel, ma anche il cementificio di Cagnano Amiterno e il mobilificio di Francesco Masci in località San Sisto.

Dello stabilimento industriale di Pile (Italtel) vengono ricostruiti gli antefatti che conducono alla storia più recente. Il racconto parte dal lascito testamentario di Antonio Benedetti che aveva messo a disposizione della città, nel 1823, un premio di 58.000 ducati destinati all’impianto di un lanificio, prosegue con la deliberazione del Consiglio della Provincia che nel 1861 destina lo stesso legato all’impianto di un lanificio “a chi volesse recare ad effetto lo stabilimento di un lanificio nella suddetta Città”, e tocca per tappe il succedersi dei tentativi – più o meno lunghi – di istituire stabilimenti industriali all’Aquila.

Nel 1907 inizia le sue attività non il lanificio auspicato da Benedetti ma un cotonificio - il cotonificio Tobler - che lascia il passo nel 1916 a un lanificio che svolgerà le sue attività per pochi mesi venendo sostituito da due nuovi opifici istallati per conto del Ministero della Guerra: un calzaturificio e una conceria militare.

Nel 1925 subentra la Società anonima seta artificiale Aquila, che tre anni dopo si fonde nella società madre Seta artificiale Varedo assumendo la denominazione di Snia Viscosa. Nel 1939, su decisione di Mussolini, la Banca d’Italia trasferirà nello stabilimento le Officine carte e valori per la produzione di carta moneta, che rimarranno in funzione fino ai bombardamenti del 1943, che causarono la morte di 19 dipendenti.

L’impianto viene rilevato dalla società per azioni Marconi italiana, con casa madre inglese e sede a Genova-Sestri per istallarvi, l’11 settembre 1952, una fabbrica di valvole termoioniche riceventi e valvole trasmittenti. Nel 1959 la Finmeccanica (Iri) assorbe la vecchia azienda e l’anno successivo si insedia la Sgs Ates (Aquila tubi elettronici semiconduttori) che svolgerà la sua attività fino alla crisi indotta dall’obsolescenza delle valvole soppiantate dai transistors.

Nel 1963 lo stabilimento viene ceduto alla Società italiana telecomunicazioni (Sit) Siemens Spa che assumerà il nome di Italtel. La nuova società dà corso, nell’ambito di un piano di risanamento, all’immediata riconversione dell’azienda dalla produzione di tubi riceventi e trasmittenti a quella delle telecomunicazioni. Dopo qualche anno l’azienda è in crescita tanto da acquistare un altro terreno in località Boschetto dove viene costruito un nuovo stabilimento per un’estensione di 85.000 metri quadrati. Nel 1980, mutata denominazione in Italtel Spa, si occupa di trasmissione e ponti radio.

Seguono le vicende più recenti, con l’impianto di Finmek Solutions e di Alenia Spazio e il definitivo epilogo di esperienze industriali a L’Aquila.

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