Lunedì, 30 Gennaio 2023 15:10

I Nuclei di Cure Primarie (NCP) di nuovo a rischio chiusura

di  Redazione

Il Segretario Provinciale FIMMG Vito Albano, Il Segretario Provinciale SNAMI Raffaele Giorgi, Il Segretario Provinciale SMI Guido Iapadre e  il Segretario Provinciale CGIL Francesco Marrelli, hanno sottoscritto il seguente appello, riguardante il rischio di chiusura dei Nuclei di Cure Primarie

"I Nuclei di Cure Primarie (NCP) di nuovo a rischio chiusura. Lo denunciano i sindacati medici FIMMG (Federazione Medici di Medicina Generale), SNAMI (Sindacato Nazionale Medici Italiani) e SMI (Sindacato Medici Italiani), unitamente alla CGIL, in rappresentanza dei dipendenti dei NCP, nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi il 30 gennaio 2023 presso l’Ordine dei Medici.

I Nuclei di Cure Primarie (che, ricordiamo, sono associazioni di medici di famiglia con ambulatori aperti dalle 8.00 alle 20.00, e dove si può usufruire anche di personale infermieristico e di segreteria), rischiano la chiusura per la non volontà della parte pubblica di reinserire nuovi medici al posto di quelli andati in pensione.

Questo, affermano i sindacati, avrà conseguenze gravi, sia sanitarie che sociali: infatti ci sarà una riduzione della qualità dell’assistenza sanitaria; in più si profilano grossi rischi di riduzione di orario o addirittura perdita del lavoro da parte del personale assunto nei NCP. In provincia sono a rischio circa 20 posti di lavoro, in un momento storico particolarmente difficile dal punto di vista economico.

Recentemente la Regione ha preso un posizione ben precisa in proposito, negando la possibilità di subentro, e condannando così i Nuclei ad una morte per esaurimento; posizione motivata da indisponibilità economiche di bilancio, ma incomprensibile, visto che i subentri sono economicamente a costo zero (le indennità del medico che va in pensione vengono trasferite al collega che gli subentra; risultato: costo zero).

L’assurdo di tutto questo è che le altre ASL continuano regolarmente a rimpiazzare i medici pensionati, e gli unici penalizzati restano i cittadini della provincia dell’Aquila. Esiste poi, continuano i sindacati, un’assurdità di natura sia programmatica che politico sanitaria: nel momento in cui si sta navigando verso la creazione delle Case di Comunità (CdC) (di cui sono state già individuate le sedi), logica vuole che vengano sostenute e difese le associazioni mediche , che costituiscono l’embrione da cui sviluppare l’organizzazione di lavoro all’interno delle CdC; in realtà, le scelte della parte pubblica vanno in senso diametralmente opposto, scegliendo di far chiudere di fatto i NCP, perdere l’esperienza maturata in quindici anni, perdere il relativo investimento economico, e poi ricominciare tutto da capo.

Ebbene, noi non accettiamo questa illogicità, e iniziamo da oggi una serie di azioni di lotta a difesa della medicina territoriale, a difesa dei cittadini di questa provincia, a difesa del nostro personale (ormai altamente formato sul piano professionale), e a difesa dei giovani medici, cui viene impedito di esercitare la professione a livelli più organizzati e produttivi del “vecchio” medico di famiglia. Dopo gli interventi dei rappresentanti sindacali, il sign. Antonio di Giandomenico, presentandosi come un cittadino utente dei NCP, ha annunciato la sua intenzione di promuovere un comitato cittadino a difesa dei NCP, per una sanità pubblica uguale per tutti.

Ultima modifica il Lunedì, 30 Gennaio 2023 15:17
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