Ennesimo vile attacco ad una sede della Cgil da parte di sedicenti gruppi non meglio identificati.
Questa mattina i sindacalisti della sede di Ortona hanno ritrovato la sede della città deturpata con scritte e simboli infamanti che non riportiamo volutamente per il rispetto che abbiamo per i sindacati e ciò che rappresentano.
Scritte e simboli già utilizzati per deturpare altre sedi CGIL in Abruzzo e più in generale in Italia.
"Esprimiamo il più totale sdegno nei confronti del vile gesto" queste le parole del segretario della CGIL di Chieti Francesco Spina "le nostri sedi sono da sempre presidi di democrazia e libertà e quanto accaduto non ha niente a che fare con il dissenso o pensiero critico,ma ci riporta direttamente agli anni più bui della storia del nostro Paese."
L'atto intimidatorio di questa notte ai danni della sede di Ortona purtroppo si aggiunge agli attacchi dei mesi scorsi a Chieti come a Pescara, per non parlare del violento assalto alla sede di Roma che scosse l'intero paese. Non possiamo non interrogarci dinanzi a quanto stiamo assistendo. Attacchi biechi alle case del lavoro e dei lavoratori che vogliono intimorire e gettare infamia sulla Camera del lavoro utilizzando metodi e modalità che ci riportano ad uno squadrismo organizzato e nascosto che con prepotenza agisce in maniera losca e brutale.
Per fortuna però questi tentativi non sembrano avere successo, infatti nella nota del segretario Spina si legge
"La CGIL continuerà ad essere sempre un luogo dove chi ha bisogno può rivolgersi, pronti a dare la nostra mano e non ci faremo certo intimorire da fatti di questo tipo. Esiste però un sempre più crescente bisogno di vigilanza, controllo e rispetto delle regole democratiche da parte di tutte le istituzioni e delle forze di pubblica sicurezza. Segnali come questi non vanno sottovalutati, per tali ragioni chiediamo a tutte le Istituzioni di mobilitarsi contro il clima di crescente odio immotivato che colpisce in maniera ingiustificata le sedi del sindacato forse anche perché rappresentano,oggi più che mai, presidi e luoghi di aggregazione e discussione democratica ci cittadini e lavoratori.