Questa mattina alla veneranda età di 102 anni ci ha lasciato il partigiano Gilberto Malvestuto, Ufficiale al Merito della Repubblica italiana e combattente per la libertà, Malvestuto è stato insignito di Croce di guerra al Valore Militare per la sua condotta nella Guerra di Liberazione, suggellata dall’ingresso trionfale nella città di Bologna all’alba del 21 aprile 1945, primo italiano tra i soldati degli eserciti Alleati.
Con Gilberto Malvestuto se ne va una storia di eroismo militanza e caparbietà. Un uomo libero, in grado di ribellarsi e di combattere per la libertà fra rinunce e abnegazione. Una storia che è durata per 102 anni senza mai fermarsi, infatti il suo impegno non si è mai fermato, è proseguito negli anni cambiondo forma. Nell'ultima fase della sua vita il suo impegno è stato profuso in particolare nella testimonianza civile, soprattutto in veste di Presidente e membro del Direttivo dell’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea.
Per ricordare questo combattente per la libertà pèuibblichiamo brevemente qualche cenno della sua storia, per redergli onore, ma soprettuto per non smettere di lasciarci ispirare.
"La prima ribellione di Malvestuto, una reazione contro l’ammaestramento delle parole e del pensiero imposto dal fascismo, nasce tra banchi dell’istituto magistrale, che frequenta accanto all’amatissima Leda Comitis, sua futura compagna, proveniente da una nota famiglia antifascista di Sulmona. La comunanza affettiva e di ideali socialisti con Leda lasciano un segno indelebile nella formazione di Malvestuto e lo muoveranno anche in seguito vero i valori dalla Resistenza.
L’8 settembre è a Montepulciano Scalo, appena nominato sottotenente, per l’espletamento del servizio di prima nomina. Interrotti i collegamenti del Comando con Siena, in assenza di ordini superiori, egli rimane consegnato in caserma con il suo Battaglione per poter sostenere un eventuale attacco della Wermacht, che intanto si accinge ad occupare militarmente l’Italia centro-settentrionale. Solo attorno al 12-13 settembre arriva l’autorizzazione ad abbandonare il presidio. Con altri ufficiali rimasti in zona e una licenza straordinaria “in attesa di disposizioni”, Malvestuto si mette in viaggio per rientrare in Abruzzo.
Abbandonata l’uniforme di ufficiale dell’esercito italiano, fortunosamente raggiunge la città natale dove passa, alla macchia, i nove mesi successivi. Quando nel giugno del 1944 la Banda Patrioti della Maiella valica il massiccio omonimo e dilaga nella vallata peligna mettendo fine all’occupazione nazi-fascista, Gilberto sceglie per la seconda volta la strada della ribellione con l’adesione alla Resistenza. La sua è di nuovo una scelta morale: a 23 anni avrebbe potuto tornare a vivere liberamente, avendo intanto sostenuto e vinto un concorso pubblico nazionale per la qualifica di alunno d’ordine di stazione. Eppure decide di combattere per la “liberazione dei fratelli del Nord”, aderendo all’appello lanciato da Ettore Troilo, a cui resterà legato, anche nel dopoguerra, in un rapporto di stretta collaborazione basato su una profonda stima reciproca. Raggiunta la Maiella a Recanti, Malvestuto si arruola con il grado di sottotenente e viene assegnato alla Compagnia Pesante mista.
Dalla fine di ottobre 1944 prende parte ai combattimenti sostenuti in Romagna e in Emilia per la liberazione di Monte Castellaccio, Brisighella, Monte Mauro, Monte della Volpe, Monte della Siepe. Trascorre il lungo inverno del ’44 sul Fiume Senio, sul Lamone, sul Fiume Indice, fino alla radiosa primavera che lo vede protagonista della liberazione di Castel San Pietro alla testa della sezione Mitraglieri. La stessa, integrata da un plotone della 1° Compagnia Fucilieri, libererà Bologna intanto insorta contro le forze tedesche e fasciste il 21 aprile 1945.
Tra le pagine più dolorose del suo Diario di guerra, la perdita di Oscar Fuà, studente diciassettenne di Sulmona, caduto a Brisighella e quella del Capitano Mario Tradardi, la mattina del 17 dicembre 1944 a monte Mauro, di cui Malvestuto vorrà portare il feretro a spalla.
Tra le pagine più luminose, la solidarietà della popolazione di Modigliana, che lo ospita con i Maiellini la notte di Natale del 1944 e quella dei Bolognesi, di cui ha sempre ricordato il festoso abbraccio al termine della lunga avanzata lungo la Via Emilia. “I nomi di battaglia non contavano nella Maiella”, ha raccontato Malvestuto a Gad Lerner nella lunga intervista rilasciata lo scorso aprile per la trasmissione la Scelta "noi combattevamo a viso aperto".
Sono giunti diversi messaggi di cordoglio per la perdita del Partigiano Malvestuto:
Il senatore e segretario regionale del Partito Democratico Michele Fina scrive:
"Il cordoglio e la commozione che esprimo sono quelli di tutto il Partito Democratico abruzzese. Ci ha lasciati il partigiano Gilberto Malvestuto, componente della Brigata Maiella, esempio luminoso di passione, coraggio, impegno civile" Inoltre Fina ha ricordato che "quando due anni fa inviai a Malvestuto una lettera di auguri in occasione del suo centesimo compleanno, scrissi un messaggio che vale la pena riproporre oggi, per ricordarlo: la Brigata Maiella è un vanto dell'Abruzzo nella Resistenza, una componente essenziale delle battaglie per la nascita della democrazia repubblicana. Con la Brigata Maiella l'Abruzzo trasmette i suoi valori e i suoi tratti essenziali, di rigore, di semplicità, di franchezza alla nuova Italia che nasce con la Resistenza. Grazie, Gilberto, con te e con i partigiani come te l'Italia e l'Abruzzo hanno un inesauribile debito di riconoscenza".
Anche il PD dell'Aquila ricorda Malvestuto scrivendo:
"Piangiamo commossi Gilberto Malvestuto, che ci ha lasciato stamane. Il partigiano, nato a Sulmona il 17 aprile del 1921, è stato combattente del Gruppo Patrioti della Maiella; ultimo dei comandanti della Resistenza, fu tra i primi ad entrare con la Brigata Maiella nella Bologna liberata, il 21 aprile del 1945. Esempio luminoso di passione, coraggio e impegno civile, è stato protagonista di una delle pagine più gloriose della storia d'Italia, difendendo i valori universali e sacri di libertà, rendendo la nostra Regione orgogliosa di un figlio illustre e speciale. "Non sono un eroe, ho fatto solo il mio dovere, quel che andava fatto", ripeteva Gilberto, cercando di spiegare come il suo arruolamento nella Brigata Maiella, di cui comandò il reparto artiglieri, era un atto dovuto, necessario, irrinunciabile. Una scelta di vita. La scelta giusta. E per questa scelta noi oggi lo ricordiamo e lo piangiamo. Addio Gilberto, addio Partigiano!"
“Il partigiano Gilberto Malvestuto ci ha lasciati. Una vita spesa bene, nella gloria di aver difeso il suo paese dal nazifascismo e di aver liberato l’Italia. La sua partecipazione alla resistenza ed alla liberazione è storia d’Italia. Un uomo forte, umano, saggio, coraggioso, giovane ed eterno eroe. Averlo conosciuto ed averlo ascoltato è una grazia che mi tengo stretta al cuore. Fu fondamentale il suo apporto di racconto ed esperienza per l’otteninento della Medaglia d’oro al merito civile per la Provincia dell’Aquila da parte del Presidente Ciampi. Da Presidente della Provincia raccolsi in un libro edito dall’Amministrazione il suo eroico racconto perché si potesse far conoscere la sua storia alle giovani generazioni. Onore all’eroe partigiano d’Italia. Sentite condoglianze alla famiglia. “ Così l’on. Stefania Pezzopane esprime il suo cordoglio per la perdita dell’eroe della Resistenza Gilberto Malvestuto.
L'ANPI Abruzzo ricorda il partigiano scomparso con queste parole: "Un uomo libero, in grado di ribellarsi e di combattere per la libertà fra rinunce e abnegazione. Una storia durata una lunga vita: negli ultimi anni il suo impegno è stato profuso nella testimonianza civile, soprattutto in veste di Presidente e membro del Direttivo dell’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea."
“Si parla spesso di dovere della memoria, meno di frequente si invoca, a proposito di grandi personalità che ci hanno lasciato, la gioia del ricordare. Nel caso, la gioia e il privilegio dell’aver avuto con noi un testimone così credibile, vitale, appassionato, che aveva fatto della cultura dell’impegno il fulcro della propria esistenza”. Dichiara il Presidente della Fondazione Brigata Maiella, istituzione di cui Gilberto Malvestuto era Presidente onorario.
"In un momento così delicato per il nostro Paese, sottolineano la scelta di vita, il ruolo e l'impegno per la lotta antifascista e la difesa della Costituzione, per la quale hanno combattuto uomini come Gilberto Malvestuto. Anche in suo nome continueremo a difendere e a diffondere i valori della Costituzione e gli ideali della democrazia e della libertà." i sindacati regionali SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL ricordano il partigiano Malvestuto.