Dal 31 marzo al 27 aprile la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre ospita tre opere scultoreo-musicali adattive, ossia opere in grado di trasformarsi musicalmente in base all’interazione con il pubblico e al trascorrere del tempo. Frutto di una collaborazione iniziata nel 2006 tra l’artista visiva Licia Galizia e il compositore Michelangelo Lupone, ai quali si è unita la compositrice Laura Bianchini, hanno creato nel corso degli anni, diverse opere adattive sempre più orientate alla fruizione che coinvolge i vari ambiti percettivi.
Le loro opere integrano la musica alla forma scultorea grazie ad un sapiente utilizzo delle caratteristiche vibrazionali dei materiali (legni, metalli e materiali sintetici), delle sagome e delle dimensioni.
Il concept di ogni opera nasce dalla integrazione espressiva della forma, della musica e dei modi con cui interagisce con il pubblico e l’ambiente.
Gli studi vibrazionali sui materiali sono condotti da questi tre artisti al CRM Centro Ricerche Musicali di Roma, un centro all’avanguardia per la ricerca musicale e scientificotecnologica e costituiscono la base delle tecnologie definite Planofoni ® (piani che trasmettono il suono). La concezione innovativa di queste opere risiede nella totale integrazione della musica alla forma plastica.
La partitura musicale si basa, infatti, sui timbri e le altezze generati dalle forme messe in vibrazione.
Il tempo e lo spazio, rispettivamente dominio privilegiato della musica e della forma plastica, convergono fino a coincidere in un’esperienza nuova, sia per l’opera musicale sia per quella visiva.
Presentata per la prima volta alla Galleria La Nuova Pesa a Roma, la mostra Codici & Sorgenti arriva alla Fondazione de Marchis riproponendo tre opere che, pur essendo parte di due distinti progetti, ben si integrano e si armonizzano sia per l’equilibrio cromatico che per le caratteristiche musicali.
“Codici a tratti”, parte del ciclo di tre opere “Codici” (2018) di Galizia e Lupone, è dedicata alla comunicazione non verbale. Prima e più imponente delle tre, si fonda sulla dialettica tra gli impulsi emozionali e le scelte razionali: questi elementi partecipano in modo congiunto alla definizione dello stato psico-fisico di un individuo e determinano i modi di comunicazione non verbale con gli altri esseri umani. Sono caratteristiche proprie del dominio musicale e ciò permette all’opera di divenire performativa. Nelle altre due opere “Acqua 1 (Galizia | Lupone, 2018) e “Acqua 5” (Galizia | Bianchini, 2018), parte del ciclo “Acque” composto da 5 opere, il dialogo cromatico tra il nero (acqua non pura) e il bianco (acqua pura) è stato interpretato dai due compositori come il limite di un contrasto espressivo tra i suoni, come un dialogo serrato e vitale che si anima con il movimento degli elementi scultorei in aggetto: lamine sottili e delicate che si intrecciano in una cascata complessa come l’acqua a cui si ispirano.