Sabato, 01 Aprile 2023 12:28

Scuole abruzzesi sempre più vuote: -913 alunni per il 2023/2024.

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Nella giornata di ieri, venerdì 31, l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Abruzzo ha comunicato alle organizzazioni sindacali gli organici del personale docente per le scuole abruzzesi. Anche quest’anno il quadro che esce fuori dai dati racconta un drastico calo delle iscrizioni nelle scuole e narra la desolante condizione della regione.

Per l’anno scolastico 2023/24 sono infatti previsti 913 alunni in meno, ricordiamo che l’anno scorso la perdita era stata di 2723 alunni.

Scendendo ad analizzare nel dettaglio i dati delle quattro provincie la variazione di alunni rispetto all’anno scolastico 2022/2023 emerge che la provincia con il maggior calo di alunni è Chieti con -690 alunni, seguita da Pescara con -282 alunni e da L’Aquila con -135 alunni, Teramo è l’unica provincia a registrare un trend positivo con +194 alunni, ma qui l’aumento degli alunni è dovuto alla presenza di studenti ucraini (circa 280 secondo i dati dell’USR), accolti nelle scuole e pienamente integrati grazie al grande lavoro di tutta la comunità scolastica.

Come ha fatto notare la FLC CGIL i dati di quest’anno non sono altro che il proseguo del processo che in 10 anni ha portato alla perdita di oltre 16.000 studenti nelle scuole pubbliche abruzzesi.

Un dato che” scrive la sigla sindacale “da solo documenta il grave problema della denatalità, dello spopolamento, particolarmente accentuato soprattutto nelle aree interne.”

Inoltre, la FLC ha comunicato che grazie alle mobilitazioni sindacali, nonostante il calo di studenti la dotazione organica di diritto dei docenti a livello regionale resta confermata con 14.460 posti in organico di diritto e 1274 posti di potenziamento, mentre l’organico del sostegno risulta incrementato di 182 posti, per effetto della legge di bilancio 2021, determinando così una estensione dell’organico di diritto a 3.249 posti.

Come FLC” prosegue il sindacato “abbiamo evidenziato che in ogni l’attribuzione degli organici a livello nazionale e regionale penalizza le aree interne e i territori soggetti a spopolamento, perché fatta in base al DPR 81/2009 che attribuisce i posti solo in percentuale al numero degli alunni, non tenendo presento le criticità e le peculiarità dei territori. Occorre inoltre rilevare l’enorme sproporzione tra organico di diritto (3249 posti) e deroghe nel sostegno (oltre 3.000 nel 2022/23): solo il 50% dei posti sono stabili sul sostegno, a fronte di una percentuale che a livello nazionale dovrebbe invece attestarsi intorno all’80%. Occorrerebbe consolidare questi posti nell’organico di diritto, per dare risposte ai docenti precari ma soprattutto agli alunni diversamente abili, che si trovano ogni anno a cambiare docente.

Un’ulteriore problematica messa in evidenza riguarda la scarsità di classi in cui è attivato il tempo pieno nella regione Abruzzo, sono infatti meno del 25%, a fronte di percentuali al di sopra del 50% in particolare nelle regioni del centro nord. L’Abruzzo è una delle regioni per l’erogazione di tale servizio, ciò è causato dall’insufficienza di organici ma anche a poca richiesta da parte delle famiglie in virtù della mancata predisposizione da parte degli Enti locali di servizi opportuni come trasporti, mense scolastiche, locali adeguati.

Su questo fronte la CGIL ha dichiarato:

“La politica regionale e nazionale non può limitarsi a fotografare l’esistente, ma dovrebbe impegnarsi a rimuovere tali disparità di trattamento, in attuazione dei principi costituzionali. La direzione in cui si sta andando, invece, sembra diametralmente opposta. I progetti di autonomia differenziata, di regionalizzazione dell’istruzione e di dimensionamento scolastico introdotti rischiano di avvantaggiare le regioni più ricche, minano alla base l’idea di una scuola pubblica nazionale e mettono fortemente in discussione l’unità del sistema dei diritti. I diritti costituzionali non possono essere differenziati in base al luogo in cui si vive: ci mobiliteremo in ogni modo per fermare questo progetto disgregatore.”

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