E' stato uno sciopero globale, un appello alle donne e agli uomini per dire "no" alla sottocultura dello stupro, un atto di solidarietà, un rifiuto ad accettare la violenza contro le donne e le ragazze come qualcosa di ineluttabile, un nuovo modo di essere. Anche a L'Aquila, come in migliaia di città nel mondo, nella serata di ieri una cinquantina di donne si sono date appuntamento per un flash mob sulle note di "Jay Ho" e hanno abbracciato, così, la campagna ". Per qualche minuto, intorno alle 21, piazza Regina Margherita è tornata ad illuminarsi.
“Un miliardo di donne che subiscono violenza sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano una rivoluzione”: questo lo slogan dell'iniziativa che, nel giorno di San Valentino, ha visto milioni di donne e uomini ritrovarsi nelle piazze di 197 paesi. Veri e propri piccoli spettacoli, con tanto di coreografia da imparare grazie ad un video tutorial. Come ha spiegato Eve Ensler, drammaturga e sceneggiatrice, conosciuta per i celebri “Monologhi della vagina” che sono stati messi in scena in diversi teatri europei e americani e che sono stati tradotti in 35 lingue, questo è stato il primo evento mondiale in cui donne e uomini insieme, di nazioni e classi diverse, hanno intrecciato i loro passi con la consapevolezza che la violenza contro le donne non è qualcosa di privato ma un’epidemia patriarcale diffusa in tutto il mondo. Danzando, migliaia di donne sono uscite dalle gabbie in cui sono costrette, ogni giorno, dalla società sessista in cui viviamo, fuori dalle paure di essere giudicate, violentate, molestate e attaccate.