L'università dell'Aquila avrebbe stipulato un contratto di affitto con la Gallucci srl, per il capannone ex Optimes dove sono state trasferite le aule di ingegneria, senza un'attenta analisi di mercato e in assenza di una stima dell'Agenzia del territorio. L'affitto annuo, inoltre, sarebbe lievitato da 715 mila euro a 1,24 milioni.
Su richiesta del pubblico ministero David Mancini, il giudice per l'udienza preliminare del tribunale dell'Aquila, Marco Billi, ha disposto il rinvio a giudizio del rettore Ferdinando Di Orio, di Filippo Del Vecchio, direttore amministrativo dell'epoca, e di Marcello Gallucci, legale rappresentante della società Gallucci Srl, titolare del capannone. Pesantissima l'accusa: abuso d'ufficio aggravato.
Nel corso dell'udineza, non sono mancate le sorprese: si è appreso che l'Ateneo, ritenuto parte lesa dal pm, non ha ancora nominato un avvocato di parte civile. Particolare curioso è che a indicarlo dovrebbe essere, in qualità di rettore, proprio Di Orio che ha fornito una dichiarazione spontanea, lasciando poi la parola al suo legale Giovanni Marcangeli. Dalle indagini è emersa anche un'altra circostanza: il pm Mancini ha sottolineato come un ulteriore vantaggio per la Gallucci srl, e per la società appaltatrice dei lavori da questa commissionati, si sarebbe realizzato con gli interventi di adeguamento del capannone, per un importo complessivo iniziale di 3,6 milioni più Iva, cui ha fatto seguito invece il pagamento di 5.770.387,20 euro.
Il caso, le cui indagini sono durate più di un anno, era stato sollevato dai professori Sergio Tiberti, ex componente del consiglio d'amministrazione dell'università, Marco Valenti, componente del senato accademico, Pierluigi Beomonte Zobel e Brunello Oliva, anche loro del precedente Cda, e Francesco Bizzarri, della rappresentanza sindacale unitaria universitaria.
I tre imputati andranno a processo il prossimo 3 ottobre.