Lunedì, 08 Giugno 2015 15:40

Amy Winehouse: l’ultimo decennio della cantante apre il Biografilm Festival

di 

Le luci si spengono e delle adolescenti intonano un Happy Birthday sventolando dei lecca lecca con fare audace. La voce e gli occhi della brunetta, però, nascondono qualcosa in più.

I primi minuti di "Amy - The girl behind the name", il documentario diretto da Asif Kapadia, già vincitore ai BAFTA (British Academy of Film and Televison Art) per aver raccontato la vita di Ayrton Senna tre anni fa. Questa è una storia d'amore ma non nel senso classico della definizione: è un film sul bisogno di essere amati. È il particolare che il regista ha colto nella controversa figura della straordinaria cantante inglese Amy Winehouse, prematuramente scomparsa alla maledetta età dei 27, nel luglio 2011.

Un racconto biografico musicale dal quale emerge una ventenne con un dono grandioso ma molto più grande di quanto potesse sopportare. Emerge fragilità più che ribellione. Una follia durata poco meno di 10 anni, l’ascesa e la silente fine. Nel mezzo le parole di una donna che ha fatto la biografa di stessa narrando la sua vita e le sue emozioni attraverso la musica. Non è un edulcorato viaggio on the road sul jet privato della ragazzaccia tutta droghe e alcool ma più un dietro le quinte dell’artista, lontana da se stessa. La caduta, le continue ricadute e gli amori sbagliati. Un padre eretto a cieco salvatore della carriera di una figlia inerme completamente sopraffatta dal successo, che lei stessa dichiara di non saper sopportare. Forse troppo lo spazio lasciato alla debolezza, che fa più presa sullo spettatore, e meno al talento indiscusso e indiscutibile. Una carrellata di voci e persone presenti nella vita di Amy, testimoni il più delle volte consapevoli di una vita al limite, loro malgrado incapaci di restituirle serenità.

Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes il mese scorso ed immediata è stata l’indignazione del padre della giovane, spesso mostrato insensibile di fronte alle più o meno celate grida d’aiuto. La pellicola sarà distribuita dal mese prossimo in Inghilterra e settembre in Italia per tre giornate, il 15, 16 e 17 e i fans dell’artista, emotivamente ma non direttamente coinvolti, sapranno se rendere riconoscenza all’opera del regista inglese.

Amy Winehouse è la protagonista del documentario che ha inaugurato l’11ma edizione del Biografilm Festival, partito a Bologna il 5 giugno, in corso fino 15. Una rassegna che darà al proprio pubblico la possibilità di calarsi in 111 esperienze biografiche differenti, contemporanee e non, da ogni parte del mondo. Tante sono le pellicole proiettate sugli schermi delle sale all’interno di un Festival oramai divenuto un appuntamento, che si fa promotore anche di un programma culturale, musicale e gastronomico che lo precede e lo succede per tutto il mese di giugno. Diversi i temi, i percorsi e i premi che le giurie assegneranno ai vincitori del Concorso Internazionale e del Biografilm Italia, rispettivamente presiedute dai registi Silvio Sodini e Antonietta De Lillo. Altra onorificenza del Biografilm Italia è il Premio Hera "Nuovi Talenti" per la migliore opera prima.

Giornate intense animate peraltro dalla sezione "Vite connesse - Dalla fine della sapere collettivo": una riflessione tramite docufilm sul quotidiano scontro tra privacy e vita social e su come in tal senso si può evolvere anche il lavoro del documentarista. Cityzenfour è il documentario Premio Oscar 2015, di Laura Poitras sul caso datagate, che rappresenterà questa sezione.

E come ogni anno si respira la volontà di accendere i riflettori su un genere a cui non sempre si rende il giusto merito.

Chiudi