Martedì, 09 Luglio 2013 17:37

Cantieri dell'immaginario, Bray: "Da Governo impegno per risorse della cultura"

di 
Video Federica Adriani

Il ministro Massimo Bray torna a L'Aquila per inaugurare stavolta la seconda edizione dei "Cantieri dell'immaginario" la manifestazione culturale interdisciplinare che prenderà vita nelle piazze del centro storico fino al 13 Agosto, tra spettacoli e seminari di danza, teatro e musica.
"I Cantieri dell'immaginario hanno un profilo unico - inizia Bray, che parla al pubblico del Palazzetto dei nobili, leggendo un discorso scritto - perché si prestano a molte riflessioni su quello che l'arte e la cultura possono significare per un Paese o una comunità colpita da un trauma".

Di comunità il Ministro continuerà a parlare in tutto il suo discorso, citando anche l'antropologo Ernesto De Martino:"i cittadini hanno la cultura nel loro Dna e tramite questa rafforzano i legami che fanno una città".
Un discorso molto alto, calibrato piuttosto per gli operatori del settore che lo applaudono sonoramente.

Ci pensano i giornalisti, allora, a far tornare a terra il Ministro domandandogli dei tagli ai fondi sulla cultura: "Mi sembra che tutto il governo, partendo dal presidente del Consiglio, che anche domenica ha ribadito il suo impegno, ritiene che le risorse della cultura ci dovranno essere - risponde Bray, senza mai cambiare il suo atteggiamento distaccato, quasi etereo - "nel caso dell'Aquila si va oltre l'impegno per un ministero: l'impegno verso una comunità, verso una città che deve essere restituita alla sua vita, al senso di quotidianità capace anche di permettere a tutti gli abitanti di progettare il proprio futuro"

Quando però gli si chiede cosa ne pensa della candidatura dell'Aquila a Capitale della cultura 2019, il ministro diplomaticamente preferisce non rispondere.

Non è chiaro, insomma, dove potrebbe arrivare questo fermento culturale che partirebbe proprio da L'Aquila, "esempio di ricostruzione anche immateriale" come esordisce la madrina dei Cantieri dell'immaginario, la senatrice Stefania Pezzopane che a riguardo vuol subito mettere le cose in chiaro: "Sono inaccettabili le affermazioni dei malati di benaltrismo per cui c'è sempre qualcosa di più importante da fare".

Per la Senatrice è importante avere il coraggio di investire sulla cultura a L'Aquila, come si fece nel dopo guerra. I Cantieri dell'immaginario, è bene ricordarlo, sono promossi dal Comune dell'Aquila e realizzati con l'impegno delle istituzioni aquilane destinatarie del Fus, fondo unico per lo spettacolo.

Per essere più precisi diamo qualche numero: 9 sono gli Enti organizzatori; 26 gli spettacoli proposti in cartellone; 102 giorni di laboratorio di teatro, danza e musica; 2 i luoghi della storia; 6 le piazze; 2 i luoghi dello spettacolo; 280 e oltre gli artisti impegnati nel progetto singolarmente, in gruppo, in orchestra, in ensemble e gli allievi dei laboratori e del Conservatorio.

Per il Sindaco Massimo Cialente, i cantieri potrebbero diventare un evento simile ad Umbria jazz. Il primo cittadino, che ha ereditato dall'Assessorato al sociale - lasciato dalla senatrice Pezzopane - proprio la delega alla cultura, coglie l'occasione per ribadire quanto nella sua ricostruzione, L'Aquila punti sulla cultura: "la nostra tragedia può rappresentare un momento di crescita fondato su uno dei pilastri su cui da sempre si regge la nostra comunità, l'istituzione culturale".

E allora il Sindaco va oltre, ricordando come "una parte del progetto C.a.s.e. verrà destinata ai giovani talenti da tutta Europa che avranno una residenzialità pressoché gratuita".

E proprio sui giovani si basa l'intervento di Antonio Messena, coordinatore generale dei cantieri, per cui il progetto presenta tre caratteristiche fondamentali: "i giovani artisti attratti sempre più dall'iniziativa, la scenografia mutevole del disastro che diventa anche luogo di fascino e l'interdisciplinarità della manifestazione che la rende un progetto unico, da cui escono produzioni che poi girano per tutto il Paese. Una manifestazione che deve diventare patrimonio della città e della Regione".

Intorno alle 13, l'incontro è appena terminato. Fuori il Palazzetto dei nobili si incontra una L'Aquila piena di operai, dove un accenno di ricostruzione è finalmente appena iniziato.

Parliamo con uno di loro, Antonio, napoletano cinquantenne. Lo approcciamo mentre insieme a decine di suoi colleghi, gli unici presenti, affolla il bar del Corso prendendo un caffé dopo la pausa pranzo. I tavolini esterni sono pieni di operai.

Ovviamente dei "Cantieri dell'immaginario" non è minimamente a conoscenza ma questo è abbastanza normale. I cantieri che conosce sono ben altri. Antonio lavora qui da un mese, impegnato nel restauro di un palazzo ai quattro cantoni.

Ci dice che ha lavorato anche ad Assisi nel 2002 "con la stessa squadra di operai. Ora ho trovato il lavoro qui tramite un'agenzia di collocamento a Napoli, insieme a quattordici miei concittadini" racconta, aggiungendo che torna a casa ogni tre settimane.

Quando gli chiediamo se ha mai pensato di trasferirsi a L'Aquila, risponde:" si c'ho pensato. In tutta Italia c'è crisi, qui si lavora più che a Napoli. C'è ancora molto da fare qui, è possibile che continui a lavorare se mi chiamano".

Le sue parole si intrecciano al sapore della terra mista alla pietra di cui sanno le viscere del centro storico.

Antonio potrebbe essere tra coloro che tramite un'"occupazione di qualità", come piace ripetere ai sindacati, potrebbe decidere di fermarsi con tutta la sua famiglia: "si ci ho pensato, vedremo. Ho quattro figli il più grosso ha trentanni, il più piccolo otto, non è facile, ma se continuo a trovare lavoro qui, dove c'è molto da fare, è più che possibile che proponga alla mia famiglia di trasferirsi". Per adesso, però, non riesce a dirmi neanche se il posto dove alloggia insieme agli altri si trovi nella parte Est o Ovest della città

Nella pausa pranzo a gruppi, gli operai girano per la città altrimenti semivuota. Gli "aquilani" sono altrove.

Da due giorni il sindaco Cialente afferma che il suo collega pescarese Mascia, gli ha comunicato che 5mila aquilani risiedono ora a Pescara e che lui vuole riportarli nel capoluogo. Ma come non tener presente i cittadini italiani, magrebini, rumeni, albanesi, africani che invece stanno arrivando.

Speriamo che oltre che agli artisti, le C.a.s.e. siano destinate anche a chi ha voglia di fermarsi in città, impegnato in cantieri davvero poco immaginari. Perché se è vero che la ricostruzione si fa anche con la cultura, non è possibile dimenticare anche chi, senza essere artista, viene attratto da questo territorio sporcandosi le mani nel ricostruire materialmente le abitazioni.

Puntare troppo sulla cultura  omettendo il resto, rischierebbe di sfociare in una sorta di consumismo culturale, tra l'altro fisiologicamente elitario.

Nonostante la senatrice Pezzopane parli in merito ai Cantieri dell'immaginario come di una "manifestazione popolare" questa, come altre,  coinvolgerà comunque principalmente una parte, acculturata, della popolazione.

L'Aquila 2019, capitale della cultura o meno, sarà invece una bella scommessa a prescindere, in cui sarà prioritario che non si acuiscano le disparità sociali, non si creino ghetti e tutti si sentano cittadinanza. Alla politica, in tutte le sue forme, calibrare i diversi ingredienti affinché la mayonese non impazzisca.

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Luglio 2013 00:55

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