Martedì, 07 Giugno 2016 15:40

La grande industria traina la fragile ripresa dell'economia abruzzese

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E' la grande industria manifatturiera – il settore automotive del chietino e il polo elettronico della provincia dell'Aquila - a trainare la timida ripresa dell'economia abruzzese, cresciuta, nel 2015, dello 0,2%. Un risultato inferiore a quello nazionale (+ 0,8%) ma da salutare comunque in modo positivo, poiché giunge al termine di un lungo periodo recessivo.

E' questo, in sintesi, il quadro disegnato dal Dossier Abruzzo, il rapporto del Cresa (Centro studi delle Camere di Commercio abruzzesi) sull'economia regionale presentato all'Aquila a Palazzo Fibbioni nell'ambito della 14ª Giornata dell'Economia, evento nazionale durante il quale le Camere di Commercio presentano il quadro dell'andamento dell'economia locale.

La “ripresina” abruzzese si innesta nel generale miglioramento delle condizioni dell'economia italiana - tornata a crescere grazie soprattutto ai prezzi bassi del petrolio, alla debolezza dell'euro e alla ripresa della domanda interna – ma ha anche caratteristiche precipue, ad esempio l'aumento delle esportazioni, cresciute del 7,3% rispetto al 2014, il doppio della media nazionale (3,7%).

L'incremento dell'export si è concentrato in particolare nelle province di Chieti (+9,4%) e L'Aquila (+16,2%) e ha riguardato soprattutto i mezzi di trasporto e i prodotti elettronici, settori nei quali operano grandi aziende multinazionali.

Che ci sia un'inversione di tendenza di segno positivo lo dicono anche altri indicatori, come l'occupazione, che dopo anni di contrazione, è tornata ad aumentare (+0,1% il dato congiunturale, +0,8% quello tendenziale) e il fatturato (incremento tendenziale 7,2%).

“A ben guardare” osserva il direttore del Cresa Francesco Prosperococco “tali risultati sono la somma di andamenti a due e tre velocità, in dipendenza della dimensione d'impresa e le performance del sistema industriale abruzzese sono sospinte verso l'alto dalla presenza di grandi industrie non autoctone operanti principalmente nel settore dell'automotive della provincia di Chieti cui si va affiancando un crescente polo elettronico in quella dell'Aquila”.

Insomma, sono le grandi imprese manifatturiere, quelle con più di 250 addetti, a tenere maggiormente, sia sul mercato interno che estero. Soffrono ancora, invece, settori quali l'alimentare, il legno e i mobili, l'elettromeccanica e l'elettronica.  

“E' evidente” osserva ancora Prosperococco “la fragilità di uno sviluppo prodotto da un numero limitato di grandi imprese, che sono spesso unità locali di grandi industeie aventi la sede principale, quindi il centro decisionale, al di fuori della regione, che operano in pochi settori molto specialistici, intorno al quale si forma un nugolo di piccole imprese e medie imprese che da esso dipende in tutto e per tutto”.

“E' una ripresa, quella abruzzese” afferma il presidente del Cresa Roberto Di Vincenzo “che, al pari di quella nazionale, ha bisogno di essere consolidata per riavvicinarsi ai valori dei parametri che esprimeva prima della crisi”.

 

Ultima modifica il Martedì, 07 Giugno 2016 15:47

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