"Siamo agli sgoccioli".
Ai microfoni di news-town, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli non nasconde la preoccupazione.
L'Unione Europea è stata inflessibile: gli abbattimenti fiscali concessi alle imprese a seguito del sisma, superiori alla soglia dei 200 mila euro (quella del de minimis), equivalgono ad agevolazioni sul mercato, cioè ad aiuti di Stato, e dunque violano le normative comunitarie. Per questo, 120 imprese aquilane - meglio sarebbe dire 'persone giuridiche' - dovranno restituire il 40% delle tasse non versate nel periodo di sospensione; un vero e proprio salasso: il totale lordo si attesta, infatti, a 73 milioni di euro.
Dalla somma 'monstre' si potranno scomputare gli importi per i danni diretti e indiretti patiti dalle singole imprese, oltre ad eventuali errori delle amministrazioni che hanno calcolato gli importi economici (Inps, Inail, Agenzia delle Entrate); andranno aggiunte, però, le somme eventualmente non versate dalle imprese come tributi locali, che concorreranno a stabilire l'effettivo aiuto economico ricevuto: a dire che il numero delle imprese potrebbe anche essere superiore a 120, e così l'importo totale che andrà restituito.
"Siamo riusciti a guadagnare parecchio tempo - sottolinea Lolli - ma siamo davvero agli sgoccioli". In effetti, la notifica d'infrazione è del dicembre scorso e soltanto in questi giorni è stato nominato il commissario ad acta che dovrà determinare le somme esatte dovute da ogni 'persona giuridica'; a quel punto, verrà istruito il decreto ingiuntivo di pagamento che sarà immediatamente esecutivo. "Si dovrà operare in tempi molto stretti", sospira Lolli.
"Ci stiamo predisponendo per fare in modo che, fatto il provvedimento, ci si trovi pronti ad eseguirlo; allo stesso modo, continuiamo a discutere per capire le misure che possiamo mettere in campo per opporci ad una vera e propria angheria".
Stamane, il vice presidente della Giunta regionale ha convocato a Palazzo Silone i sindaci dei Comuni interessati e, a seguire, le imprese coinvolte.
"Lo ribadisco: stiamo subendo una vera e propria angheria. Innanzitutto, non riesco a capacitarmi di come si possa soltanto pensare che un territorio, colpito da una catastrofe economica e finanziaria oltre che sociale, possa aver beneficiato di qualche vantaggio dalla parziale riduzione delle tasse; semmai, si è trattato di un limitato recupero dei danni patiti, e del disavanzo che abbiamo dovuto sopportare rispetto agli altri sistemi economici europei. E poi - aggiunge Lolli - è intollerabile che il provvedimento riguardi soltanto l'Abruzzo: per tutti gli altri eventi sismici, dove addirittura la sospensione è stata totale, la richiesta è caduta in prescrizione essendo trascorsi più di dieci anni".
Tra l'altro, le imprese aquilane si ritrovano a dover pagare per errori commessi da altri; infatti, il problema è la mancata notifica della sospensione all'Europa. C’è una norma che stabilisce le modalità d'intervento in questi casi, e la prima misura è proprio la notifica; per ben undici volte, però, la procedura non è stata rispettata. La colpa, evidentemente, non è delle imprese o delle comunità locali. La colpa è dello Stato e dei vari dirigenti che, nel corso degli anni, sono stati inadempienti. Ma se per gli altri territori è scattata la prescrizione, per l'aquilano, come detto, non sono ancora trascorsi dieci anni.
Al danno, pure la beffa. "Non si applica il de minimis a 500 mila euro - che pure era vigente nel periodo in cui è stata istruita la noma, il novembre 2011 - poiché, essendo stata inserita in Legge di Stabilità, l'applicazione vige dal 1° gennaio 2012, e proprio al 31 dicembre 2011 è cessata l'applicazione del de minimis a 500 mila euro: insomma, per un minuto vengono coinvolte le imprese che hanno beneficato di aiuti oltre i 200 mila euro".
E dunque? Come intervenire? "Stiamo lavorando su tre livelli: il primo, ci opporremo in ogni modo all'angheria che stiamo subendo, resistendo giuridicamente: ci penseranno gli avvocati, evidentemente; il secondo, stiamo provando a capire l'eventuale flessibilità del provvedimento; il terzo, stiamo ragionando su come gestire la riscossione - non dovessero andare a buon fine i tentativi di resistenza - riducendo al massimo il danno per le imprese".
Con l'Europa, ci sarà poco da discutere: sostanzialmente, si può negoziare con lo Stato, provando a rateizzare le somme dovute, 'tirando' sulla decorrenza degli interessi da applicare; la via è strettissima, però, e la mazzata per il territorio arriverà, con conseguenze drammatiche per l'economia.
Pezzopane: "Vicenda assurda, il Governo ci aiuti"
"È arrivata in questi giorni alle imprese abruzzesi la richiesta dall'Ue di restituire le somme relative alla tasse sospese nella fase post terremoto del 2009. Su questa vicenda spinosa paghiamo gli errori del governo Berlusconi, che non trattò con la Commissione europea la natura di quella sospensione, ora considerata aiuto di Stato. Per questo oggi sono intervenuta nell'aula del Senato, per chiedere al governo Gentiloni di sostenere la nostra battaglia in Europa per sanare l’errore di allora".
Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. "Di questa assurda vicenda - prosegue Pezzopane - abbiamo discusso al tavolo convocato dal vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, tavolo che ci vede tutti uniti nell’unico obiettivo di ridurre al minimo il danno. Stringe infatti il tempo della procedura Ue. Com'è noto il provvedimento dovrebbe riguardare circa 120 soggetti tra imprese e persone giuridiche, per un ammontare complessivo che potrebbe arrivare a 75 milioni. Noi pensiamo che sia un'angheria considerare aiuto di Stato la sospensione delle tasse ad aziende che furono spazzate via da un sisma devastante e con il vicepresidente della Regione siamo impegnati a seguire vie legali e politiche per evitare se possibile il pagamento, o quanto meno per limitare i danni. Quel che è certo è che la situazione di queste aziende è un unicum, perché casi analoghi del passato sono caduti in prescrizione e perché ora gli imprenditori dovrebbero pagare da soli errori compiuti dal governo di allora".