Giovedì, 28 Dicembre 2017 12:21

Abruzzo, soffrono artigianato e agricoltura. L'indagine del Cresa

di 

Il Cresa (Centro studi regionale delle Camere di commercio abruzzesi) ha pubblicato il nuovo rapporto Economia e società, l'indagine che, ogni anno, scatta una foto, a livello socio-economico e demografico, della regione.

Nel 2016, scrive il Cresa, l'economia abruzzese ha registrato una lieve frenata rispetto al 2015, l'anno del boom (+ 2,1%). Un calo, spiega l'istituto di ricerca, dovuto all'andamento negativo del settore manifatturiero e dell'agricoltura, non adeguatamente compensato dai risultati positivi fatti regitrare dall'edilizia (che cresce ma moderatamente) e dai servizi (rimasti sostanzialmente immutati).

A livello socio-demografico, invece, il Cresa sottolinea come, negli ultimi anni, in Abruzzo ci sia stato un crollo della spesa dei consumi delle famiglie (-10% rispetto al 2012) e un invecchiamento della popolazione superiore a quello delle altre regioni italiane: tra il 2003 e il 2016 i residenti con 40 anni e più sono passti dal 52,4% della popolazione totale al 60,0%; gli over 64 dal 20,7% al 23,3%, gli over 80 dal 5,5% al 7,6%.

Il rapporto nei dettagli

IL QUADRO MACROECONOMICO

Nel 2016 la ripresa dell’economia italiana si è consolidata: il prodotto è cresciuto in misura leggermente superiore (0,9%) al 2015. Il recupero appare però lento, se confrontato con l’Area dell’Euro, dove la crescita è stata doppia (1,8%) e con l’intera Unione Europea dove l’incremento è stato ancora maggiore (1,9%).

Secondo valutazioni elaborate dalla Svimez, dopo un 2015 pressoché “straordinario” (2,1% la crescita annua, pari al doppio della media italiana) nel 2016 il Pil abruzzese (a prezzi concatenati) ha fatto registrare un modesto decremento rispetto all’anno precedente (-0,2%).

Tale risultato si pone in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nelle altre regioni meridionali. Sotto il profilo settoriale esso è addebitabile al negativo andamento della manifattura (-2,2% rispetto al 2015) e dell’agricoltura (-4,5%) non compensato dal positivo risultato dell’edilizia (2,9%) e dalla sostanziale stagnazione dei servizi.

IL SISTEMA DELLE IMPRESE

Il numero di imprese attive rilevato in Abruzzo a fine 2016 (127.063 unità, pari al 2,5% del totale nazionale) è diminuito dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Il calo ha interessato tutte le province, ad eccezione di Pescara, e soprattutto i settori delle costruzioni (-1,9%), dell’agricoltura  (-1,4%), delle attività manifatturiere (-1,0%) e del commercio (-0,7%), mentre hanno mostrato incrementi, in particolare, il noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+4,6%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,8%) e l’alloggio e ristorazione (+1,3%).

Le imprese manifatturiere (11.899 attive) registrano una flessione in tutte le province, ad eccezione di Pescara, e in molti settori tra cui quelli più diffusi a livello regionale (abbigliamento: -1,2%; fabbricazione di prodotti in metallo: -1,8%) mentre aumentano le industrie alimentari (+1,5%) e la riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature (+2,5%).

Come già riscontrato negli anni precedenti, e in linea con la tendenza nazionale, la struttura imprenditoriale abruzzese prosegue nella riorganizzazione e nel consolidamento: le imprese individuali, che costituiscono i due terzi del totale, registrano una progressiva diminuzione (-1,5%) mentre aumenta il peso delle imprese con assetto gestionale ed organizzativo più complesso (società di capitali: +5,5%).

L’ARTIGIANATO

A fine 2016 le imprese artigiane attive sono 31.077, con una flessione del 2,1% rispetto al 2015 derivante dal calo registrato in tutte le province e in tutti i comparti, ad eccezione del noleggio e agenzie di viaggio.

Emergono andamenti particolarmente gravi nelle costruzioni (-406 imprese), nelle attività manifatturiere (-189 imprese) e nel trasporto e magazzinaggio (-69 imprese).

L’AGRICOLTURA

Il 2016 non è stato un anno positivo considerando che il valore aggiunto agricolo regionale è in calo rispetto all’anno precedente (-9,9%). Il saldo commerciale agricolo è negativo ma in miglioramento rispetto al 2015 per l’effetto combinato dell’aumento delle esportazioni (+27,4%) e il calo delle importazioni (-3,3%). Nel 2016 sono stati riscontrati decrementi nella gran parte delle produzioni, quali cereali, ortaggi, patate,  frutta e olive, ad eccezione del comparto vitivinicolo che ha registrato aumenti (uva da vino: +9,1%; uva da tavola: +72,8%).

L’EDILIZIA

Il 2016 per l’edilizia regionale non è stato un anno positivo come evidenziato dalla diminuzione degli occupati (-1,1% rispetto al -4,4% italiano) soprattutto indipendenti, dei bandi di gara per lavori pubblici (-6,8%) e delle imprese attive (-1,9% rispetto al -1,3% italiano). Sono presenti anche segnali positivi quali l’aumento delle transazioni di abitazioni e dei mutui bancari concessi alle imprese per investimenti in costruzioni e alle famiglie per l’acquisto di abitazioni.

IL COMMERCIO

A fine 2016 le imprese commerciali attive in Abruzzo sono 32.380, in diminuzione (-0,7%) rispetto al 2015 a causa del calo verificatosi in tutte le province. Tra le diverse componenti è stato osservato un certo incremento nel solo commercio e riparazione di autoveicoli (+1,6%) mentre le altre mostrano una flessione, leggera per il commercio all'ingrosso     (-0,4%) e più pesante per quello al dettaglio (-1,2%).

IL TURISMO

I dati rilevati dalla Regione Abruzzo indicano per il 2016 un movimento complessivo di 6.085.525 presenze (notti), valore approssimativamente stabile rispetto all’anno precedente, e di 1.512.032 arrivi (+1,4% grazie agli incrementi di Pescara e Chieti). Alla stabilità degli arrivi di italiani si accompagna un aumento degli arrivi di stranieri maggiore della media (+10,8%) soprattutto nelle province di Pescara e Chieti.

GLI SCAMBI CON L’ESTERO

Il valore delle vendite estere abruzzesi si attesta sui 8,2 miliardi di euro, con un incremento su base annua (+9,7%) superiore a quello medio nazionale (+1,2%).

I settori che hanno contribuito maggiormente alla crescita dell’export nell’anno in esame sono i mezzi di trasporto (+12%), che rappresentano il 48,3% delle vendite estere abruzzesi, le macchine ed apparecchiature non elettriche (+15%), pari al 13,5% del totale, i metalli di base e prodotti in metallo (+18%) che costituiscono il 5,4% dell’export regionale. Negativa, al contrario, la dinamica del legno e carta-5,1%) e della gomma e plastica (-0,9%).

Da un punto di vista geografico, anche nel 2016 l’Abruzzo conferma una propensione maggiore della media nazionale ad esportare verso i Paesi UE (Abruzzo: 76,4%; Italia: 55,9%). Inferiori, di conseguenza, sono le quote delle vendite nelle altre aree del Mondo (Europa non UE: Abruzzo: 6%, Italia: 10,4%; Africa: Abruzzo: 2,1%, Italia: 4,1%, America: Abruzzo: 9%, Italia; 12,8%; Asia: Abruzzo: 5,9%, Italia: 14,8%).
Aumentano le vendite estere in tutte le province, in particolar modo di Chieti e Pescara che riportano incrementi superiori alla media regionale (13% e 10,8%) mentre L’Aquila e Teramo fanno registrare aumenti inferiori rispetto ad essa (6,1%, e 4,4%)

IL MERCATO DEL LAVORO

Positivi i segnali provenienti dal mercato del lavoro. Gli occupati sono aumentati di circa 7 mila unità rispetto al 2015, con una crescita in termini relativi dell’1,3%. Sotto il profilo settoriale, il positivo saldo netto finale del 2016 è stato determinato quasi esclusivamente dalla forte espansione dei servizi (6.000 addetti in più, +1,9%) ed in misura molto minore da agricoltura e manifatturiero (circa 1.500 unità in più complessivamente). Nel manifatturiero la crescita dell’occupazione è risultata in linea con quella media nazionale, confermandosi ampiamente al di sopra con il livello precedente la crisi, mentre l’edilizia è tornata a contrarsi leggermente (-1,1%) ma in misura inferiore alla media nazionale.  

IL PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO

I residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2016 sono 1.322.247 unità, le donne costituiscono il 51,3% della popolazione regionale, i minori il 15,3% (Italia: 16,6%), gli stranieri il 6,5% (Italia: 8,2%).

Rispetto al 2015, a fronte di un decremento a livello medio nazionale (-1,3 per mille) la popolazione regionale è diminuita di 4.266 unità, con un decremento del -3,2 per mille risultante da una dinamica naturale, che si conferma negativa (-3,4 per mille), e da una dinamica migratoria positiva (+0,2 per mille) grazie al solo apporto della componente estera (+2,3 per mille).

Nel confronto con l’anno precedente la componente straniera fa registrare un incremento del +0,2% ; rispetto al 2002, il suo peso sul totale è più che triplicato. Gli stranieri sono individui per lo più giovani, che entreranno nel mondo del lavoro o vi resteranno per almeno i prossimi 25 anni, più propensi degli italiani a procreare. Il 54,7% è di sesso femminile, a conferma del fatto che il fenomeno migratorio è trascinato in Abruzzo dalla richiesta di lavoro delle famiglie più che del sistema delle imprese.

Per quanto riguarda la composizione per classi di età, a fine 2014 la popolazione regionale è composta per il 12,7% da giovani tra 0 e 14 anni, per il 27,4% da individui tra i 15 e i 39 anni, per il 36,7% da adulti tra i 40 e i 64 anni e per il 23,3% da persone con più di 64 anni.

Negli ultimi anni, in Abruzzo più che nel resto del paese, si registra un rapido invecchiamento demografico: tra il 2003 e il 2016 i residenti con 40 anni e più passano dal 52,4% della popolazione totale al 60,0%; gli over 64 dal 20,7% al 23,3%, gli over 80 dal 5,5% al 7,6%.

LA SPESA PER CONSUMI DELLE FAMIGLIE

Secondo l’indagine Cresa pubblicata nel 2016 la spesa per consumi delle famiglie abruzzesi ammonta a 2.049 €, -10,5% di quella rilevata nella passata indagine pubblicata nel 2012. Le spese più consistenti riguardano l’abitazione, gli alimenti e bevande, e i trasporti, voci per le quali gli abruzzesi spendono poco più del 70% del loro budget complessivo, superiore al 64,5% medio nazionale.

L’importo complessivo della spesa per consumi e il peso delle singole categorie dipendono sostanzialmente, oltre che dalla numerosità dei componenti, anche dalla loro età, dalla tipologia familiare (uni personali, coppie senza figli, coppie con figli, monoparentali) e dalla cittadinanza (italiana e straniera).

GLI ABRUZZESI E INTERNET

L’accesso a internet da casa è maggiormente diffuso tra la popolazione abruzzese rispetto a quella italiana, così come la sua utilizzazione. L’utilizzo giornaliero di internet mostra una diffusione allineata alla media nazionale e l’impiego più volte a settimana è poco più esteso.
Sul mancato utilizzo di internet in Abruzzo la carenza di interesse o di capacità e l’elevato costo degli strumenti e della connessione incidono meno che in Italia ma l’assenza della banda larga nell’area di residenza pesa il doppio che a livello nazionale.

Tra le attività svolte su internet dagli abruzzesi prevalgono quelle di minore livello qualitativo rispetto alla situazione italiana, anche relativamente ai rapporti con la pubblica amministrazione e alle attività svolte dalle imprese.

Articoli correlati (da tag)

Chiudi