Mercoledì, 07 Febbraio 2018 14:02

In Abruzzo perse oltre 4 mila imprese in 5 anni. Nel 2017 600 aziende in meno nel settore artigianato

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"Ogni chiusura è un danno economico per il territorio, ma anche una perdita di saperi, competenze e mestieri. Abbiamo avanzato una serie di proposte alla Regione, che però non ha investito neanche un euro sui nostri progetti per rilanciare l'artigianato".

Con queste parole Savino Saraceni, presidente regionale di Cna, lancia l'allarme sulla crisi del comparto in Abruzzo, certificata dallo studio compiuto da Aldo Ronci su dati Movimprese.

Dallo studio emerge come in Abruzzo, negli ultimi cinque anni, l'insieme delle imprese attive sia diminuito di 4.206 unità, passando da 131.072 del 2012 a 126.866 del 2017, evidenziando una flessione del 3,21%, valore doppio rispetto all'1,71% nazionale. Nel 2017 il saldo tra nuove iscrizioni delle imprese e cancellazioni mette in luce un incremento di 563 unità, che si traduce una crescita dello 0,38%, più modesta rispetto al dato nazionale dello 0,75%. Il con un decremento di 4.458 unità, quindi con una flessione del 12,77% (contro il -7,73% a livello nazionale).

"A chiudere sono maggiormente le piccole e medie imprese, proprio quelle che danno lavoro al 54% degli abruzzesi" ha sottolineato la consigliera regionale a 5 Stelle Sara Marcozzi che ha spiegato di aver presentato un emendamento, in sede di bilancio, "per dare la copertura finanziaria di 7 milioni all'attuazione della legge 23 del 2009, che va ad intervenire proprio sul comparto artigiano e che pone in essere tutte le iniziative volte al miglioramento e allo sviluppo delle piccole e medie imprese sul territorio".

L'emendamento è stato bocciato da questa Giunta - l'affondo - "dimostrando ancora una volta disattenzione per le realtà economiche minori che invece a nostro avviso rappresentano il vero motore per lo sviluppo ed il sostentamento economico del nostro territorio. E' per questo che con parte delle nostre restituzioni abbiamo dato vita al fondo di garanzia per le PMI abruzzesi che, a oggi, ha finanziato 68 aziende della regione Abruzzo. Tutto questo dall'opposizione".

A livello nazionale negli ultimi 5 anni, "stando all'opposizione e quindi non governando questo Paese", grazie al taglio degli stipendi "abbiamo dato vita più o meno allo stesso numero di aziende che hanno chiuso in Abruzzo sotto i governi di centrodestra e sinistra", ha aggiunto Gianluca Vacca. "Il mondo del lavoro deve uscire dall'immobilità. Nel nostro programma per il Governo abbiamo impegnato 2 miliardi di investimento per la riforma degli uffici di collocamento ed il Reddito di Cittadinanza. Le strutture che consentono ai cittadini abruzzesi il reinserimento nei luoghi di lavoro devono tornare ad essere efficienti ed il reddito di cittadinanza deve permettere a chi ha bisogno di inserirsi nuovamente nel mercato di formarsi e di trovare un'occupazione senza scendere sotto la soglia di povertà".

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Febbraio 2018 17:32

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