Celso Cioni è uscito dal bagno della Banca d'Italia dove si era barricato questa mattina con una tanica di benzina minacciando di darsi fuoco. Rassicurato dal prefetto Francesco Alecci che si è detto pronto a farsi portavoce delle istanze dei commercianti aquilani al tavolo del Governo.
A convincere Cioni è stata una mediazione condotta dal comandante provinciale dei carabinieri, il collonello Savino Guarino, e dal sostituto procuratore Stefano Gallo.
Cioni, che si trovava nella sede di Bankitalia per partecipare a una riunione, si era rinchiuso in una toilette e da lì aveva inviato ai media e alle forze dell'ordine un messaggio in cui minacciava di darsi fuoco per "lanciare un grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città".
Contemporaneamente, Cioni aveva annunciato anche l'inizio di uno sciopero della fame e della sete, sempre per protestare contro le difficoltà vissute dai commercianti aquilani e del Cratere. Immediato è scattato l'intervento di carabinieri e polizia, ai quali si sono aggiunti ben presto anche gli agenti della guardia di finanza e i vigili del fuoco. Cioni è uscito dalla toilette della banca solo quando è arrivato il prefetto Alecci, che aveva il compito di tranquillizzarlo e la cui presenza era stata richiesta dallo stesso direttore di Confcommercio.
Una volta diramatasi la notizia, comparsa anche sui siti web dei principali quotidiani nazionali, la sede della Banca d'Italia, situata su Corso Federico II, in pieno centro storico, è stata subito presa d'assalto da giornalisti e troupe televisive. All'esterno dell'edificio, la Confcommercio ha srotolato uno striscione di solidarietà nei confronti del proprio direttore.
La cronaca della mattinata
"Sono Celso Cioni, direttore Confcommercio L’Aquila, mi sono barricato in un bagno della filiale Bankitalia per lanciare grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città che costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e facendo debiti si sono ricollocati alla meglio e sono disperati e con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione".
Protesta clamorosa di Celso Cioni. Che ha voluto così denunciare la situazione disperata dei commercianti aquilani: "Molti sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero della fame e della sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possano applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla".
Poi, la minaccia: "Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho con me benzina e accendino. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta".
Pezzopane: "Protesta eclatante per riportare al centro dell'attenzione i problemi dell'economia aquilana
"Sono felice che alla fine abbia prevalso il buon senso e mi auguro che non ci siano gravi ripercussioni".
Questo il commento della senatrice Stefania Pezzopane, all'indomani della clamorosa protesta del Direttore della Confcommercio dell'Aquila, Celso Cioni.
"Il gesto di Celso è un campanello d'allarme, è il segno eloquente del malessere enorme nell'intero cratere.
Se è giunto ad una protesta così clamorosa, lo ha fatto per riportare al centro dell'attenzione le gravi condizioni in cui versano i commercianti aquilani, soprattutto dopo il terremoto- prosegue la senatrice- Molte attività hanno chiuso i battenti, solo alcune sono riuscite a ricollocarsi altrove, ma con grandi difficoltà. Una situazione difficile, che le banche non hanno certo contribuito ad alleviare.
I problemi sollevati da Cioni sottolineano, ancora una volta, quanto sia necessario che L'Aquila diventi una priorità nazionale. Lo ripetiamo ormai da tempo, ma a distanza di cinque anni la Regione continua con l sua politica indifferente e silente. Neanche un segnale d'attenzione per le imprese aquilane e abruzzesi che continuano a chiudere.
Il Ministro Trigilia d'altro canto pensa che per risolvere i problemi della ricostruzione e dell'economia si debbano fare gruppi di studio. Pensi piuttosto a sbloccare i soldi per l'economia ".