La Fondazione Carispaq ha presentato nel pomeriggio, presso l'Auditorium del Parco, i risultati del progetto 'Borse di studio-lavoro', avviato nel 2013, che ha offerto l'opportunità di inserimento nel mercato del lavoro a 170 giovani della provincia dell'Aquila, inoccupati o disoccupati. Ogni stagista ha effettuato 16 mesi di percorso formativo retribuito presso imprese ed enti del territorio.
Lo stanziamento complessivo messo a disposizione dalla Fondazione è stato di 1.8 milioni di euro.
L'iniziativa ha coinvolgo giovani laureati (40%), diplomati (46%), ed in possesso di licenza media (14%). Le borse sono state assegnate nel pieno rispetto del principio della parità di genere e hanno coinvolto in maniera omogenea l'intero territorio provinciale. L'età media rilevata tra i tirocinanti è stata di 33 anni (32 per gli uomini e 34 per le donne) ed il 72% delle borse di studio ha riguardato giovani tra i 18 e i 35 anni.
L'iniziativa ha interessato tutti i settori merceologici e particolare attenzione è stata rivolta anche ai diversamente abili.
Il 60% dei tirocini effettuati si sono trasformati in contratti stabili.
La Fondazione Carispaq, nel 2013, ha voluto inserire l'ambito della "Crescita e Formazione giovanile" tra i propri settori caratteristici di intervento con la consapevolezza che nel territorio aquilano la crisi occupazionale si era particolarmente aggravata anche a seguito della difficile fase post-sisma. "Abbiamo voluto questo progetto - ha dichiarato il presidente Marco Fanfani - perché quello del lavoro, soprattutto giovanile, è uno dei temi principali per far ripartire lo sviluppo e la crescita del nostro territorio. L'interesse riscosso per le 'Borse di studio-lavoro' ci ha fatto capire che bisogna continuare a sostenere il sistema economico della nostra provincia per favorirne lo sviluppo".
La Fondazione ha avviato il progetto 5 anni fa, coerentemente alle linee guida in materia di tirocini elaborate dalla Regione Abruzzo, grazie alla stipula di una convenzione con il Centro per l'impiego dell'Aquila che ha svolto il ruolo di "soggetto promotore". E proprio con i responsabili e con il personale tutto del Centro si è instaurata una proficua collaborazione e sinergia che ha consentito la migliore gestione del progetto.
"L'esperienza messa in campo - ha aggiunto il segretario generale David Iagnemma - presenta alcuni spunti innovativi: primo tra tutti, la particolare semplicità del bando scelto per l'acquisizione delle manifestazioni di interesse da parte delle imprese che ha reso tale strumento più accessibile; inoltre, di grande rilevanza è stato il coinvolgimento delle aziende che hanno direttamente selezionato i candidati in possesso di requisiti coerenti con le effettive esigenze aziendali. La durata significativa del periodo formativo, 12 mesi a carico della Fondazione con l'obbligo di ulteriori 4 a carico dell'impresa ospitante - ha tenuto a sottolineare Iagnemma - ha consentito, inoltre, ai tirocinanti di svoltere un training on the job adeguato con i tempi richiesti per un utile inserimento nel contesto aziendale. Ed infine, i tempi brevissimi di gestione dell'intervento con la definizione di tutta la procedura in poche settimane".
L'auspicio - ha concluso Fanfani - è che le peculiarità dell'esperienza realizzata dalla Fondazione "possano contribuire a definire un modello utilizzabile dalle istituzioni pubbliche nell'ambito delle politiche attive per il lavoro, nell'ottica di aiutare i giovani, le imprese ed il territorio".