di Barbara Barbieri - Arriva la “sanatoria” per l’inquinamento dei fiumi abruzzesi e per le aree marine a maggior rischio.
Oggi in Consiglio Regionale si è discusso del “Piano di tutela delle acque” redatto dalla Giunta Chiodi e dall’Assessorato ai Lavori Pubblici guidato dal direttore Pierluigi Caputi. Senza troppo clamore, seppur in preparazione dal 2001. Sulla carta si tratterebbe del principale strumento previsto dalla Legge per la corretta gestione delle acque, con ripercussioni su tutti i settori di utilizzo, dall'idropotabile (compresa la depurazione) all'uso in agricoltura, fino ad arrivare a quello industriale (comprese le captazioni a scopo idroelettrico).
In realtà – denuncia il Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua - la Regione vuole chiedere all’Unione Europea di derogare gli obiettivi di qualità dei fiumi fissati a livello comunitario per il 2015, spostando il loro raggiungimento al 2027.
Il Forum ha criticato la scelta di tale proroga spiegando che “le deroghe sono solo strumentali e mettono anche a grave rischio l’economia della regione basata sul turismo costiero. La qualità del mare è strettamente legata a quella dei fiumi, come dimostrano i dati sull’inquinamento delle foci fluviali che tanto fanno discutere in questi anni. Chiediamo ad albergatori, balneatori e pescatori di approfondire tale piano che può colpire duramente settori importanti”.
La Giunta Regionale - denuncia il movimento - vorrebbe sfruttare una norma contenuta nella Direttiva Acque 60/2000/CE che permette di derogare agli obiettivi di qualità, invece di imporre regole stringenti, inderogabili e di immediata esecuzione a chi usa a vario titolo l'acqua, da chi fa profitti sulle captazioni a scopo idroelettrico togliendo la risorsa dai corsi d'acqua sempre più impoveriti ai gestori del servizio idrico integrato che sono responsabili per la depurazione.
La possibilità di posticipare di qualche anno gli obiettivi di qualità secondo la Commissione non deve essere usata in maniera indiscriminata come sta avvenendo in Abruzzo: può avvenire solo in casi eccezionali e per motivi ben descritti. E' per questo che è stata chiesta un’audizione alla seconda commissione del consiglio regionale affinché vi sia un rinvio del Piano alla Giunta Regionale e all’Assessorato ai Lavori Pubblici competente. Tale rinvio deve servire al Consiglio per definire chiaramente quali sono gli obiettivi in materia di qualità delle acque.
Secondo i dati dell’ARTA (Agenzia Regionale per la tutela dell’ambiente), ad oggi solo il 30% dei tratti fluviali della regione rispetta l'obiettivo di qualità con scadenza entro il 2015. Risultano a rischio tratti dell'Aterno, del Pescara, del Liri, del Raio, del Salinello, del Cerrano e di altri fiumi per i quali sarà necessario ricorrere alla deroga temporale.
di Barbara Barbieri