Il rapporto Cresa-Confindustria sull'andamento manifatturiero abruzzese nel 2018 contiene un focus specifico sul livello di digitalizzazione dei processi delle aziende regionali.
La sezione dello studio, condotto su un campione utile di 185 imprese con almeno 10 addetti, si chiama "Maturità digitale" e ha messo in luce una realtà allarmante.
I risultati, che confermano i dati scoraggianti venuti fuori dealle precedenti indagini, indicano che meno della metà delle industrie intervistate (48,6%) ha introdotto processi digitali al suo interno.
A dimostrazione della scarsa propensione delle aziende regionali ad innovare il proprio modello organizzativo si rileva che del 51,4% di imprese che non hanno adottato processi digitali, la stragrande maggioranza (91,4%) non lo ha fatto per mancanza di interesse e solo il 7,5% ha addotto quale motivazione la carenza di risorse umane o finanziarie.
Le imprese non interessate alla digitalizzazione sono nella maggior parte dei casi operanti in settori tradizionali quali l’alimentari, il tessile e abbigliamento, il legno e mobili e poi, via via scendendo, la metalmeccanica, i minerali non metalliferi, l’elettronica, la chimico-farmaceutica e i mezzi di trasporto. Le imprese mostrano, quindi, di essere fortemente influenzate nel processo verso la digitalizzazione dal settore di appartenenza e sono quindi più attive in quei comparti in cui più forte è il peso della tecnologia.
Altro fattore che mostra di influenzare fortemente il grado di digitalizzazione è la dimensione aziendale, con il 100% delle grandi imprese (da 250 addetti in su) intervistate ben avviate, il 58,8% delle medie (da 50 a 249 addetti) e il 46,3% delle piccole (da 10 a 49 addetti).
Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio regionale, Chieti è la provincia nella quale la concentrazione di aziende digitalizzate è massima, L’Aquila quella in cui è minima.
La rilevanza percepita della digitalizzazione aumenta nel complesso all’aumentare della dimensione aziendale. 3 delle 4 grandi imprese partecipanti all’indagine (75%) dichiarano che essa è mediamente importante, la restante industria le attribuisce un’importanza elevata. È tra le piccole imprese prevalente l’opinione che la digitalizzazione non sia importante (55,6%), nel loro ambito solo poco meno di 14 su 100 la valutano come assai rilevante (sono tutte organizzazioni che hanno avviato il processo di digitalizzazione).
Passando ad esaminare quali sono le aree nelle quali le imprese hanno introdotto la digitalizzazione dei processi, si osserva che più della metà lo ha fatto nella produzione, il 26% nella progettazione, il 9% negli acquisti, l’8% nella logistica e il 2% nella qualità.
Le grandi imprese del campione mostrano di essere nel complesso completamente digitalizzate; le piccole e medie imprese lo sono principalmente nelle funzioni della progettazione/ingegneria e della produzione.
Per quanto riguarda le funzioni chiave, discriminanti nei processi digitali, tra le aziende digitalizzate sono più numerose quelle che hanno digitalizzato i processi di gestione del personale (30,7%), seguono le aziende (29,5%) che hanno indicato di non aver avviato alcuno dei parametri chiave.
Sono aziende che per lo più hanno digitalizzato la sola funzione di produzione, o quella degli acquisti (senza piattaforme integrate con i fornitori) o di logistica interna. Tra il 10% e il 16 % delle aziende intervistate ha dichiarato di avere una funzione IT, marketing o piattaforme integrate con i fornitori e solo l’1,1% di essere in possesso di una certificazione di cyber security.
Il 61,4% delle imprese digitalizzate è dotata di Manager IT interno (52,3%) o esterno (9,1%), l’8% di esperto digitale di produzione, l’1,1% di R&D interna e il 29,5% non presenta competenze digitali ad hoc. Delle imprese non digitalizzate, invece, il 97,9% non ha alcuna competenza digitale specifica e solo il 2,1% ha un manager IT.
Il 68% delle imprese non ha intenzione di effettuare investimenti digitali nel prossimo futuro. Nel loro ambito il 71% non è dotata di processi digitali e, pertanto, non è interessata ad essi. Esiste un 16,8% delle aziende del campione che ha intenzione di lavorare in futuro sull’organizzazione aziendale, un 4,9% sulla formazione e aggiornamento delle risorse umane, un 3,8% sul marketing e sui macchinari di produzione interconnessi, un 2,2% sulla cyber security e un 1,1% sulla manutenzione predittiva.
Per quanto riguarda, infine, gli enti dell’ecosistema per la trasformazione digitale conosciuti dalle imprese facenti parte del campione, si rileva che il gruppo più numeroso (21,1%) è costituito dalle imprese che non ne conoscono alcuno, seguono quelli che conoscono i centri di competenza (18,9%), i centri di trasferimento tecnologico (16,8%) il Digital Innovation Hub (13,5%) e gli enti di ricerca (12,4%). Riportano percentuali inferiori al 10% i PID del Sistema Camerale (8,1%), i dipartimenti universitari (4,9%) e altri enti non meglio specificati (4,3%).