"Siamo favorevoli alla fusione delle Camere di commercio di L'Aquila e Teramo purché sia vissuta come un'opportunità di sviluppo del territorio e venga effettuata da una posizione di forza e con pari dignità".
Ad affermarlo è il direttore della Cna L'Aquila Agostino Del Re, che, in una conferenza stampa, ha lanciato più di una stoccata nei confronti della Camera di commercio del capoluogo, che non starebbe dimostrando, nella trattativa per la fusione con Teramo nel nuovo ente camerale del Gran Sasso - fusione arenatasi dopo il ripensamento di Teramo - "sufficiente determinazione".
Lo stop che Teramo ha provvisoriamente impresso alla procedura - malgrado l'iter fosse già a uno stato molto avanzato, con due delibere approvate dalle due Camere e un decreto firmato dal ministero dello Sviluppo economico - dice Del Re, "è sostenuto all'unanimità non solo dalle associazioni di categoria ma anche dalle istituzioni e dagli altri stakeholders del territorio". Ed è un riflesso anche della visione a corto raggio dell'Aquila, che starebbe, a detta di Del Re, dando l'impressione di stare troppo sulla difensiva, intendnedo l'unione come un modo per sopravvivere piuttosto che come un'opportunità di crescita e sviluppo.
A provarlo, secondo Del Re, è anche la lettera che il presidente Lorenzo Santilli ha spedito, lo scorso 3 ottobre, al ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, nella quale c'è scritto che "la situazione di stallo, determinatasi da aprile a oggi, non consente agli organi istituzionali di questa Camera di commercio di svolgere la propria attività al meglio, soprattutto in termini di programmazione delle iniziative per il sistema delle imprese e del territorio".
Tutto ciò, dice sostanzialmente Del Re, è un mettere le mani avanti, perché se c'è mancanza di programmazione questa va imputata alle incapacità della Camera di Commercio dell'Aquila.
Prova ne siano, osserva Del Re, i 26 mila euro che Unioncamere aveva assegnato all'Aquila nell'ambito del fondo di solidarietà per le aree colpite dal terremoto del Centro Italia per promuovere bandi a sostegno delle piccole e medie imprese, soldi mai spesi e tornati indietro; la mancata ricostruzione della sede su corso Vittorio Emanuele (non quella del complesso del Convitto, quella accanto al palazzo in cui hanno recentemente riaperto le poste); l'immobilismo e la mancanza di iniziative che si sono registrati in occasione del decennale.
Del Re, pur ribadendo di essere favorevole alla fusione ("Puerché entrambi i soggetti abbiano pari dignità"), è convinto che quest'ultima non si farà perché Teramo alla fine si tirerà indietro, come lascerebbero intendere anche due recenti lettere, mostrate in conferenza stampa dal direttore della Cna, che il presidente della Camera di commercio di Teramo Lanciotti ha firmato insieme ai presidenti di altri 17 enti camerali di altre province coinvolti in processi di fusione.
Una prima missiva, datata 14 ottobre, è indirizzata al ministro Patuanelli, al quale viene chiesto "un confronto sulle conseguenze dei provvedimenti di accorpamento sui territori nonché sulle ragioni per cui riteniamo necessari un ripensamento e una revisione".
La seconda lettera, che porta la stessa data della prima, è stata spedita, invece, al presidente nazionale di Unioncamere Sangalli per esprimere un "forte malessere e disappunto sulla gestione della vicenda 'riordino camerale'".
Il prossimo 22 ottobre, dovrebbe svolgersi una riunione del consiglio della Camera di commercio di Teramo, che a questo punto si preannuncia come un passaggio dirimente. Del Re è convinto che ci sarà un definitivo pronunciamento contro la fusione anche se formalmente, per interrompere l'iter, servirebbe un intervento del presidente della Regione, che dovrebbe chiedere al ministero di annullare il decreto.