Il presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo, Lorenzo Sospiri, è stato costretto a variare la data prevista per la seduta di Consiglio dedicata all'esame del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR).
Il nuovo calendario prevede che i lavori assembleari inizino il 27 dicembre con possibile prosecuzione a sabato 28.
"Ho ritenuto di dare seguito all'istanza dei capigruppo di opposizione – ha spiegato Sospiri – che hanno chiesto di avere maggiore tempo per esaminare il documento della Giunta e proporre eventuali emendamenti in commissione bilancio".
Il presidente del Consiglio ha chiarito i passaggi che hanno portato alla decisione del rinvio. "La Giunta regionale aveva approvato il 10 dicembre le delibere n. 786 e 787 che indicavano i disegni di legge sul bilancio di previsione 2020-2022. Preso atto del voto dell'Esecutivo, in data 11 dicembre ho inviato il documento ai Consiglieri regionali e stabilito il calendario della sessione bilancio che fissava l'inizio dei lavori d'Aula a venerdì 20. Il giorno 12, però, la Giunta ha ritenuto di apportare delle integrazioni ai documenti già approvati, modificando le predette delibere".
Sospiri fa riferimento alla 'seconda' approvazione del bilancio, a valle dell'impuntantura della Lega che ha preteso venisse garantita copertura economica - il Carroccio ha ottenuto un impegno di 800mila euro - ai progetti di legge presentati nelle settimane scorse. "Per tale motivo è stato necessario un nuovo invio della proposta di bilancio ai Consiglieri, fatto venerdì 13".
La nuova agenda della sessione di bilancio del Consiglio prevede quindi che i lavori di Commissione, iniziati questa mattina, abbiano fine entro le 24 di venerdì 20 dicembre, con termine per la presentazione degli emendamenti fissato alle 10 dello stesso giorno. Il Consiglio regionale è invece convocato per venerdì 27 alle ore 10, con possibile prosecuzione dei lavori a sabato 28. "A differenza del Governo nazionale – ha inteso ribadire Sospiri – noi lasciamo il giusto spazio alle opposizioni per fare le proprie osservazioni sul DEFR e, pur rispettando il profondo valore delle festività natalizie, non abbiamo timore di dedicarci al bene della nostra Regione anche in questi giorni a cavallo delle vacanze".
Intanto stamane, in Commissione, il consigliere di centrosinistra Sandro Mariani (Abruzzo in Comune) ha denunciato che la maggioranza starebbe preparando un maxi emendamento-mancia che potrebbe mettere nelle mani dei consiglieri di centrodestra circa 150 mila euro ciascuno. "Facciamo un patto: sono disponibile a restare qui, in silenzio, se mi confermerete o smentirete il fatto che che state predisponendo un maxi emendamento che dà 150 mila euro a ogni consigliere di maggioranza", il guanto di sfida di Mariani alla maggioranza. Il presidente della commissione, il leghista Vincenzo D’Incecco, ha sviato: "Non parlo di cose che non conosco". L’assessore al ramo, Guido Liris (Fratelli d'Italia) è rimasto in silenzio.
Staremo a vedere.
Paolucci (Pd): "Documento vuoto e lento"
"Grande delusione per il Documento di Economia e Finanza Regionale: la discussione in aula conferma tutti i timori che avevamo evidenziato in più di un’occasione. Il provvedimento sottolinea i risultati sul fronte del Pil e dell’occupazione raggiunti nell’anno 2018 dal centrosinistra e i fondi del Masterplan, tanto osteggiato dalla destra oggi al potere. Per il resto nulla. Nessuna iniziativa, neanche un’idea".
E' il duro commento del capogruppo PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci sulla discussione del Defr approdato in Commissione Bilancio.
"Un documento di fatto senza indirizzi politici – denuncia Paolucci - Durante la Commissione Bilancio alla semplice domanda rivolta per chiedere quali fossero i 5 obiettivi più importanti per il Governo Regionale non vi è stata alcuna risposta. Un atto che arriva mesi dopo quelli utili a capirne la portata e gli obiettivi per l’Abruzzo, in un ritardo forse pensato per evitarne la condivisione non solo con le forze politiche del Consiglio, ma anche con i portatori di interesse che avrebbero dovuto avere voce nel più importante atto di programmazione della legislatura. Se non ci fosse stato il Masterplan, il Defr sarebbe solo aria fritta. Il documento nella sua ultima stesura, non contiene alcuna scelta e rischia di fermare la Regione per 10 anni. Eppure la Giunta è in carica dal 6 marzo e avrebbe avuto tutto il tempo per elaborare la strategia per i prossimi anni".
Sulla sanità è confermata la stasi: "atti di programmazione totalmente fermi addirittura si approverà forse nel 2020 atti che dovrebbero aver programmato il 2019, nel frattempo spariscono i nuovi ospedali nonostante gli oltre 400 mln a disposizione. È caos sui trasporti che subiscono sempre più tagli e privatizzazioni ed esternalizzazione dei servizi del settore".
Nessuna innovazione nemmeno sullo sviluppo delle aree interne, "altamente penalizzate dalla politica dei tagli annunciati come nel caso dei 118 - continua Paolucci - né sul fronte della sicurezza sociale e del territorio, in preda a provvedimenti al limite della costituzionalità (si pensi alla legge sulla residenzialità pubblica e alla mancanza di un piano per tutelare la costa erosa); nulla sull’ambiente, a parte le risorse stanziate dal centrosinistra".
Calma piatta, infine, sull’agricoltura, "dove il rischio non è quello di non riuscire a usare i fondi da noi cercati all’UE, ma di perderli, perché non sono in grado di portare avanti i progetti e i piani avviati. Peggio ancora sul fronte Bilancio: per la prima volta il bilancio a causa dei conflitti interni alla maggioranza vede modifiche fatte a mano durante la Giunta. "Una modifica che è carta straccia, perché non recepita negli allegati e che ha costretto a rivedere il calendario! Infatti la maggioranza ha dovuto spostare di 7 giorni il Consiglio Regionale per via delle divisioni. Si percepisce un clima di crescente sfiducia all’interno della maggioranza che sta rendendo il percorso di bilancio già molto accidentato per essere all’inizio della legislatura".
Marcozzi (M5S): "Il curioso caso del Defr olografo"
"In occasione della prima giornata della sessione del bilancio di Regione Abruzzo, abbiamo assistito a modalità di presentazione di documenti che non sarebbero potuti uscire nemmeno dalla fantasia di uno scrittore, per tutta l'improvvisazione con cui sono stati scritti. Non fosse che ci troviamo di fronte al documento più importante per il futuro della nostra regione, verrebbe da dire che ci siamo trovati nel pieno di un racconto di fantasia, come fosse Il curioso caso del Defr olografo".
Lo afferma il capogruppo M5S Sara Marcozzi al termine della prima giornata della sessione bilancio di Regione Abruzzo.
"Il centrodestra ha infatti confermato una volta di più tutta la propria impreparazione nel redigere atti credibili. Oltre ad averci presentato, in ritardo, un documento zeppo di imprecisioni, non si sono fatti remore neppure a inserire modifiche a penna. Si tratta di un comportamento grottesco, che la dice lunga sia sulla serietà con cui questa maggioranza affronta le questioni fondamentali per il futuro della propria gente, che sulla leggerezza con cui amministrano i soldi degli abruzzesi, aggiungendoli e togliendoli dal Defr come fosse l'elenco della spesa".
Ma ciò che lascia ancora più allibiti - sottolinea Marcozzi - è il contenuto di questi pizzini. "Infatti hanno inserito la promessa di approvazione e finanziamento di proposte di legge, quasi tutte operazioni bandiera della propaganda leghista, mai discusse in commissione. Niente di più inadeguato. Tutto ciò certifica la presenza di una maggioranza evidentemente spaccata dall'interno, costretta a rammendare a destra e a manca il documento di economia e finanza e il bilancio per mettere tutti d'accordo, anche dopo l'approvazione del Defr in Giunta".
"Ormai abbiamo compreso che tenere l'equilibrio tra tutti i partiti coinvolti nell'ammucchiata della maggioranza è un'impresa quasi impossibile. Lo hanno già dimostrato litigando per il conferimento dell’incarico al componente della sezione di controllo della Corte dei Conti abruzzese, scelto peraltro in maniera, a nostro avviso, illegittima attraverso una nomina (e non una designazione, come la legge richiederebbe) imposta dal Presidente del Consiglio regionale e non legittimata dalla dovuta votazione del Consiglio stesso. Lo confermano adesso coprendo maldestramente dei dissidi interni visibili ad occhio nudo. La sola cosa che possiamo sperare è che questi due punti di frizione non siano collegati l'uno all'altro per ritrovare serenità interna al centro destra. L'unica certezza che abbiamo è che la sessione bilancio, fin dalle prime ore, ha confermato tutte le osservazioni sull'inadeguatezza della maggioranza che ormai da mesi denunciamo. Noi continueremo a vigilare affinché i soldi di tutti gli abruzzesi siano amministrati al meglio".