Venerdì, 10 Gennaio 2020 14:48

Camera di Commercio L'Aquila-Teramo: Regione firma decreto per nuovo consiglio

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Ormai è ufficiale: malgrado i ripensamenti e i passi indietro fatti negli ultimi mesi da Teramo, la fusione della Camera di Commercio dell’Aquila e di quella di Teramo in un nuovo ente camerale denominato Camera di Commercio del Gran Sasso si farà.

La Regione Abruzzo, infatti, ha firmato il decreto che dà il via libera alla formazione del nuovo consiglio camerale attraverso l’individuazione del numero dei seggi spettanti a ciascuno dei settori economici rappresentati per la nascita della costituenda Camera del Gran Sasso.

A darne notizia sono il presidente Marsilio e l’assessore alle Attività produttive Mauro Febbo che spiegano: “Lo stesso ministero dello Sviluppo Economico, attraverso una specifica nota del 16 dicembre 2019, in risposta alla notifica della delibera assunta in data 22.10.2019 dalla giunta della CCIAA di Teramo di revocare l’atto del 2017 di “fusione volontaria”, ha fatto, tra l’altro presente che: ‘un’eventuale revoca del provvedimento ministeriale, con il quale il Ministro dello sviluppo economico ha istituito il nuovo ente camerale, dovrebbe comunque essere disposta necessariamente con la medesima complessa procedura utilizzata per la sua adozione. Alla deliberazione con la quale la Camera di commercio di Teramo ha revocato la propria volontà all’accorpamento in esame, non può attribuirsi, quindi, alcuna automatica conseguenza in merito ad un’eventuale revoca del provvedimento ministeriale in questione o ad un’eventuale sospensione in qualche modo dell’applicazione del predetto decreto’. Pertanto, alla luce decreto del 27 gennaio 2017 firmato dall’allora ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, oggi appare illegittima la richiesta di sospensione del procedimento di accorpamento tra le Camere di commercio di Teramo e di L’Aquila e tanto meno immaginare che possa essere annullato a seguito di delibera unilaterale di ‘ripensamento”.

Marsilio e Febbo aggiungono inoltre: “a  seguito di contatti intrattenuti con i vertici nazionali di UnionCamere e del Mise è stata confermata la necessità di procedere con l’urgenza del caso  agli adempimenti di competenza regionale poiché è impossibile immaginare un ripensamento rispetto ad una procedura che ha visto già decine e decine di fusioni avvenute tant’è che il Governo e il Parlamento in più di una occasione, anche formalmente, hanno confermato in 60 il numero delle Camere. Quindi la Regione – ribadiscono Marsilio e Febbo  – non può più rinviare o esitare senza un giustificato motivo la procedura disciplinata dalla legge sul riordino delle Camere di commercio, peraltro assunta con atto ‘volontario’. Pertanto con il decreto di oggi la Regione determina i settori economici rappresentati in consiglio della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e il numero dei seggi spettanti a ciascuno di essi come segue: 2 seggi per il mondo agricolo, 4 quello artigianale, 5 industria, 5 commercio, 1 cooperative, 2 turismo, 1 trasporti, 1 credito e assicurazioni, 3 servizi alle imprese ed 1 altri settori per complessivi 25 seggi da attribuire alle categorie economiche. Mentre altri 3 seggi vengono assegnati rispettivamente uno alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, uno all’ associazione tutela dei consumatori ed uno all’ordine dei liberi professioni per un totale di 28 seggi. Successivamente ogni associazione di categoria dovrà designazione e nominare i propri componenti del Consiglio e Giunta della nuova Camera di Commercio. Al di là della obbligatorietà dell’applicazione della  norma di legge, riteniamo  – concludono Marsilio e Febbo – che il processo di fusione tra le due camere di AQ e TE, come peraltro già avvenuto tra quelle di CH e PE, rappresentano il rafforzamento del sistema camerale all’interno del processo economico istituzionale con numeri e posizioni che non possono essere ignorati. Dalla fusione Teramo e L’Aquila l’Abruzzo delle imprese esce più forte e capace di accettare le nuove sfide economiche”.

Santilli: “Decisione della Regione non dipende da nostra diffida”

“Il decreto emanato dalla Regione per l’assegnazione dei seggi non è una conseguenza della diffida da noi inoltrata”,

A dirlo è stato il presidente della Camera di Commercio dell’Aquila Lorenzo Santilli nel corso di una conferenza stampa convocata per fare alcune precisazioni rispetto ad alcune notizie comparse negli ultimi giorni sulla stampa locale.

“La scelta di procedere con la diffida” ha specificato Santilli “che, tra parentesi, era rivolta alla Regione e non alla Camera di Commercio di Teramo, alla quale l’abbiamo inviata solo per conoscenza, è stata una decisione presa in autotutela, nata dal fatto che il nostro collegi dei revisori aveva paventato un possibile rischio di danno erariale qualora non fosse stato portato a termine l’iter della fusione. Fusione che, voglio ricordarlo, le due Camere avevano perseguito scegliendo l’opzione dell’atto volontario, predisponendo poi tutti gli atti propedeutici addirittura negli stessi giorni e nelle stesse ore. La Camera di Commercio dell’Aquila è rimasta sempre fedele a questo percorso, per noi l’accorpamento non è mai stato in discussione”.

Secondo Santilli, ora che la Regione ha firmato il decreto per l’assegnazione dei seggi, le associazioni di categoria hanno sessanta giorni per inoltrare eventuali ricorsi, dopodiché ognuna dovrà fornire alla Regione i nomi dei propri rappresentanti che siederanno in consiglio per l’elezione del presidente.

La convocazione del primo consiglio, quello che eleggerà, per l'appunto, il primo presidente della Camera di Commergio del Gran Sasso, spetta al presidente della Regione, che dovrà farlo entro trenta giorni dal recepimento dei nomi dei rappresentanti delle associazioni di categoria.

Santilli ha ribadito anche che il nuovo soggetto camerale avrà due sedi, una all’Aquila e una a Teramo, ognuna con funzioni diverse, e potrà disporre di un patrimonio netto di 17 milioni di euro, oltre la metà dei quali appartengono alla Camera di Commercio dell’Aquila: “Il nostro patrimonio netto è di oltre 9 milioni di euro ma bisogna considerare che di esso fanno parte i due immobili di nostra proprietà che si trovano in centro storico e che abbiamo dovuto svalutare perché ancora inagibili. Al netto di questa svalutazione, avremmo un patrimonio molto più grande”.

Teramo annuncia ricorso

Qualche ora dopo la conferenza stampa di Santilli, la Camera di Commercio di Teramo ha fatto sapere di aver deliberato l'opposizione, tramite ricorso al Tar, al decreto della regione, avvalendosi del patrocinio dell'avvocato Carlo Scarpantoni del foro di Teramo. Una decisione che, a questo punto, potrebbe rimettere a tutto in discussione.

Ultima modifica il Sabato, 11 Gennaio 2020 15:18

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