Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia e in Abruzzo superano ampiamente le centomila unità.
E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti in occasione della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in tutta Italia a partire da piazza Montecitorio a Roma con mobilitazioni nelle principali città tra cui L’Aquila, dove, questa mattina dalle 9.00 è stata riempita emblematicamente la piazza di fronte all’Emiciclo, in un tripudio di bandiere gialle, striscioni e capellini nonostante il caldo tropicale.
Nei maxischermi montati per l’occasione sono state proiettati filmati e immagini di branchi di selvatici che, ormai, si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. Sul palco, si sono succeduti gli interventi del presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio, dei presidenti provinciali di Coldiretti Chieti Pier Carmine Tilli e di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani e Fabio Cinfaglione per Coldiretti L’Aquila e a seguire imprenditori agricoli, sindaci e consiglieri regionali.
Presenti oltre 80 amministratori locali, soprattutto sindaci dei territori più colpiti dalle “invasioni”, che hanno testimoniato il disagio e le problematiche connesse al proliferare dei selvatici. Un importante dato emerso nel corso della manifestazione è il numero degli incidenti collegati ai selvatici: un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti è il tragico bilancio nell’anno dell’emergenza Covid, come emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Asaps.
Ma interessanti sono anche i risultati di un’altra indagine di Coldiretti: oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato un cinghiale dal vivo e otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%).
Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene essere troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.
"In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – ha evidenziato il presidente di Coldiretti Silvano Di Primio – C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura. La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Per non parlare degli incidenti registrati dagli automobilisti che, negli ultimi dieci anni, a livello nazionale praticamente raddoppiati (+81%) sulle strade provinciali e in Abruzzo la situazione non è certo diversa dal resto d’Italia con cinghiali che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e arterie in cui non ci sono quasi mai reti di respingimento visto che sono state realizzate negli anni '60-'70, quando la grande fauna selvatica era rarissima e le recinzioni avevano lo scopo esclusivo di evitare l'attraversamento del bestiame”.
L’azione dunque, evidenzia Coldiretti, deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
Coldiretti, che nel corso della manifestazione ha consegnato al vicepresidente della giunta regionale con delega all’agricoltura Emanuele Imprudente una proposta di delibera di giunta sul controllo e il contenimento della fauna selvatica, chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:
- gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza;
- l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale;
- gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
- il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;
- che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.
Coldiretti Abruzzo sottolinea che “non è più solo una questione di risarcimenti ma è una emergenza che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie delle zone più svantaggiate, che va affrontata con decisione con un piano straordinario concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni” e rimarca l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala regione per regione per ridurre la minaccia degli animali selvatici a livello nazionale”.
Nel ricevere la proposta di delibera, l’assessore Imprudente ha rimarcato la grande piaga della fauna selvatica condividendo il contenuto della proposta di Coldiretti che sottoporrà alla giunta augurandosi che l’iniziativa congiunta di Coldiretti sul parlamento e su tutte le regioni possa risolvere finalmente un annoso problema.
Paolucci, Pepe e Pietrucci: “Solidali alla protesta, Marsilio e Imprudente per due anni e mezzo hanno ignorato le loro richieste”
“Siamo a fianco ai sindaci e degli agricoltori abruzzesi che stanno chiedendo prevenzione e ristoro dai danni derivanti dalla fauna selvatica e che sono stati completamente abbandonati dalla Giunta Marsilio. Serve un intervento nazionale: la Regione Abruzzo esca dall’immobilismo e si faccia portatrice a Roma delle istanze dei territori”.
Così il capogruppo consiliare e i consiglieri PD Silvio Paolucci, Dino Pepe e Pierpaolo Pietrucci, che stamane a L’Aquila hanno preso parte alla manifestazione che si è tenuta davanti al Consiglio regionale.
“Già nel 2020 con un emendamento avevamo proposto di aumentare i ristori alle aziende agricole danneggiate, ma il centrodestra non approvò l’emendamento – riferiscono i due consiglieri – Da allora nulla si è fatto e il problema è esploso in tutta la sua imponenza, grazie anche ai tagli che il governo regionale ha effettuato proprio sulle risorse per la prevenzione dei danni provocati da cinghiali e altri animali selvatici. Servono azioni efficaci, capaci di attivare tutta la filiera istituzionale, per questo nei giorni scorsi il centrosinistra regionale ha presentato una proposta di legge che mira a togliere i vincoli che questa maggioranza ha voluto mettere alle Polizie provinciali, che oggi non sono più in grado di intervenire, o sono del tutto intempestive.
La situazione è drammatica e chi governa è immobile, basti pensare che solo nella provincia di Teramo, per quanto riguarda l'attività di controllo, siamo passati dai 1.154 cinghiali abbattuti del 2018 (Giunta d'Alfonso) a 138 del 2019, diventati 115 nel 2020 e solo 23 nei primi sei mesi del 2021. Per l’asse Marsilio-Imprudente i cinghiali sembrano non esistere, un po’ come gli agricoltori, che fino ad oggi sono stati del tutto ignorati”.