Nel corso delle due giornate di confronti, con i candidati alle elezioni politiche del 25 settembre, i dirigenti della Federazione regionale e delle Associazioni Territoriali di Confartigianato hanno posto al centro della discussione i problemi delle micro, piccole e medie imprese e dell’artigianato, rappresentando agli aspiranti parlamentari le istanze confederali e regionali, e approfondendo i programmi di governo dei candidati.
Nella giornata di venerdì 16 settembre le figure di vertice di Confartigianato hanno incontrato, presso la sede regionale di Pescara, Luciano D’Alfonso (PD), Alberto Bagnai (Lega), Vincenzo D’Incecco (Lega), Lorenzo Sospiri (FI) e Nazario Pagano (FI), mentre nella mattinata di oggi il ciclo di incontri si è chiuso con le visite di Roberto Quercia (Azione), Guerino Testa (FdI), Antonio Tavani (FdI) e Gabriella Di Girolamo (M5s).
Nell’agenda delle priorità, stilata dai rappresentanti di Confartigianato, spicca la richiesta di un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona.
Da riformare, nel segno dell’efficienza, anche la macchina burocratica, dal momento che oggi l’Italia è al 24° posto nell’Unione Europa per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce le pratiche completamente on line.
‘Lavoro di qualità’ è un altro dei punti del Manifesto con il quale Confartigianato dice no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, chiedendo al contempo di ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, che in Italia pesa il 46,5% (contro una media Ue del 41,7%,) e di potenziare la formazione tecnica e professionale, al pari dell’apprendistato, per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese. Per sostenere la competitività delle Pmi, Confartigianato sollecita anche la riduzione dei costi di elettricità e gas, aumentati del 108% nell’ultimo anno.
Al riguardo si ritiene necessario fissare un tetto europeo al prezzo del gas, attuando una riforma strutturale della bolletta, che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili, in particolare attraverso la creazione di Comunità Energetiche e iniziative di autoproduzione.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, una delle richieste prioritarie riguarda il mantenimento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei 5,2 miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia. Si tratta di una situazione che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro.
Il Manifesto di Confartigianato punta poi sull’accesso al credito, affinché sia assicurato sostegno al Fondo di garanzia per le Pmi e a sistemi di garanzia misti pubblico-privati, con una dotazione finanziaria adeguata alle esigenze degli imprenditori in questa difficile e mutevole contingenza economica.
Proseguire spediti nell’attuazione del Pnrr è un’altra delle priorità indicate da Confartigianato, che chiede, però, di farlo, con la piena inclusione delle micro e piccole imprese, favorendo, da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, progetti e bandi improntati alla facile accessibilità.
Altrettanto inclusive e accessibili, per le piccole imprese, dovranno essere le transizioni green e digitale: in proposito Confartigianato chiede incentivi semplici e stabili per favorire l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle Pmi.
“L’artigianato e le micro e piccole imprese rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo nazionale e danno lavoro al 64% degli occupati – sottolineano il presidente regionale Giancarlo Di Blasio e il segretario regionale Daniele Di Marzio– chiediamo dunque ai candidati di porre al centro degli interventi quel comparto che ha dimostrato, più di ogni altro, di saper creare occupazione e coesione sociale, che sceglie di reinvestire nel territorio italiano i propri guadagni, che sceglie di non delocalizzare la produzione in altri stati. Alla politica – continuano gli esponenti di Confartigianato Abruzzo – chiediamo di trovare una soluzione concreta al problema del caro energia, per evitare la chiusura definitiva delle aziende, e auspichiamo maggiori investimenti sulla formazione dei giovani, perché continua a mancare la manodopera specializzata”.