Martedì, 02 Maggio 2023 01:55

Turismo, in Abruzzo 14 imprese su 15 sono irregolari

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In Abruzzo, 14 imprese su 15 che operano nel settore del turismo sono irregolari, con una percentuale del 93% rispetto alla media nazionale che è del 76%.

Su 51 posizioni lavorative verificate, 20 sono risultate irregolari, e cioè il 40% rispetto al 36% della media nazionale, 16 sono i lavoratori trovati in nero, il 31% rispetto al 18% della media nazionale. Questo è il risultato imbarazzante di un'operazione di vigilanza straordinaria condotta nelle scorse settimane dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro nei settori del Turismo e dei Pubblici Esercizi, con l'obiettivo di contrastare il lavoro nero e favorire il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza.

Il dettaglio dei dati che riguardano l'Abruzzo, conferma amaramente quanto la Filcams Cgil ha sempre segnalato e stigmatizzato, l’estrema irregolarità di un settore dove precarietà, sfruttamento e illegalità sono dominanti

Probabilmente questa è la chiave di lettura in questi dati che ci fornisce la possibilità di individuare la vera e irresponsabile motivazione della carenza di personale che sempre più si registra nel Turismo. Le polemiche servono a poco, prima si punta il dito contro il reddito di cittadinanza adesso sui giovani che non vogliono lavorare nel fine settimana e sulle competenze che scarseggiano.

Le lavoratrici e i lavoratori, giovani e non, probabilmente sono stanchi di anni di sfruttamento. Invece di lamentarci della mancanza di attrattività del settore, imprenditoria, classe dirigente e politica dovrebbero seriamente attivarsi per ripristinare la cultura della legalità, che passa anche per il rinnovo e l’integrale applicazione dei contratti nazionali di lavoro.

Il nostro paese è al primo posto per le opportunità generate dal settore del turismo e sono tantissime le persone che operano in questo comparto ma lo sfruttamento, la precarietà e l'illegalità sono il male che colpisce in maniera dura e disarmante.

Le denunce di lavoro nero hanno portato a pochissimi provvedimenti di sospensione, che si aggiungono alle gravi inadempienze in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Certo, si tratta di numeri ridotti rispetto alle migliaia di imprese che operano nel settore, ma rappresentano in modo reale quanto sia la situazione di gravissima irregolarità ad essere il vero cancro del settore.

Il 2023 ci prospetta una stagione di forte crescita per il settore del turismo. Da una parte si prevedono presenze decisamente superiori a quelle degli anni pre-covid, dall'altra i datori di lavoro del settore lamentano, ancora una volta, la carenza di personale.

"Noi crediamo" sostiene il sindacalista della Filcams CGIL, Lucio Cipollini, "che il rilancio del settore passi per la valorizzazione del lavoro. Soprattutto nel turismo la qualità del servizio, la professionalità, la cortesia e la disponibilità dei lavoratori sono il valore aggiunto che fa fare il salto di qualità alle aziende. Noi crediamo, e i dati lo dimostrano, questa classe imprenditoriale, o quanto meno la gran parte di essa, sia la rovina del settore. Piuttosto che arrampicarsi su scivolosi argomenti autoassolutori, gli imprenditori dovrebbero capire che le lavoratrici e i lavoratori non vogliono lavorare in questo settore perché sono stanchi di anni di sfruttamento, sono stanchi di lavorare in nero, sono stanchi di firmare contratti per 12 ore settimanali per poi lavorarne 60, sono stanchi dei voucher, sono stanchi della precarietà, sono stanchi di lavorare con contratti collettivi di lavoro scaduti da diversi anni" sostiene Cipollini.

Ultima modifica il Martedì, 02 Maggio 2023 02:28
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