Bruxelles continua a ritenere "aiuto di stato" lo sconto del 60% sui contributi a cittadini ed imprese del Cratere, disposto dal Governo italiano dall'aprile 2009 fino a dicembre 2010.
A darne notizia Il quotidiano Il Messaggero che riporta come in questi giorni, tramite la Regione, delle missive provenienti da Bruxelles, sarebbero state recapitate alle maggiori aziende del territorio.
Il contenuto? Delle schede da compilare insieme a documenti da allegare per dimostrare il nesso di causalità e beneficio.
"In sostanza - scrive il giornalista Dascoli su Il Messaggero - se un'azienda riuscirà a dimostrare di aver subito più danni rispetto agli sgravi non avrà grattacapi; negli altri casi rischia di dover restituire i tributi non versati con aggravio di interessi, sanzioni e aggio di Equitalia"
Insomma torna il rischio che le aziende del cratere debbano restituire il 100% dei tributi non versati dopo il sisma. Qualcosa che in altre situazioni simili, come il terremoto dell'Umbria, non è mai accaduto.
L'accanimento dell'Europa potrebbe esser dovuto al fatto che, al tempo, lo Stato italiano non comunicò a Bruxelles il provvedimento sugli sgravi fiscali prima della sua entrata in vigore. Dal canto suo l'Italia ed il territorio hanno risposto all'UE spiegando l'evidente motivo del provvedimanto in conseguenza del "danno sistemico" e come parziale risarcimento del danno subito. Molte manifestazioni popolari del 2010 avevano invocato proprio lo sgravio fiscale come unica via per far riprendere l'economia su un territorio disastrato.
Un "equivoco", forse, quello con Bruxelles che potrebbe rientrare, come sembrava esser già accaduto, ma che di fatto continua a pendere invece come una scure su aziende che non hanno responsabilità alcuna, se non quella di aver subito un terremoto.