Martedì, 12 Maggio 2015 13:31

Abruzzo: commercio e artigianato, 2014 segnato ancora dalla crisi

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L'economia abruzzese è ancora in una fase di rianimazione sospesa. Si potrebbe utilizzare una metafora presa dal gergo medico per descrivere la situazione fotografata dall'indagine congiunturale del Cresa su commercio e artigianato riferita al secondo semestre 2014.

I dati e le cifre raccontano una realtà in cui i segnali di crisi sono ancora pesanti. Il commercio ha fatto registrare un calo del fatturato del 4% e un'analoga flessione dei posti di lavoro.

Per quanto riguarta l'artigianato, invece, c'è da constatare la chiusura di oltre 2mila aziende con almeno 3 dipendenti: "E' come se avesse cessato l'attività un impianto come quello della Sevel" ha sottolineato, per rendere meglio l'idea dell'ecatombe, il presidente di Unioncamere Lorenzo Santilli.

Un quadro a tinte fosche, parzialmente addolcito, tuttavia, dai i dati del primo trimestre 2015 (ancora in corso di elaborazione ma di cui è stata data un'anticipazione) che raccontano di un'economia abruzzese che sembra aver aggangiato la lieve ripresa in atto in Italia grazie agli interventi di stimolo della Banca Centrale Europea e ad alcuni positivi fattori congiunturali, come la diminuzione dei prezzi del petrolio che sta favorendo le esportazioni.

INDAGINE CONGIUNTURALE SULL'ANDAMENTO 2014 DELLE IMPRESE ARTIGIANE E COMMERCIALI

"L'artigianato e il commercio regionale mostrano nel corso del 2014 pesanti segni di crisi sia sotto il profilo della nati mortalità di impresa sia sotto quello delle performance" scrive la relazione del centro studi delle Camere di commercio.

"Secondo i dati Infocamere-Movimprese al 31 dicembre 2014 le imprese commerciali attive in Abruzzo alla fine del 2014 sono 32.653, lo 0,7% in meno rispetto all'anno precedente (Italia: -0,5%), un calo inferiore al -1,1% riportato dal complesso delle imprese regionali (Italia: -0,7%). Rispetto al resto del paese particolarmente critico è l'andamento del commercio all'ingrosso (Abruzzo: -1,8%; Italia: -1,0%)".

"Le imprese artigiane con sede in Abruzzo registrate nel data base del sistema camerale sono 33.000, il 3,2% in meno rispetto all'anno precedente (Italia: -1,8%), un calo nettamente superiore al -0,6% riportato dal complesso delle imprese regionali (Italia: -0,3%). Rispetto a quanto si è verificato nel resto del paese particolarmente critico è l'andamento delle imprese artigiane edili (Abruzzo: -5,3%; Italia: -2,8%) e manifatturiere (Abruzzo: -2,9%; Italia:-2,0).

Sotto il profilo delle performance, nell'ambito delle attività commerciali, si osserva l'andamento particolarmente critico del settore al dettaglio, e tra quelle artigiane in maggiori difficoltà sono le imprese edili e quelle con meno di 6 addetti.

"Il commercio e l'artigianato regionale – sottolinea il presidente del Cresa Giandomenico Di Sante – hanno attraversato nel 2014 pesanti difficoltà risentendo in modo particolarmente grave della crisi della domanda interna. I consumi delle famiglie, infatti, sono scoraggiati a causa di una sfavorevole situazione del mercato del lavoro, che incide sul livello dei redditi e sulla fiducia delle famiglie".

"In particolare – sottolinea il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco - l'artigianato abruzzese, composto per l'80% da imprese individuali, è assai poco strutturato sotto il profilo finanziario, del capitale, delle risorse umane e della propensione ad investire e ad esportare e, quindi, particolarmente fragile".

INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE COMMERCIALI - II SEMESTRE 2014

L'indagine congiunturale sull'andamento del commercio nel II semestre 2014, condotta dal Cresa attraverso la società Questlab di Mestre, è stata realizzata su un campione di 498 imprese con almeno tre dipendenti operanti in Abruzzo.

A fronte di un certo rincaro congiunturale e tendenziale dei costi di approvvigionamento e totali, i prezzi di vendita risultano quasi costanti. Si registrano diminuzioni di breve e di lungo periodo di occupazione (rispettivamente -3,0% e -4,2%) e fatturato (rispettivamente -0,8% e -3,8%), per quest'ultimo con andamento lievemente migliore rispetto al semestre precedente.

Tali risultati negativi ma in recupero sono confermati dall'andamento semestrale della demografia di impresa: in Abruzzo le imprese commerciali attive, e soprattutto quelle al dettaglio, sono lievemente aumentate (rispettivamente +0,1%, pari a un saldo di +45, e +0,3%, pari a +58), con un andamento lievemente migliore di quello italiano (rispettivamente +0,0% e +0,1%). Durante il II semestre le imprese iscritte sono state in Abruzzo 728 rispetto alle 960 cancellate (di cui in entrambi casi più del 60% nel dettaglio) con un tasso di sviluppo del -0,7% rispetto al -0,9% nazionale.

Le previsioni degli imprenditori per i prossimi sei mesi esprimono un forte pessimismo evidenziato dalle aspettative prevalentemente negative riguardo l'andamento del fatturato (-21,0%), dei costi di approvvigionamento (+19,2%) e dell'occupazione (-7,1/%). Tra gli operatori è tornata una lieve aspettativa di ripresa dei prezzi di vendita (+1,3%).

Il commercio al dettaglio mostra andamenti negativi congiunturali e tendenziali di fatturato (rispettivamente -1,2% e -3,8%) e occupazione (-1,5% e -3,2%), per quest'ultima lievemente migliori della media del settore. Ai prezzi di vendita, costanti su base annuale e in aumento su base semestrale (+0,3%), si accompagnano costi crescenti su entrambi gli orizzonti temporali. Le previsioni sono tutte negative, e per il fatturato migliori della media regionale.

La ristorazione soffre i maggiori aumenti dei costi di approvvigionamento e totali sia semestrali (rispettivamente +3,7% e +9,8%) sia annuali (+4,5% e +10,1%) e le peggiori diminuzioni dell'occupazione (-5,4% e -5,5%). Il fatturato risulta in aumento congiunturale (+1,0%) e in calo tendenziale (-4,0%) mentre i prezzi di vendita crescono soprattutto su base annua. Il clima di opinione è pessimistico con aspettative negative sia per il fatturato sia per l'occupazione.

Anche la grande distribuzione registra risultati negativi, e generalmente peggiori della media regionale, di fatturato (semestrale: -1,8%; annuo: -3,5%) e occupazione (congiunturale: -5,7%; tendenziale: -7,8%). I costi di approvvigionamento e totali sono aumentati meno della media del settore. I prezzi di vendita mostrano un lieve calo semestrale e un altrettanto lieve incremento annuo. Le previsioni sono negative e, per fatturato e prezzi di vendita, peggiori degli altri comparti.

Contrazioni congiunturali e tendenziali del fatturato sono state registrate in genere in tutte le province, ma a L'Aquila sono particolarmente pesanti (rispettivamente -3,7% e -5,0%). Anche l'occupazione evidenzia andamenti tutti negativi, in particolare a Teramo (semestrale -6,7%) e a Pescara (annuale -5,6%). I prezzi di vendita mostrano andamenti discordanti, positive soprattutto a Teramo (semestrale +2,8% e annuale +1,8%) e negative soprattutto a L'Aquila (rispettivamente -1,6% e -0,6%). I costi, sia di approvvigionamento che totali, sono aumentati ovunque sia su base semestrale che annuale, in particolare a Teramo.

Gli operatori di tutte le province nutrono forti timori per il prossimo futuro: particolarmente pessimistiche le previsioni dei chietini per la tenuta degli attuali livelli di fatturato (-26,1%) e degli aquilani riguardo all'occupazione (-1,1%). Le aspettative circa i prezzi di vendita sono positive soprattutto a Teramo (+4,0%). I costi sono previsti ovunque in aumento soprattutto a L'Aquila (+23,6%).

INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE IMPRESE ARTIGIANE – II SEMESTRE 2014

I risultati relativi al II semestre 2014 dell'indagine congiunturale svolta su un campione di 619 imprese artigiane aventi sede in Abruzzo con almeno 3 dipendenti evidenziano il perdurare delle difficoltà che affliggono il settore già dal semestre precedente.

Le variazioni sono tutte negative, con decrementi di fatturato e ordini inferiori a quelle congiunturali e tendenziali registrate nel periodo gennaio-giugno e perdite dei livelli occupazionali assai maggiori.

Fanno registrare decrementi su base semestrale e annua di pari intensità il fatturato (-2,6%) e gli ordini totali ( -4,4%), mentre l'occupazione riporta una flessione tendenziale (4,3%) pressoché doppia rispetto a quella congiunturale (-2,2%). (-3,2%). Le aspettative degli operatori sono pessimistiche.

Le imprese artigiane manifatturiere hanno fatto rilevare andamenti sia congiunturali che tendenziali negativi di fatturato, ordini totali e occupazione generalmente peggiori della media del settore artigiano. Emergono i peggiori andamenti su entrambi gli orizzonti temporali delle imprese della carta e stampa per il fatturato e del marmo, vetro, ceramica per gli ordini. Come rilevato a livello generale, l'unica eccezione è costituita dal lieve incremento dell'occupazione rispetto al semestre precedente (+0,4%). Le previsioni relative ai prossimi sei mesi sono negative e peggiori degli altri settori.

Le imprese artigiane manifatturiere fanno rilevare su base semestrale ed annua un decremento dell'occupazione peggiore della media delle imprese artigiane regionali e flessioni del fatturato e degli ordini totali meno consistenti rispetto ad essa. Le previsioni relative ai prossimi sei mesi sono particolarmente pessimistiche per il fatturato e di sostanziale stazionarietà per i prezzi di vendita.

Le imprese edili registrano diminuzioni semestrali e annue e un clima di opinione per il prossimo futuro sensibilmente peggiori degli altri settori.

Le attività artigiane di fornitura di servizi alle imprese mostrano il miglior andamento, con incrementi congiunturali e tendenziali di fatturato e ordini totali; l'occupazione cresce su base semestrale e diminuisce su base annua. Le previsioni per i prossimi sei mesi, pur negative, sono migliori della media regionale.

Le imprese di servizi alle persone fanno registrare flessioni di breve e lungo periodo più contenute della media regionale. Le previsioni, negative, sono allineate a quelle delle altre imprese di servizi e migliori di esse per quanto riguarda l'occupazione.

Sotto il profilo dimensionale sono le imprese artigiane tra i 3 e i 5 addetti a mostrare nel complesso le maggiori difficoltà e a nutrire i maggiori timori per il futuro; le alte imprese fanno registrare un clima di opinione meno pesante, incrementi di fatturato e ordini e contrazioni dei livelli occupazionali, con una flessione su base annua più pesante della media regionale

A livello provinciale solo Teramo mostra variazioni congiunturali generalmente positive. Particolarmente importanti sono le flessioni a breve e lungo periodo del fatturato a Pescara e Chieti e i decrementi congiunturali degli ordini e dell'occupazione all'Aquila, le contrazioni tendenziali delle commesse a Pescara e dei livelli occupazionali a Chieti. Sono diffusi su tutto il territorio forti timori per il prossimo futuro.

 

Ultima modifica il Martedì, 12 Maggio 2015 14:34

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