All'alba, sette grossi cetacei hanno perso l'orientamento e si sono spiaggiati al porto di Vasto, a Punta Penna, fra la Riserva naturale di Punta Aderci e il Molo Nord.
A dare l'allarme Maurizio Spadaccino, un surfista locale che ha pubblicato su Facebook alcune foto. Si tratta di mammiferi molto grandi, di 3-4 metri di lunghezza per un peso che può arrivare alla tonnellata.
La Guardia Costiera ha attivato immediatamente la logistica dei soccorsi, molto delicati vista la mole e la natura dei cetacei che soffrono i rumori esterni. "Abbiamo allertato il Centro Emergenza Cetacei di Padova, sono arrivati i nostri sommozzatori di San Benedetto del Tronto e sul posto abbiamo creato un cordone di sicurezza per tenere al sicuro da rumori e agenti esterni i capodogli", ha spiegato all'Agi il comandante della Guardia Costiera di Vasto Giuliano D'Urso.
Purtroppo, però, tre dei sette cetacei non ce l'hanno fatta. Le operazioni di soccorso, condotte dalla Guardia Costiera con la decisiva e gratuita collaborazione di pescatori e volontari, almeno 50 sulla spiaggia di Punta Penna, hanno comunque consentito di riportare quattro cetacei in acque più profonde. I capodogli a fatica stanno cercando di riprendere il largo, con l'aiuto delle vedette della Guardia Costiera che si frappongono tra loro e la riva per provare a spingerli in alto mare. "E' un risultato straordinario, nel 2009 dei sette capodogli spiaggiati erano morti tutti - dice all'Agi Sandro Mazzariol, coordinatore della task force del ministero dell'Ambiente che si attiva in questi casi, il Cert (Cetaceans Emergency Response Team) - il fatto che questa volta si sia riusciti a riportarne quattro in mare è già un grande risultato che aiuterà a lavorare meglio nelle prossime ore".
I cetacei ora dovranno riprendere il largo e navigare verso sud per poter uscire dal mare Adriatico e tornare nello Ionio, nel loro habitat naturale, salvandosi così definitivamente. "Il pericolo è rappresentato dal mare davanti il Gargano, molto basso - spiega Mazzariol - dovranno essere aiutati per quanto possibile nella navigazione, sperando che si allontanino dalla costa".
D'Alfonso: "Stiamo allestendo il coinvolgimento della Regione"
"E' triste vedere che sette meraviglie marine si siano arenate davanti ad una delle spiagge più belle d'Italia, quella della Riserva naturale di Punta Aderci. Spero ardentemente di riuscire a fare qualcosa per i capodogli ancora vivi. Stiamo allestendo il nostro coinvolgimento per una unità di competenze dedicate sia a gestire l'emergenza sia a capire le motivazioni e le concause dell'accaduto. Intanto voglio ringraziare dal profondo del cuore la Guardia Costiera e i volontari che si stanno prodigando per salvare i cetacei spiaggiati".
Pezzopane: "Fare presto per salvare i cetacei"
"E' necessario fare tutto quanto è nel potere delle istituzioni per cercare di salvare i capodogli che ancora stanno resistendo, dopo lo spiaggiamento a Punta Penna, in Abruzzo. So che il sindaco di Vasto, la Regione e il ministro dell'Ambiente Galletti stanno seguendo la vicenda, che ci auguriamo si concluda con un salvataggio. Ma in ogni caso 4 capodogli sono morti e questo spiaggiamento non può essere casuale. Per questo chiedo al ministro dell'Ambiente Galletti di venire in Senato e anche alle istituzioni locali un supplemento di riflessione sulle politiche di trivellazione in Adriatico. Il senato ha approvato nei mesi scorsi una mozione chiedendo una moratoria per le trivellazioni in Adriatico - prosegue Pezzopane - E' chiaro che il nostro mare e le nostre coste sono ecosistemi precari, che vanno tutelati il più possibile ed è quindi evidente che la presenza di piattaforme petrolifere è da ridiscutere. Per questo chiedo al ministro Galletti un confronto nelle sedi opportune, in Senato".
Wwf: "Inquietante segnale di allarme"
"E' un vero e proprio grido d'allarme, gravissimo in un bacino chiuso e di piccole dimensioni, che dovrebbe indurci a rivedere profondamente il nostro atteggiamento nei confronti del mare Adriatico". E' questo il primo commento del WWF, dopo il clamoroso spiaggiamento di 7 capodogli sulla spiaggia di Punta Aderci a Vasto, affidato al delegato regionale per l'Abruzzo Luciano Di Tizio. "Il nostro pensiero, anche se è chiaramente da confermare, - sottolinea Fabrizia Arduini, referente energia per il WWF Abruzzo - va all'intensa attività di ricerca geosismica attraverso l'air-gun da parte delle compagnie petrolifere, attualmente utilizzato soprattutto sulle coste dell'altra sponda dell'Adriatico. L'air-gun è una pratica che per l'intensità di suono prodotto nel sottofondo marino diviene micidiale per i cetacei e non solo, come dimostra una ampia letteratura a riguardo". Anche i sonar militari, in particolare quelli a bassa frequenza, - ha aggiunto - hanno conseguenze devastanti per il mare e sono causa diretta di spiaggiamenti di massa e di emorragie per la risalita eccessivamente rapida degli animali spaventati da suoni mai sentiti in mare. Le ricerche petrolifere, al di là del micidiale air-gun, provocano danni anche con altre attività: nel sito di Maria Rita D'Orsogna si legge, ad esempio, che nel 2008 circa 100 balene si spiaggiarono e morirono lungo le coste del Madagascar in conseguenza, come venne acclarato da uno studio indipendente, di stimolazioni acustiche connesse appunto alla ricerca di giacimenti nel fondo marino. Basta progetti inerenti gli idrocarburi in mare Adriatico, basta fiumi che riversano quotidianamente veleni: facciamo appello alle forze politiche e a tutte le Regioni che si affacciano su questo mare perché si attivino immediatamente per avviare la tutela, concretamente e non a chiacchiere, di un fragilissimo ecosistema, fonte di vita di moltissime specie viventi compresa la nostra.