ROMA - Dopo le manganellate di mercoledì scorso e un viaggio infruttuoso a Bruxelles, gli operai della Ast di Terni tornano a Roma. In circa 500, sono arrivati stamattina davanti la sede del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) in via Molise per chiedere che siano pagati gli stipendi e che l'acciaieria non venga smantellata. E' presente anche Maurizio Landini, segretario generale di Fiom-Cgil, che è entrato personalmente al Mise, insieme ai rappresentanti di Uilm e Fim Cisl, per dialogare con le istituzioni. "Se necessario rimarremo qui tutto il giorno - protestano gli operai - fino a quando non avremo una risposta positiva".
Il presidio è autorizzato fino alle 18 di questa sera, "ma siamo pronti a rimanere a oltranza", concludono. (s. ciamb.)
ROMA - Dopo le manganellate di mercoledì scorso e un viaggio infruttuoso a Bruxelles, gli operai della Ast di Terni tornano a Roma. In circa 500, sono arrivati stamattina davanti la sede del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) in via Molise per chiedere che siano pagati gli stipendi e che l'acciaieria non venga smantellata. E' presente anche Maurizio Landini, segretario generale di Fiom-Cgil, che è entrato personalmente al Mise, insieme ai rappresentanti di Uilm e Fim Cisl, per dialogare con le istituzioni. "Se necessario rimarremo qui tutto il giorno - protestano gli operai - fino a quando non avremo una risposta positiva".
Il presidio è autorizzato fino alle 18 di questa sera, "ma siamo pronti a rimanere a oltranza", concludono. (s. ciamb.)