Da cinque anni, all'Aquila il concetto di tempo ha una sua peculiare specificità. Nell'ambito delle opere pubbliche, per esempio, viene definito durevole ma comunque temporaneo il Progetto Case, che rimarrà lì dov'è per chissà quanti anni, come anche opere architettoniche altrettanto temporanee, come il bellissimo Auditorium del Parco del Castello progettato dall'archistar Renzo Piano.
Se però il particolare concetto di tempo all'Aquila è utilizzato anche per gli appalti pubblici, la questione si fa più interessante. Parliamo della fornitura del servizio di ristorazione per i pazienti ricoverati e per i dipendenti dell'Ospedale San Salvatore, per le case famiglie e per la residenza sanitaria assistenziale (rsa) di Montereale (L'Aquila). Un servizio che da tre anni viene assegnato con trattativa privata sempre alla stessa azienda, in attesa di una gara di appalto aperta nel 2011, revocata sei mesi più tardi, successivamente re-indetta e, ad oggi, ancora non conclusa. Ma andiamo con ordine.
Il 21 giugno 2011 l'Azienda Sanitaria Locale n. 1 (Asl L'Aquila-Avezzano-Sulmona), presieduta dal direttore generale Giancarlo Silveri, indice una procedura di gara europea per l'assegnazione del servizio di ristorazione, attraverso la deliberazione n.990. A quel bando fanno domanda diverse imprese specializzate nella preparazione, cottura e trasporto di pasti su vasta scala.
Essendo il servizio di ristorazione necessario e urgente, il 5 agosto 2011 – poco dopo l'apertura della suddetta gara europea – la Asl avvia una procedura negoziata per trovare un'impresa disponibile a svolgere il servizio per sei mesi, il tempo necessario allo svolgimento della gara per l'appalto definitivo. La procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara è normata dall'articolo 57 della legge 163/2006: "Nei contratti pubblici relativi a lavori, forniture, servizi la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara è consentita: […] nella misura strettamente necessaria, quando l'estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte". In soldoni, la Asl avvia legittimamente una procedura senza bando, in attesa della gara europea che assegnerà l'appalto vero e proprio, perché non è possibile interrompere il servizio di ristorazione durante l'attività ospedaliera.
Nella premessa della deliberazione Asl è scritto che la procedura "si rende urgente e necessaria attesa l'esigenza di individuare, nel più breve tempo possibile, il gestore del servizio di ristorazione". L'affidamento temporaneo viene assegnato il 27 settembre 2011, con la deliberazione del direttore generale della Asl Silveri, alla società Vivenda SpA [vedi scheda tecnica in appendice], per una cifra complessiva di circa 1,3 milioni di euro, fino al 27 marzo 2012. L'affare è corposo. Il numero mensile stimato di pasti è 41.400, suddivisi tra colazione, pranzo e cena per i degenti, pasto sostitutivo, sacchetti per dialisi e pasti per i dipendenti. Nella procedura negoziata è specificato che "il servizio avrà durata fino all'aggiudicazione definitiva e alla stipula del contratto della ditta che risulterà aggiudicataria della procedura di gara". Inoltre, appena dopo l'affidamento del settembre 2011, la Asl revoca "in autotutela" il bando per l'appalto definitivo, per poi reindirlo nel febbraio 2012.
Il servizio di ristorazione, da parte della Vivenda Spa, va avanti senza intoppi né interruzioni anche dopo il 27 marzo 2012, scadenza della procedura negoziata con la Asl. Il 20 settembre dello stesso anno, la deliberazione n. 1520 sempre firmata da Giancarlo Silveri, "considerando che la gara ad evidenza pubblica è ancora in espletamento", provvede a integrare la spesa, assegnando altri 2,1 milioni di euro, per il servizio dei nove mesi "scoperti" dalla procedura: da marzo a dicembre 2012.
L'attività della Vivenda continua anche nei primi mesi del 2013. Il 3 giugno 2013, con una raccomandata indirizzata alla Asl, la Vivenda - "in seguito dei colloqui intercorsi" - conferma la propria disponibilità a proseguire il servizio, rinunciando all'applicazione dell'incremento Istat e quindi all'aumento del costo dei pasti. I corrispettivi proposti dall'impresa sono: 2,15 € (colazione degenti), 6,95 € (pranzo degenti), 6,30 € (cena degenti), 1 € (pasto dipendenti), 4 € (pasto sostitutivo e pasto dializzati) e 2,15 € (colazione donatori sangue). Nonostante la rinuncia degli aumenti da parte della ditta, parliamo di prezzi comunque piuttosto esosi, considerando, per esempio, che il prezzo a base d'asta proposto dal Comune dell'Aquila per il servizio di ristorazione scolastica – assegnato alla stessa Vivenda Spa – è di 5 € + iva.
Detto fatto. Un mese e mezzo più tardi, il 16 luglio 2013, la Asl rinegozia il contratto con la Vivenda: "A seguito dell'applicazione della Legge 135/2012 (la cosiddetta spending review, ndr) si è concordato con la Vivenda Spa alcune variazioni dei menù per un risparmio mensile presunto di 4.665,68 + iva”. In questa deliberazione (la n. 950 del 2013) si rinegozia il contratto per tutto l'anno, fino al 31 dicembre 2013, sottolineando un risparmio annuale di 66mila euro. Viene dunque prevista una spesa di circa 2,5 milioni di euro.
E così anche tutto il 2013 viene assicurato il servizio di ristorazione per l'Ospedale San Salvatore dell'Aquila e per la Rsa di Montereale. Alla vigilia di Natale, la deliberazione n. 1935, sancisce che sia "opportuno differire il termine di scadenza del servizio al 31 marzo 2014", per un ulteriore importo di 600mila euro. Il 13 dicembre scorso, però, finalmente una novità sulla gara aperta nel febbraio 2012 e ancora non conclusa. Con una nota della Commissione giudicatrice dell'appalto, si spiegano i motivi dell'anomalo andamento della gara: "Non è stato possibile ultimare la suddetta procedura – si legge nella nota inviata alla Asl – in relazione all'insorgere di ulteriori problematiche che necessitano di chiarimenti, attualmente all'esame della Commissione giudicatrice, per le quali non è escluso che possa essere richiesto un parere legale. In particolare, le problematiche afferiscono alla 'piena disponibilità' di un centro di cottura da parte dei partecipanti ed al subentro ad uno dei concorrenti di altro operatore economico, in presenza di procedimento fallimentare del concorrente stesso e coesistenza delle cause di esclusione". La settimana successiva (20 dicembre) la Vivenda comunica prontamente alla Asl la propria disponibilità alla prosecuzione dell'affidamento, per l'anno 2014. "Come richiesta della Asl ricevuta per le vie brevi", scrive la società.
E dunque, con una procedura analoga a quella del 2013, poco più di un mese fa (il 16 aprile) si ritiene opportuno differire il termine di scadenza del servizio al 30 giugno 2014. Nella deliberazione si sottolinea che le procedure di aggiudicazione della gara reindetta dalla Asl nel febbraio 2012 non sono ancora concluse "e presumibilmente saranno ultimate entro il primo semestre 2014". Ad ogni modo, anche per il trimestre aprile-giugno alla Vivenda vanno altri 600mila euro.
E ora? Attendiamo fiduciosi il responso della Commissione giudicatrice. Nel frattempo, però, una gara di appalto pubblica, indetta per la prima volta tre anni fa, non è mai giunta a conclusione, mentre a un'impresa privata sono stati elargiti circa 7,1 milioni di euro in tre anni. Un fiume di soldi pubblici autorizzato dalle continue proroghe della Asl, rese possibile dalla "estrema urgenza e necessità" del servizio di ristorazione ospedaliera. Un'emergenza che dura da tre anni.
Ma, si sa, all'Aquila il concetto di tempo è relativo.
Appendice. Vivenda, il colosso della ristorazione collettiva
La Vivenda Spa è un colosso della ristorazione su vasta scala. Esercita la propria attività su tutto il territorio nazionale, lavorando negli appalti pubblici. La direzione generale dell'azienda si trova a Roma, ma vanta sedi anche a Milano, Firenze, Siena e Bari. Il 70% della società è di proprietà della società cooperativa per azioni La Cascina.
Vivenda è partecipata persino da Invitalia, l'agenzia del ministero del Tesoro deputata ad attrarre investimenti in Italia. Nel post-sisma, all'Aquila si è sentito spesso parlare di Invitalia, in quanto organo deputato a valutare l'attendibilità degli investitori cui verranno destinati milioni di euro di provenienza statale per la rinascita delle attività produttive del cratere (Accord Phoenix, investitori privati per la gestione degli impianti sciistici sul Gran Sasso, etc.).
Ma torniamo alla casa madre di Vivenda: La Cascina. E' una holding di cooperative da più di 200 milioni di euro di fatturato annuo, secondo alcuni quotidiani nazionali storicamente vicina a Comunione e Liberazione di Roma. Nata come mensa per gli studenti della capitale, controlla oggi diverse società, ospedali, hotel e ristoranti di lusso, come il Pedrocchi di Padova e Le Cappellette di Roma.
La storia giudiziaria della dirigenza de La Cascina si è intrecciata almeno due volte, negli ultimi anni, con quella dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. I personaggi chiave sono i fratelli lucani Pierfrancesco e Angelo Chiorazzo. Quest'ultimo è il fondatore della cooperativa Auxilium (sempre del gruppo La Cascina), che gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Bari, il Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Ponte Galeria a Roma, il Centro di Accoglienza di Caltanissetta e il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifiugiati (Sprar) di Bitonto (Bari). Sull'affaire dell'emergenza migranti, Chiorazzo fu indagato nel 2008, assieme all'allora sottosegretario Gianni Letta, per l'affidamento diretto del centro di accoglienza di Policoro, in Basilicata. Le accuse per Letta erano di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata, ma le indagini furono archiviate. Come furono archiviate quelle su Angelo Chiorazzo, qualche mese dopo (siamo nel 2009), a proposito dell'appalto per la gestione del Cara di Bari. Per anni La Cascina ha vinto appalti in tutto il Paese, dalle università alle strutture pubbliche, dai teatri agli stadi, fino alla bouvette del Senato. Nel 2008 la Asl di Taranto si è avvalso di forniture per 8,8 milioni di euro; il comune di Roma per altri 20. "Non è un mistero – scrive Il Fatto Quotidiano nel 2009 – che i vertici della Cascina selezionino il personale anche sulla base di elenchi stilati da vescovi e politici di area”.
Per quanto riguarda la Vivenda Spa, i guai per l'impresa arrivano nel 2012, periodo durante il quale già fornisce sia la Asl dell'Aquila che le scuole del capoluogo abruzzese (attraverso la gestione affidata dal Comune dell'Aquila). Gli ispettori di Inps e Inail contestano il mancato pagamento dei contributi a centinaia di dipendenti della società. Spunta un verbale dell'Inps in cui si contesta di non aver pagato contributi per quasi 1,5 milioni di euro. Nonostante gli accertamenti, però, Vivenda continua ad essere leader nel suo settore, acquisendo appalti e fornendo scuole e uffici pubblici di mezza Italia: l'Ospedale Sant'Andrea di Roma, le scuole di Nettuno, il Ministero dell'Interno, il Policlinico “Gemelli” di Roma, la clinica “San Pietro” di Roma, le scuole di Cologno Monzese, le aziende sanitarie della Regione Lazio e, non ultime, le scuole dell'Aquila e l'Ospedale San Salvatore.
Leggi la richiesta di rettifica da parte della Società Cooperativa Auxilium