Martedì, 25 Giugno 2013 08:14

L'auditorium di Ban ancora chiuso: di chi sono le responsabilità?

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Il nuovo auditorium del Conservatorio è ancora chiuso. A due anni esatti dalla sua inaugurazione e a seguito della eccezionale nevicata del febbraio dello scorso anno, si è verificato un danno al tetto, appesantito dal carico della neve. Un danno, nello specifico, al cartone che riveste le colonne metalliche che caratterizzano l'ingresso principale e che sono rimaste per molto tempo immerse nella neve.

L'Aquila Temporary Hall (LTCH), l'auditorium progettato dall'archistar giapponese Shigeru Ban in zona Collesapone, è quindi ancora inagibile. La prestigiosa struttura inaugurata il 7 maggio 2011, con 213 posti a sedere e un'acustica “miracolosa” come sottolineò Bruno Carioti, direttore del Conservatorio “Casella” dell'Aquila, è oggi soffocato nella polvere e nell'abbandono. Fino a data da destinarsi.

Come già successo per l'Auditorium del Castello, la cui edificazione tante polemiche ha scatenato in città, anche questo “gioiellino” dell'arte contemporanea rimane dunque chiuso e inaccessibile a una città cui mancano sempre di più spazi culturali e aggregativi.

interno auditoriumMa come è possibile che il tetto di un'opera così importante si danneggi ancor prima che si inizi ad utilizzarla? I materiali che sono stati utilizzati per il rivestimento della struttura sono di buona qualità? Proviamo a fare un pò di chiarezza.

Il Dipartimento di Protezione Civile pubblica il bando di gara il 29 marzo 2010, in accordo con l'ambasciatore giapponese in Italia. Il costo dell'opera (donazione del Giappone alla città) è, complessivamente, poco meno di 900mila euro. La gara “urgente con evidenza pubblica” viene vinta dal CME, Consorzio imprenditori edili di Modena. Uno dei più grandi consorzi emiliani, eredità di quelle che decenni fa erano le cooperative. Ben 309 imprese associate. CME affida l'incarico per la costruzione della struttura alla sua associata SM Costruzioni L'Aquila Srl, impresa “nata per la ricostruzione” come è possibile leggere anche sul sito web della società. SM è il frutto della “sinergia di due aziende di grande esperienza”: Minerva Srl di Carpi (Modena) e Simic Srl di San Demetrio nei Vestini (L'Aquila).
La SM effettua numerosi subappalti per la costruzione dell'Auditorium progettato da Ban, il problema è che non è dato sapere – nel senso che non c'è pubblicizzazione – di nessun subappalto per nuove costruzioni e ristrutturazioni post-sisma a L'Aquila.

Ovviamente, se la filiera si allunga ed è minore il margine di guadagno per chi effettivamente realizza i lavori, aumenta il rischio che vengano utilizzati materiali scadenti o che sia meno accurata la loro posa in opera. Per carità, nessuna irregolarità amministrativa. Tutto permesso dal Codice degli Appalti Pubblici a fronte di una dichiarazione di "regolare esecuzione" da parte del direttore dei lavori.

In ogni caso, è difficile appurare se i lavori siano rispondenti al progetto di Shigeru Ban, se l'impresa appaltatrice ha pagato regolarmente i subappaltatori. Il risultato è che il tetto è danneggiato e l'auditorium, a ben due anni dall'inaugurazione, è ancora inutilizzabile.

Cartello lavoriDi chi è la colpa? Fosse un errore di progettazione, pagherebbe il progettista; fosse uno sbaglio di realizzazione esecutiva, pagherebbe la ditta esecutrice e così via. E invece non paga nessuno, non si riescono a individuare le responsabilità, e chi ci rimette è la collettività che non può usufruire di uno spazio prestigioso costruito con soldi pubblici, seppur provenienti dalla terra del sol levante.

Inoltre, come è possibile vedere nel cartello dei lavori in corso per la riparazione del tetto (altri 37mila euro), la proprietaria della struttura risulta essere ancora la Protezione Civile Nazionale che, però, tace e non ha preso alcuna misura contro chi ha costruito un tetto che risulta danneggiato prima ancora dell'utilizzo della struttura stessa. Inoltre, perché il Dipartimento di Protezione Civile non cede definitivamente l'Auditorium al Comune o al Conservatorio?

La SM Costruzioni risulta essere una impresa di piccola-media grandezza. Nel bilancio 2011, per esempio, risulta un attivo di circa un milione a fronte di un passivo di circa 700mila euro. La CME, di cui SM è associata, ha ricevuto (al luglio 2012) 107 incarichi a L'Aquila. Avrà affidato qualcuno di questi incarichi alla SM? Per quali importi? Perché non è possibile sapere, con evidenza pubblica, i subappalti della ricostruzione e delle nuove costruzioni come l'Auditorium?

E' questo il vero punto della questione, a prescindere dal ritardo dell'apertura del Temporary Hall, che probabilmente - si spera - presto sarà a disposizione della collettività. Se spesso si rende necessario il meccanismo del subappalto per questioni di competenze e capacità tecniche delle ditte incaricate, è altrettanto vero che ad oggi non esiste uno strumento di trasparenza e controllo di quanti e quali subappalti vengono assegnati dalle ditte che ricevono incarichi per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma. Non esiste un elenco pubblico consultabile dal cittadino, che è anche colui che sceglie chi deve eseguire i lavori per la propria abitazione da riparare. E' il paradosso della gestione della ricostruzione, di cui abbiamo più volte scritto. Una contraddizione tutta italiana: 'il più grande cantiere d'Europa' è gestito in modo privatistico, ma con fondi pubblici. E senza trasparenza.

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 27 Giugno 2013 14:46

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