Nella sala convegni dell'Ance, si è tenuto ieri un forum organizzato dal "Circolo della stampa d'Abruzzo" per iniziare a discutere del progetto, presentato al Comune in project financing dal "Consorzio Adriatico", già impegnato nella ricostruzione, che prevede la realizzazione in due anni di un centro commerciale con annesso parcheggio nelle viscere di Piazza Duomo. Costo dell'opera: 36 milioni di euro.
Ad aprire i lavori, una splendida ricostruzione storica di Raffaele Colapietra che, a partire dal primo documento datato 1304 che racconta del Mercato, ha ricordato il ruolo centrale della piazza fin dalla fondazione della città: il Mercato -piazza del Duomo è denominazione ottocentesca- rappresenta da sempre il luogo della vita comunitaria. Lì è rinata la città dopo il terremoto del 1703, ha sottolineato maliziosamente lo storico prima di lasciare la parola al Sindaco che, dopo gli entusiasmi iniziali, nell'incontro di ieri ha espresso seri dubbi sulla opportunità di un'opera che potrebbe alterare del tutto non solo il disegno della piazza ma l'identità stessa della città. Che si costruisce, è bene ricordarlo, nei luoghi di socialità.
Saranno state le polemiche dei giorni scorsi, alimentate non solo dalle opposizioni in Consiglio comunale ma dalla stessa maggioranza, a spingere Massimo Cialente ad un passo indietro. Chissà. Certo è che la giunta rischia di sfaldarsi se si dovesse arrivare al voto su di un progetto che è fuori dal Prg, dal Piano Commerciale, dal Piano urbano della mobilità approvato non più tardi di un anno fa e dal Piano della Ricostruzione. Non stupisca il clamore di questi giorni: stiamo parlando di un'opera mastodontica che prevede due piani di parcheggi, per un totale di 525 posti auto dei quali 350 pertinenziali, e un'area commerciale di 4200 mq. Ventuno metri sotto un centro storico ancora soffocato da macerie e puntellamenti. Con la ricostruzione totalmente ferma. Il Sindaco ha rilasciato a NewsTown una lunga intervista: si è parlato della "Galleria Piazza Duomo" allungando lo sguardo a come vorremmo fosse il centro storico tra vent'anni. Non mancano le contraddizioni. Come si sposa uno shopping mall sotterraneo con l'idea che il centro riacquisti, negli anni a venire, le sue funzioni sociali e culturali prima che economiche?