"Negli ultimi anni, abbiamo passato le nostre giornate a rincorrere emergenze; questo, ha inciso - e non poteva essere altrimenti - sulla capacità programmatoria dell'amministrazione".
Parole di Fabio Pelini, assessore comunale con delega all'assistenza alla popolazione, che, ai microfoni di Mente Locale, su Radio L'Aquila 1, prova a fare il punto della situazione a seguito dell'ultima emergenza, seguita alle scosse del 18 gennaio scorso.
"Avevamo realizzato l'ultimo punto della Delibera approvata dal Consiglio comunale nel 2011, e che prevedeva l'assegnazione degli alloggi del progetto Case a mercato libero e in housing sociale, così da permettere ai cittadini più in difficoltà di accedere al patrimonio pubblico della città; parliamo di quasi 6mila alloggi, al netto di quelli danneggiati e costruiti male, che vanno utilizzati, e utilizzati al meglio". Le scosse del 18 gennaio scorso, però, "hanno scatenato un generale stato di paura, di spaesamento psicologico e hanno creato anche dei danni, ingenti, nell'Alta Valle dell'Aterno: dunque, in queste settimane siamo stati chiamati ad un lavoro enorme per dare risposta a quelle famiglie, da Barete a Campotosto, da Cagnano a Capitignano passando per Montereale, che hanno fatto richiesta di alloggi del Progetto Case che, a tutti gli effetti, sono oramai diventati un punto di riferimento per un comprensorio ben più vasto di quello per cui erano stati pensati".
Sono state circa 300 le famiglie accolte a seguito degli ultimi terremoti, che si aggiungono alle quasi 100 giunte da Amatrice e dintorni nei mesi scorsi. "Di conseguenza - ha sottolineato Pelini - il bando di housing sociale è andato sullo sfondo: al momento, la priorità è accogliere le famiglie che hanno dovuto sopportare questo ennesimo terremoto; al termine della fase emergenziale, vedremo con quale tempistica - e con quale cronoprogramma - daremo attuazione a quel bando". Pelini ne è rammaricato, e non lo nasconde, "conosciamo infatti la difficile situazione socio-economica che vive la città, in un contesto nazionale e internazionale di crisi: quel bando intendenva rivolgersi alle famiglie che non possono, oggettivamente, accedere al mercato degli affitti, che restano ancora troppo alti, a L'Aquila".
La risposta al bando, in effetti, sta lì a raccontarlo: sono pervenute 1200 richieste circa, di nuclei familiari o in formazione. Una vera e propria emergenza abitativa che va affrontata al più presto. "Chiediamo però di avere pazienza: probabilmente, ci vorranno ancora alcuni mesi per iniziare le assegnazioni", ha chiarito l'assessore Pelini.
D'altra parte, la situazione economica è sempre più preoccupante: "in città - ha ricordato l'assessore - ci sono 5 mila nuovi poveri, una fetta consistente di popolazione, cittadini che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, che vivacchiano alla giornata perché non hanno un lavoro, quando lo trovano vengono pagati con i voucher, e magari lo perdono in breve tempo. Nel nostro piccolo, con l'assessorato alle politiche sociali abbiamo tentato di mettere in campo delle azioni di sostegno, compreso il bando per l'housing sociale appunto, ma non è sufficiente: è una goccia nel mare rispetto ad un contesto più ampio, e complicato".
Oltre a dare una risposta abitativa ai richiedenti, il bando dovrebbe servire anche a regolare al ribasso il mercato degli affitti; sebbene l'assessore si dica convinto che "a seguito degli ultimi eventi, i prezzi finiranno per abbassarsi comunque; L'Aquila rischia di non essere più appetibile per un certo arco di tempo, e c'è un surplus d'alloggi: sono 155mila, per una popolazione residente di 70mila, e bisogna capire quanti, effettivamente, domiciliano in città". Dunque, "anche in vista delle amministrative, è necessario un ragionamento serio, concreto e realistico per dimensionare una qualità della vita effettiva rispetto a quella che immaginiamo possa essere la città del futuro, e scansando le paure contingenti che non possono e non devono condizionare le scelte".