Giovedì, 23 Febbraio 2017 12:38

Centrosinistra, Albano ufficializza le primarie: "Vere e contendibili"

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Il sondaggio? Una bolla mediatica. Sì alle primarie di coalizione, aperte e contendibili con più candidati del Partito Democratico. E si porti maggiore rispetto a Pierpaolo Pietrucci ed Americo Di Benedetto.

Al culmine di giornate frenetiche, per il PD cittadino, tra articoli di stampa e dichiarazioni, post facebook e messaggi sibillini, il segretario Stefano Albano torna a parlare e, in un'intervista a NewsTown, chiarisce che - al tavolo di coalizione - i democrat formalizzeranno la proposta di celebrare le primarie.

Togliendosi pure qualche sassolino dalle scarpe. A partire proprio dal sondaggio. "Il Partito Democratico, ai livelli nazionali e regionali, commissiona periodicamente delle rilevazioni, è accaduto anche in passato, per altri appuntamenti elettorali", spiega. "Qui, sta diventando una sorta di bolla mediatica, con ricostruzioni spesso artefatte, se non completamente false, che vengono 'soffiate' ai giornalisti; chi lo fa, tra l'altro, non ci mette nemmeno la faccia. Voglio dirlo con chiarezza, però: il PD aquilano non fa valutazioni in base ad un sondaggio; saremmo folli se costruissimo le valutazioni sulla scelta del candidato sindaco in base ad una rilevazione che, tra l'altro, non può essere considerata attendibile, visto il bailamme di queste settimane".

Albano allarga lo sguardo, poi, al livello nazionale, col partito che si sta scindendo e un congresso che incombe, con ripercussioni anche ai livelli locali. "Vedo un partito nazionale che sta dando un pessimo esempio di sé: a prescindere da ciò che si possa pensare, nel sostenere Renzi piuttosto che la sinistra interna al Partito, o decidendo di seguire gli scissionisti, non è stato offerto certo uno spettacolo edificante; in un momento di profonda sofferenza, la discussione sui tempi del congresso è parsa incomprensibile alla maggior parte dei cittadini, in seno ad un partito che - tra l'altro - è la spina dorsale del sistema istituzionale e che non è sembrato affatto all'altezza dei temi all'agenda politica del Paese". Il segretario cittadino non nasconde l'amarezza, e comprende il sentimento di coloro che riterranno di uscire dal Pd, anche a L'Aquila; "percepisco anch'io il malessere che serpeggia tra militanti, elettori e simpatizzanti del partito rispetto ad alcune scelte. Penso ci sia un bisogno estremo di avviare una discussione nazionale", sottolinea. "E' evidente che il referendum del 4 dicembre ha rappresentato uno spartiacque: ora, c'è da chiedersi dove voglia andare a parare il Partito Democratico a livello nazionale, con quale progetto intenda candidarsi alla guida del Paese e con chi lo porterà avanti". Albano si dice convinto che il partito vada riposizionato "nel campo delle alleanze progressiste, rimettendo in campo il progetto di centrosinistra".

In questo senso, "pur rispettando la decisione di chi riterrà di seguire gli scissionisti", rivendica la pluralità del PD: "non accetto si dica che, chi resta, resta nel partito di Renzi; chi si sente di sinistra, o comunque non condivide la linea del segretario uscente, deve avere cittadinanza in seno alla comunità democratica". Si vocifera della possibile discesa in campo del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che potrebbe sfidare Matteo Renzi per la segreteria nazionale per dare volto alle istanze di sinistra: "Chi mi conosce, lo sa: non ho sostenuto Renzi all'ultimo congresso e penso non lo farò neanche stavolta; c'è bisogno di un radicamento a sinistra, ben declinato, e Orlando è l'uomo giusto per dare cittadinanza a tutti coloro che si ritengono di sinistra".

Una vicenda, quella nazionale, che ha dei parallelismi con quanto sta accadendo a L'Aquila. "Come gruppo dirigente, ci siamo posti - da tempo - il problema sul posizionamento del partito in città e, con largo anticipo, avevamo lanciato la prospettiva di una coalizione progressista, radicata a sinistra; oggi, si sta delineando proprio questo quadro, ed è un risultato che voglio rivendicare. Non soltanto stiamo confermando, quasi per intero, il perimetro della larga coalizione che ha governato in questi anni - Rifodazione comunista a parte che sta facendo una profonda riflessione interna cui guardiamo con rispetto - ma la stiamo addirittura allargando, tra i moderati, e penso all'Italia dei Valori che pure aveva avuto un profondo strappo con la Giunta Cialente, e a sinistra, con pezzi di civismo che stanno ragionando con noi".

Una lunga premessa per sottolineare che "si sta approfondendo una discussione programmatica che parte, appunto, dal rilancio progressista di una proposta di governo che dovrà essere in grado di dare risposta al dramma sociale che vive la città, rivendicando i risultati ottenuti e rilanciando oltre"; per questo, "mi spiace che stia passando una ricostruzione dei fatti sbagliata - anche per responsabilità di alcuni nostri esponenti che, sui giornali e sui social, sono stati protagonisti di discussioni piuttosto vivaci - che ci vedrebbe concentrati soltanto su nomi e candidati".

Dunque, Albano si toglie un altro sassolino dalle scarpe: "Sono sempre stato il teorico delle primarie, fatte, però, in un certo modo; sono contento che molti esponenti del Partito, anche tra coloro che, nelle riunioni di gruppo dirigente, si erano dichiarati contrari a primarie di coalizione, stiano venendo su questa linea. Ricordo che il sottoscritto, con questo gruppo dirigente, e non altri, avevano fortemente voluto le primarie nel 2014, per la scelta del candidato consigliere regionale, primarie cui credevano in pochi e che, invece, ci diedero un risulato inattese. Basta rileggere le mie dichiarazioni", l'affondo del segretario: "sono mesi che parlo di primarie di coalizione. Non basta dire primarie, però: credo che il valore delle consultazioni che videro contrapposti Pierpaolo Pietrucci e Alfredo Moroni stava nel fatto che fossero realmente contendibili, che il risultato era determinabile; ciò restituì centralità al Partito Democratico, mobilitando tantissime persone al voto. In questa fase, sarebbe controproducente organizzare le primarie come si fece nel 2012: all'epoca, c'erano due candidati - Cialente, sindaco uscente, e Festuccia, candidato solido e persona che stimo molto - ma è chiaro che avendo il PD presentato sindaco uscente, in molti considerarono il risultato come già definito. Al contrario, dobbiamo celebrare primarie vere, contendibili, e c'è pure un'indicazione degli alleati di coalizione, in questo senso: ci hanno chiesto un atto di generosità, di candidare cioé più personalità del partito, e siamo apertissimi alla proposta".

Con un avvertimento, tuttavia: "Non possono essere primarie che scaricano i problemi del Partito sulla coalizione: dovranno essere consultazioni capaci di appassionare e mobilitare tante persone, non tanto sui nomi quanto su un programma condiviso cui tutti dovranno aderire, con diversi punti di vista diversi, ma complementari, rispetto ai profili dei candidati".

Quindi, Albano chiede rispetto per Pierpaolo Pietrucci, "il nostro consigliere regionale, che sta svolgendo un lavoro importantissimo per la città", e per Americo Di Benedetto: "sono tra le nostre migliori energie, e leggere di accordi e accordicchi per spartirsi incarichi e poltrone restituisce l'idea di un Partito che non siamo. Bene hanno fatto, dunque, Di Benedetto e Pietrucci, a ribadire che si debbano celebrare le primarie".

Insomma, lunedì si riunirà il gruppo dirigente del Partito e la segreteria rilancerà con forza il percorso che porta alle primarie, con una coalizione larga. "Possiamo rappresentare davvero un laboratorio politico nazionale", ribadisce dunque Albano; "innanzi ad una sinistra che prova a riorganizzarsi, ad un PD che vivrà un congresso complesso, è evidente che l'esperienza aquilana - con il suo laboratorio progressista - può rappresentare una specificità nel contesto nazionale. Per questo, dobbiamo inseguire la sfida con ancora maggior forza, l'unica versa sfida che la segreteria cittadina ha rincorso in questi anni".

Si mostri senso di responsabilità, però; Albano lo chiede agli esponenti democrat, "basta di polemizzare sulla stampa e sui social". Ribadendo infine, e così lanciando via anche l'ultimo sassolino, che "chi è rimasto zitto, in questi giorni, l'ha fatto, appunto, per senso di responsabilità verso il partito, e verso il percorso che si sta faticosamente costruendo".

Ultima modifica il Venerdì, 24 Febbraio 2017 09:21

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