Venerdì, 13 Ottobre 2017 22:31

Albano, il congresso Pd: "Sì al confronto, ma torniamo ad essere comunità"

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"Non so ancora se mi ricandiderò, non ho deciso; ora, il mio compito è fare il segretario del Partito Democratico. Non sto pensando a cosa vuole Stefano, piuttosto a ciò che c'è da fare per il partito e per la città".

Parole del segretario cittadino PD Stefano Albano, a meno di un mese dal congresso cittadino dei democratici e col provinciale alle porte. "A giorni - svela a NewsTown - presenteremo alla città le iniziative che ci accompagneranno al congresso: non possiamo permetterci di passare le prossime settimane dando l'idea di un partito concentrato al suo interno, con i suoi esponenti che si parlano addosso: dobbiamo tornare a disposizione della città, e serve anche a noi ritrovare i motivi dello stare insieme". Albano non dice di più: "stiamo finendo di strutturare il progetto da mettere in campo negli organismi: sta di fatto che vogliamo passare i giorni che precederanno il congresso tra la gente, parlando con la città, attraverso un percorso d'ascolto e d'incontri per discutere la nostra idea di città".

Sul congresso provinciale, "si è fatta la scelta di andare su una candidatura unitaria", spiega il segretario cittadino; "il Partito Democratico ha perso le elezioni a Sulmona e Pratola, ha preso una batosta a L'Aquila e Avezzano: è chiaro che il partito va riorganizzato con una operazione forte di ricomposizione. In questo senso, non avremmo potuto correre il rischio di celebrare un congresso a più candidature, che magari non avrebbero rappresentato visioni politiche diverse bensì uno scontro sulle mozioni nazionali o, peggio, sugli assetti territoriali. C'è bisogno, infatti, di tirare una riga e ripartire da zero. In questo senso, ho dato la massima disponibilità a Francesco Piacente per aiutarlo a riorganizzare il partito, anche perché ci apprestiamo ad un percorso importante che guarda alle elezioni politiche e, poi, alle Regionali. E' chiaro che il PD della provincia dell'Aquila deve assumere il ruolo che merita in una più ampia discussione regionale".

Discorso diverso per il congresso comunale che verrà in novembre: "guai, però, se dovesse diventare una conta tra persone o gruppi di persone", avverte Albano. "Il congresso comunale può rappresentare una straordinaria occasione se servirà per riorganizzarci, per darci una linea, una rotta per i prossimi anni. D'altra parte, il partito - come la città - vive la chiusura di una fase, e dovremmo aprirne un'altra: è un bene possa essere politicamente definita con un congresso. Per questo, credo che la discussione non debba riguardare chi farà il segretario, se dovrà essere giovane o vecchio, biondo o moro; piuttosto, penso che dovremo concentrarci sull'orizzonte che intendiamo darci, guardando al nostro popolo, agli elettori di centrosinistra che, nonostante la sconfitta, non rappresentano affatto un pezzo minoritario della città". Il segretario cittadino torna con la mente all'11 giugno, al risultato elettorale del primo turno: "il PD si è confermato primo partito della città col 17%, la coalizione civico progressista ha sfiorato il 50% + 1 delle preferenze. Una comunità, ampia, che ha guardato e guarda ancora a noi, un popolo estremamente disorientato dalla sconfitta, certo, ma anche da ciò che è venuto dopo, e che aspetta risposte. Un partito dovrebbe riorganizzarsi pensando alla sua comunità, non in astratto: e la sfida è essere opposizione al governo cittadino del centrodestra".

Il congresso dovrà servire a sciogliere dei nodi, in questo senso. E quella di Stefano Albano sembra una sfida ad Americo Di Benedetto che dovrebbe mettere in campo la candidatura di Maurizio Capri, sebbene la corrente 'renziana' - è notizia delle ultimissime ore - potrebbe ritrovarsi intorno ad un altro nome. "Come si riorganizza il partito, sulla base di quale progetto?: sono queste le domande che dovremmo porci", ribadisce il segretario dem; "ebbene, ci sono diverse idee sul tavolo: c'è l'idea di una linea d'opposizione più morbida, che si esercita soltanto nelle sedi istituzionali. C'è chi è convinto, invece, che l'opposizione si debba organizzare anche in città, che sia necessaria una straordinaria operazione d'inclusione tenendo insieme le energie e le risorse che si sono attivate in occasione delle amministrative, a partire dalla comunità allargata dei nostri elettori. Con loro, va costruita una opposizione che sia responsabile, certo, capace di guardare al bene della città, ma che non faccia sconti all'attuale amministrazione che riteniamo assolutamente inadeguata".

Ovviamente, Albano propende per una opposizione decisa, dentro e fuori il Consiglio, "col Partito Democratico che dovrà assumere il ruolo di guida delle minoranze con in testa la necessità di una coalizione ampia di centrosinistra, capace di mettere in campo la propria visione: sono convinto che daremo un contributo importante alla città se riusciremo ad alzare l'asticella del dibattito sulle partite strategiche che dovremo affrontare. Sullo sviluppo economico, su cultura e sociale, sul turismo abbiamo idee assolutamente diverse dal centrodestra". Insomma, una opposizione responsabile - come detto - che sappia, però, costruire una visione di città alternativa al centrodestra, con cui incalzare l'amministrazione attiva. "Così si dovrebbe ragionare per riorganizzare il partito: non si aprono i circoli per trovarvi un gruppo di persone ad applaudire, deve essere funzionale, invece, ad un progetto politico; se la sfida è costruire un'opposizione forte, identitaria, ebbene dovremo essere in grado di portare la nostra visione tra la gente, discutendola con la nostra comunità, e ricostruire la capillarità sul territorio dovrà essere funzionale allo scopo".

Albano non è affatto tenero col centrodestra al governo della città: "sono passati pochi mesi, è vero; al momento, però, la maggioranza ha portato in discussione soltanto tre atti importanti. Il programma di mandato innanzitutto, che denota una visione decisamente insufficiente ignorando completamente un pezzo fondamentale dell'Aquila del futuro, l'alta formazione, la ricerca e l'innovazione. Il documento ignora che qui si sta realizzando la straordinaria infrastruttura tecnologica che porterà la fibra ottica fin dentro le abitazioni, ignora che qui si sperimenterà il 5g per i prossimi 5 anni, uno straordinario attrattore d'imprese e poli di ricerca, ed alcuni già si stanno insediando: penso al progetto DarkSide - 50 milioni di euro ai Laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso per lo studio della materia oscura - al colosso cinese ZTE, al progetto Emerge che Fca con Ansaldo e Univaq porterà a L'Aquila per sviluppare il prototipo di auto a guida remota. Ignora il polo chimico farmaceutico, il polo della spazio: che ruolo dovranno avere in futuro, qual è la visione? Il secondo procedimento portato all'attenzione del Consiglio comunale è stato una sorta di condono fiscale cui, tra l'altro, ha aderito soltanto una posizione ma che ha impegnato l'assise per un giorno interno. Il terzo è stato il piano sociale costruito dalla passata amministrazione, un provvedimento da 6 milioni di euro elaborato dall'allora assessora Emanuela Di Giovambattista col gruppo di piano che non ha coinvolto soltanto gli attori istituzionali ma il mondo dell'associazionismo e della cooperazione sociale; un provvedimento che guarda ai drammi della città con un sostegno, e un'opera forte d'inclusione, per le fasce più deboli. Ebbene, le forze di maggioranza si sono limitate a ribadire che il piano verrà modificato sebbene non siano stati capaci di spiegarci come, attaccandosi ai 100 minori stranieri accolti in città che, davvero, non possono rappresentare un problema. Per il resto, si sono concentrati sullo sgombero dell'asilo occupato, un provvedimento superato dai fatti, e hanno bocciato la mozione presentata dal nostro capogruppo Stefano Palumbo sul masterplan dell'Università per l'area dell'ex San Salvatore, un'operazione straordinaria di riqualificazione urbana che restituisce una vocazione forte a piazza San Basilio, impressa dalle Istituzioni e dall'associazionismo. Lì c'è la facoltà di Lettere, si vuole realizzare un polo archivistico di 7mila mq, uno studentato da 100 posti, si prevede di non ricostruire la sede dell'Arta, o almeno di rivederne la struttura per rendere la piazza un salotto urbano, c'è l'ex asilo occupato cui l'associazionismo che l'ha animato negli anni ha impresso una vocazione a centro culturale e che la precedente amministrazione aveva deciso di istituzionalizzare, rendendolo una casa della cultura con un progetto già appaltato. Si tratterebbe di avere una visione a lungo respiro tenendo pure in conto che a San Basilio, da 4 anni, nel periodo della Perdonanza, diverse associazioni costruiscono eventi culturali di matrice generazionale. Di fatto, è la piazza della gioventù e degli universitari, va soltanto definito un progetto: a chiacchiere, il centrodestra si era detto d'accordo col masterplan dell'Università, nei fatti, però, ha bocciato la mozione. Piuttosto, le forze d'area paiono concentrate sul portare a casa risultati identitari di destra radicale; penso alla mozione sull'inno nazionale: va bene, cantiamo pure l'inno di Mameli prima dei Consiglio comunali, credo però che bisognerebbe concentrarsi sulle sfide strategiche che segneranno il futuro della città, anche perché vanno pianificati i finanziamenti già ottenuti dalla precedente amministrazione per non correre il rischio di perderli".

Torniamo, così, al congresso comunale che si celebrerà in novembre e che, ribadisce Albano, dovrà costruire una visione politica alternativa. In questo senso, "ben venga ci siano più candidature proprio perché il dibattito dovrà essere vero".

La candidatura di Maurizio Capri e, soprattutto, la discesa in campo del sindaco uscente Massimo Cialente - annunciata dalle pagine di NewsTown - "restituiscono centralità al congresso" sottolinea il segretario in carica: "magari ce ne saranno altre, vedremo. Siamo un grande partito d'altra parte, fatto di tante individualità, di tante personalità 'pesanti': spesso, ha rappresentato un valore aggiunto. Dobbiamo stare attenti, però, che non diventi un problema, nel momento in cui dovessimo sentirci legittimati tutti a parlare a titolo personale", la stoccata di Albano. "Siamo esponenti di una comunità politica, la più grande della città, c'è un popolo che guarda a noi, che aspetta di rivederci in campo. Per questo è necessario ritrovare compattezza, il senso di essere comunità: non necessariamente con le finte unanimità congressuali, anzi ben venga il confronto, ma che sia nel merito delle idee e delle linee politiche da tracciare". Poi, un ultimo avvertimento: "Siamo esponenti di un partito cui bisogna voler bene, tutti debbono sentirsi chiamati a stare nel percorso di rilancio del PD, la nostra casa madre: nessuno pensi, però, che sfasciando la casa madre ci sia salvezza. Confrontiamoci anche in modo aspro ma dentro i nostri organismi e un poco meno sui giornali e sui social. Non bisogna guardare ai destini personali ma alla comunità dei nostri elettori".

Ultima modifica il Sabato, 14 Ottobre 2017 09:42

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