Giovedì, 07 Febbraio 2019 18:50

Elezioni, le interviste. Liris (Fratelli d'Italia): "Voglio un Abruzzo normale"

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Un Abruzzo normale, fatto insieme da gente comune. Su questa direttrice ha condotto la campagna elettorale Guido Quintino Liris, vice sindaco del Comune dell'Aquila, candidato nella lista provinciale di Fratelli d'Italia che, ieri sera, ha riempito di simpatizzanti il complesso sportivo 'Arcobaleno' per la festa conclusiva della campagna elettorale.

"Abruzzo normale: sembra un concetto scontato, in realtà è rivoluzionario per come siamo abituati a intendere la politica. L'Abruzzo normale è una regione che viaggi alla stessa velocità, e non a ritmi diversi tra la costa e le aree interne. Dovrebbe essere scontato, non lo è affatto. L'Abruzzo normale è una regione capace di parlare la stessa lingua, con le stesse opportunità per tutti i cittadini, rispondendo alle esigenze quotidiane dei cittadini. Spendere i fondi europei, non rimandarli indietro, è un criterio di normalità. Si può fare insieme, con la gente: da soli, non si va da nessuna parte. E' un richiamo al senso di appartenenza alla propria terra, ad una comunità: attorno al senso di comunità nasce l'idea di poter essere primus inter pares, e cioé di poter rappresentare le esigenze del nostro territorio, in grave sofferenza, ponendo da anello di congiunzione tra le richieste che arrivano dal basso e la governance regionale". 

Di sanità Liris ha parlato lungamente in campagna elettorale; "le nostre proposte, però, attengono ai servizi, più in generale, in una provincia tra le più vaste d'Italia, con una orografia particolare. Per questo, è indispensabile una strategia precisa nella erogazione dei servizi capace di valorizzare, altresì, le nostre prerogative, le nostre peculiarità a livello enograstronomico e artistico, la vocazione turistica suggerita dal bellissimo ambiente che viviamo. In questo senso, se l'essere provincia di Parchi e aree protette diventa un vincolo per il territorio e la presenza stessa dell'uomo, non facciamo turismo ma facciamo un danno allo sviluppo economico: dunque, va contemperato il giusto rispetto dell'ambiente, un diritto e un dovere per tutti noi, con uno sviluppo che sia sostenibile e capace di assicurare occupazione e sostegno alle imprese". Servizi che non si possono 'misurare' con la sola logica del profitto. "Penso ai trasporti: se si pensa al trasporto pubblico locale delle aree interne in termini di biglietti o abbonamenti venduti, vuol dire che non si è capito come si può contribuire allo sviluppo di queste terre. Non è con la vendita del biglietto che si coprono i costi del servizio: assicurare i trasporti è un investimento che si fa per la difesa delle aree interne. Se si tagliano le corse degli autobus non redditizie, se si tagliano i servizi postali, il servizio sanitario locale, se si chiude la stazione dei Carabinieri, il messaggio per le popolazioni è chiarissimo: il governo regionale non crede in questi territori, non crede nel futuro dei piccoli centri montani e, dunque, non si possono biasimare le famiglie che prendono la decisione traumatica di trasferirsi altrove". 

Il rischio spopolamento va combattuto con forza, "con i fatti e, ancor prima, con azioni simboliche chiare che sottendano la vicinanza del governo regionale. In questi ultimi tre anni, D'Alfonso non si è mai visto ed è un dato di fatto che le priorità dei piccoli centri delle aree interne non siano mai state una priorità nell'agenda politica della maggioranza di centrosinistra. Non perderanno per motivi ideologici o politici, perderanno perché hanno fallito".

A proposito di aree interne, Liris si sofferma sulle criticità della ricostruzione, da completare nel cratere 2009 e da avviare nel nuovo cratere. "D'Alfonso non ha mai saputo di essere vice commissario alla ricostruzione del cratere 2016/2017, non se ne è mai accorto. Noi abbiamo l'obiettivo di concludere la ricostruzione del cratere 2009, in particolare nel pubblico ci sono dei problemi che la Regione può e deve contribuire a risolvere, e avviare la ricostruzione del nuovo cratere, laddove non è stato aperto neanche un cantiere. Un caso, eclatante: un intervento su un edificio B per 9 mila euro, nell'Alta Valle dell'Aterno, non è stato ancora autorizzato e la famiglia, sfollata in albergo, di autonoma sistemazione è già costata allo Stato 100 mila euro circa. E' una situazione gravissima. Ad oggi, stiamo pagando di autonoma sistemazione cifre tragicomiche. Dunque, va avviata subito la ricostruzione leggera, come avvenne nel 2009 - in due anni, allora partirono 20mila cantieri - con una governance rinnovata, per dare risposta alle famiglie sfollate e alle imprese che, sebbene abbiano milioni di lavori in pancia, stanno fallendo mandando a casa i lavoratori. Per la ricostruzione pesante, poi, andrà perseguita la via della sburocratizzazione: andrà cancellato il criterio della doppia conformità, si avviino i cantieri con le autocertificazioni e si mettano in campo forme di controllo severe per punire chi dovesse sbagliare. Ma la ricostruzione deve assolutamente partire".

Ultima modifica il Venerdì, 08 Febbraio 2019 10:37

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