E' di qualche giorno fa la nomina di Filomena Ricci, dottoressa di ricerca in scienze ambientali e già direttrice dell'Oasi WWF Gole del Sagittario per 12 anni, a nuova delegata regionale del WWF Abruzzo dopo i due mandati di Luciano Di Tizio che non ha rinnovato la sua candidatura. Un cambio dunque in continuità con il lavoro già iniziato da Di Tizio dal 2012 ma che vede questa volta la scelta di una donna alla guida dell'associazione.
"L’Abruzzo rappresenta uno dei territori più importanti d’Europa per la ricchezza di biodiversità. L’azione del WWF non può quindi non concentrarsi sulla tutela delle specie e degli habitat che ci caratterizzano", spiega Ricci ai nostri microfoni. In particolare, "il rischio di veder scomparire l'orso è reale e come WWF siamo impegnati nel progetto Orso2x50 che punta al raddoppio della popolazione entro il 2050. Per il lupo il discorso è diverso, in quanto è la specie simbolo di una grande vittoria di conservazione, visto che la popolazione ha recuperato in numeri e in diffusione; la vera sfida resta la gestione dei conflitti e della convivenza, perché la specie subisce ancora forti minacce dovute all’ibridazione con il cane, al bracconaggio, alla collisione con gli autoveicoli.
Tutto il sistema delle aree naturali protette è un altro obiettivo prioritario, che merita un forte rilancio per promuovere e attuare un modello di sviluppo sostenibile che faccia della tutela del nostro capitale naturale l’elemento cardine delle scelte di pianificazione e programmazione. Progetti ad alto impatto ambientale in luoghi tutelati a livello nazionale ed europeo, parchi per anni senza guida e riserve con pochi fondi stanno facendo tramontare l’intuizione degli Anni 80 dell’Abruzzo come regione verde d’Europa. La tutela dei fiumi, della costa e del mare, così come la mobilità sostenibile e la vivibilità delle nostre città saranno gli altri settori su cui concentreremo le nostre forze".
Lei viene da un'esperienza decennale alla Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF "Gole del Sagittario" di Anversa degli Abruzzi (AQ). Possiamo chiederle un bilancio del lavoro svolto e i prossimi passi che attendono la nuova direzione?
"L’esperienza della direzione della Riserva e Oasi WWF resta per me una delle più formative che abbia intrapreso, in un luogo di cui è difficile non innamorarsi.
Il bilancio è sicuramente positivo, negli anni abbiamo visto crescere la conoscenza del territorio ampliando la consapevolezza della presenza di specie e habitat importanti dal punto di vista conservazionistico; questo ha reso possibile aumentare le forme di tutela e di pianificazione: solo ciò che si conosce può essere protetto.
La gestione del conflitto nel territorio, dovuto soprattutto all’applicazione delle norme e dei divieti che un’area protetta richiede, non è sempre stata facile, ma è stata condotta restituendo servizi alla popolazione, non solo dal punto di vista ecosistemico, come è normale che sia, ma anche dal punto di vista sociale, in quanto la Riserva ha sempre rappresentato un’occasione di promozione e una vetrina per il territorio, utile anche alle imprese locali.
La nuova direzione si muoverà nell’ambito dell’impostazione di quella che è una Riserva regionale, ma anche un’Oasi WWF: le sfide che si stanno già egregiamente affrontando sono quelle della convivenza con i grandi carnivori, soprattutto con l’Orso, che sempre più spesso frequenta il territorio".
Una parte importante della sua vita è rappresentata dall'insegnamento della matematica e delle scienze: com'è il rapporto con gli alunni e quale la loro sensibilità, anche in funzione del movimento di Greta Thunberg che ha toccato anche la nostra regione?
"L’insegnamento è una componente molto importante della mia vita e chi fa questo lavoro sa che non si può restare indifferenti e lontani dal mondo dei ragazzi. Il loro entusiasmo è contagioso e riesce a riempire le giornate!
I miei alunni, frequentando la scuola secondaria di I grado (le medie), non manifestano grandi possibilità di organizzarsi in modo spontaneo in movimenti o in iniziative, ma sono molto sensibili e incuriositi da tutto ciò che riguarda la natura, anche il movimento di Greta Thunberg li ha molto colpiti e hanno voluto approfondire guardando video e facendo ricerche.
Tutto questo interesse dovrebbe tradursi in comportamenti responsabili e in buone pratiche ambientali, ma prima di pretenderlo dai nostri ragazzi dovremmo dare l’esempio noi adulti, nelle famiglie e nelle istituzioni".
Sebbene l'economia cosiddetta "green" e il turismo siano settori in cui le donne sono molte e molto impegnate sono sempre poche a ricoprire ruoli di dirigenza, qui come in ogni altra sfera lavorativa. Cosa ne pensa?
"Purtroppo, molte ricerche e molte analisi della società rivelano come le donne, in vari ambiti lavorativi, non riescano a emergere assumendo ruoli di dirigenza.
Ovviamente, credo che le donne abbiano tutte le capacità per rivestire ogni ruolo, forse riuscendo a portare, anche nelle dirigenze, dialettiche nuove. Penso che, forse, questa poca presenza nei ruoli dirigenziali sia dovuta non solo a un retaggio di tipo culturale che vede, ad esempio, poche ragazze intraprendere gli studi scientifici, ma anche a una lacunosa organizzazione sociale che vede le donne farsi carico di tutte le mansioni necessarie alla famiglia, che in altri paesi sono a carico dello Stato.
Le vere politiche per le famiglie si fanno creando asili nidi statali e accessibili, tutele e sostegni per le persone anziane, supporti economici per le famiglie numerose".
Lei vive in un piccolo paese della provincia di Chieti ma, per il suo lavoro nell'ambito dei parchi, hai avuto modo di frequentare l'intero Abruzzo interno, oggi fortemente soggetto al fenomeno dello spopolamento. Ritiene che ci possano essere delle strategie per invertire questa linea e soprattutto che le amministrazioni, a livello nazionale e locale, ne abbiano capacità e risorse?
"Il tema dell’abbandono delle aree interne è indubbiamente molto complesso e di difficile risoluzione: va affrontato ad una scala diversa da quella esclusivamente locale, in quanto interessa l’intero Appennino.
Complesso riuscire a parlare di strategie in questo contesto, sicuramente però mi sento di dire che le aree interne debbono riscoprire la loro vocazione che è indubbiamente quella del contatto con la natura. La bellezza dei paesaggi, la tradizione culturale, il patrimonio architettonico sono le vere ricchezze di questi territori e sullo sviluppo di queste peculiarità, anche per un turismo che sia di qualità, bisogna investire in programmazioni e risorse.
Gli aiuti che possono venire a livello statale possono essere tanti e diversi, mi viene in mente la fiscalità di vantaggio, di cui si parla da tempo, in modo da favorire anche qualche piccola attività imprenditoriale in questi luoghi: banalmente, un bar di un piccolo paese dell’Abruzzo interno non può sopportare la stessa tassazione di uno al centro di Roma. La garanzia di servizi, non dico presenti in ogni paese, ma perlomeno facilmente raggiungibili, quali la scuola, un presidio sanitario, i mezzi di trasporto, sono necessità che non possono essere trascurate se non si vogliono perdere cittadini dai nostri piccoli centri".
Infine, un appello agli abruzzesi.
"A tutti gli abruzzesi che hanno a cuore la difesa del nostro ambiente rivolgiamo un invito a diventare ecovolontari del Panda.
Le grandi battaglie che ci attendono possono essere portate avanti solo grazie a chi sostiene il WWF contribuendo alle campagne associative, certamente, ma soprattutto grazie alle attività dei nostri volontari che operano nelle quattro strutture locali, nelle Oasi WWF presenti in Abruzzo, nei nostri Centri di Educazione Ambientale".